sabato 7 febbraio 2009

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Persone e mezzi

A prendere spesso i mezzi pubblici, qui a Milano, si finisce con il prendere confidenza con tutta una serie di personaggi che, in altri tempi e in altri luoghi, pensavi che non avresti mai incrociato sul tuo cammino. Personaggi bizzarri, certo, ma anche personaggi pietosi, sporchi, puzzolenti, che riempiono la tua vita per lo spazio di tre o quattro fermate.
Alla prima categoria appartiene il cinese di mezza età, con radi baffetti, che l'altro ieri sul tram numero 1, appena salito e seduto sulla panca di legno, ha iniziato a tagliarsi le unghie dalle dita delle mani, gettando per terra i frammenti sporchi che riusciva a staccare; oppure il ragazzo con gli occhi azzurri che, ieri sulla metropolitana, seduto con la borsa stretta tra le braccia, cercava faticosamente di estrarre qualcosa dal proprio naso con le dita che si infilavano sempre più su, sempre più a lungo; oppure il vecchietto, distinto ma con la cerniera dei pantaloni abbassata, che cantava e parlava a voce alta da solo, e che a un certo punto si è messo a dire oscenità, sul suo bisogno di masturbarsi, sul 51 alle 9.20 di martedì mattina. E poi tutta una serie di personaggi che salgono in vettura, gli occhi aperti stile Carfagna, che lo capisci subito guardandoli in volto che devono avere qualcosa che gli frulla per la testa. Infine, a questa categoria appartengono anche i musicisti, armati di chitarra e fisarmonica, stranieri senza dubbio, che strimpellano allegri motivi musicali su strumenti ormai stonati per l'abuso e i troppi viaggi. Alla seconda categoria appartengono le zingare che salgono sulle vetture della metro, innalzano un cartone al petto e cominciano a raccontare la propria storia: “Ho due figli, sono senza lavoro, datemi qualcosa per mangiare...”; un tizio che sta inginocchiato su un cuscino, con la testa china in avanti e un barattolo in mano, una giacca grigia, che va biascicando parole incomprensibili al passaggio delle persone; un tale in carrozzella che aspetta la gente alla base delle scale che, alla fermata Cadorna, conducono alla piattaforma della linea verde (l'altro ieri mangiava con gusto un panino, erano forse le quindici e trenta). Mi soffermo un istante in più su altri due mendicanti, orribilmente storpi e mutilati: il primo è senza mani, senza mani!, capelli brizzolati corti, colorito olivastro, una giacca jeans con colletto bianco simil vello di pecora, e appena entrato nella vettura ha cominciato a recitare forse una preghiera, perché mi è parso si facesse il segno della croce. I moncherini stringevano un cartoccio in cui raccogliere le elemosine: mi ha colpito il fatto che, mentre la metropolitana accelerava e poi rallentava, riusciva a camminare in linea retta dentro la vettura, improvvisando quasi una danza, mentre i piedi si spostavano veloci, uno avanti uno indietro, per bilanciare il peso del corpo. L'altro mendicante si aiuta invece con le stampelle, perché è quasi privo di piedi: anche questo straniero, ma sporco, e puzzolente di orina, si muove agilmente puntando le stampelle avanti e indietro, accompagnando con il corpo i movimenti spesso bruschi del treno sotterraneo.

E certo tanti altri ce ne saranno, che mi aspettano in questi giorni: e ogni tanto mi fermo a pensare come debbo apparire io agli occhi degli altri passeggeri, con il mio cappellino e la mia sciarpa, i miei occhiali e la mia valigetta, degli altri passeggeri che penso siano i normali, come me...

5 commenti:

api ha detto...

mik, una descrizione splendida. riesci sempre a trovare il modo per descrivere la fauna bizzare che ci gira intorno.
vorrei avere metà della tua capacità, uffa.

io cerco di non vedere queste persone: mi tolgono il sonno, mi fanno stare malissimo perché mi sento impotente... e cretina per vivere momenti di sconforto, a volte, per delle sciocchezze.

io al cinese però le unghie le avrei fatte mangiare fritte, che schifo.

Micheluzzo ha detto...

Detto da una scrittrice, è un grande complimento!
Grazie Api.

Anonimo ha detto...

complimenti...lei carissimo MIk possiede il talento della parola fotografica

Anonimo ha detto...

maaa le ronde padane non sono ancora state in metrò, vero? a parte gli scherzi, quando facevo la pendolare da Spezia a Genova per lavoro, in treno, ho visto e udito cose che mi hanno aiutato ad aprire gli occhietti di giovinetta poco uscita ( qui diciamo così).
è stato istruttivo e da allora nn ho mai smesso di guardare le 'persone trasparenti' e di cercare di capire.
bravo Mik

Anonimo ha detto...

Mik,
meglio di una fotografia!

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