mercoledì 29 aprile 2009

martedì 28 aprile 2009

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Febbre suina: che fare

Visto l'allarme planetario scatenato dalla diffusione di questo terribile morbo, abbiamo chiesto al dottor Verro Scrofolo di predisporre un vademecum informativo per i lettori del blog, al fine di evitare inutili allarmismi.

Domanda: Chi ha maiali in casa come si deve comportare?
Risposta: E' bene dormire in letti separati e disinfettare il piatto doccia al termine di ogni lavaggio.

D: Che sintomi presenta un maiale ammalato?
R: Tosse, starnuti, diarrea, eczemi sulla coda.

D: Come si misura la febbre di un maiale?
R: Sollevate delicatamente la coda e inserite con decisione il termometro.

D: Come convincere un maiale malato a curarsi?
R: Con l'ipnosi e con un buon incentivo statale.

D: Cosa si deve fare se per strada si trova un maiale morto?
R: Avvisate immediatamente il 118 ed evitate nel frattempo di morderne le orecchie.

D: Cosa si deve fare se nel freezer si hanno delle braciole congelate?
R: Esse vanno scongelate e cucinate sulla griglia, spennellandole con olio e limone.
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L'avete vista? Io l'ho trovata veramente insopportabile e impreparata.




Abbasso la Bi­gnardi, ha ragione la Bignardi, riguardiamo la Bignardi su Youtube. E riparliamone. La Bi­gnardi era «particolarmente ar­rogante, impreparata e voluta­mente provocatoria» mentre intervistava Renato Brunetta a L’Era Glaciale su Raidue, si leg­ge in uno dei tre miliardi di in­terventi online sul battibecco televisivo. No, «Bignardi è sta­ta brava a reagire con compo­stezza, io sarei caduta nella trappola sapendo di caderci e gli avrei dato una tega sul ghigno e via», , si sostiene nell’intervento tre miliardi e uno. Il vi­deo è da giorni in testa alle classifi­che dei più cliccati.
http://www.corriere.it/spettacoli/09_aprile_28/rodota_60974260-33c0-11de-8558-00144f02aabc.shtml

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Sincerità

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Beeeeeeeeeen!

lunedì 27 aprile 2009

sabato 25 aprile 2009

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gli alberi sono alti, gli alberi sono come l'amore...




Gli alberi sono alti, le foglie crescon verdi
Da quanto tempo non vedevi il tuo amore,
da tanto, ed oggi è tornato tutto solo:
è giovane ma crescerà.

Padre, o padre, mi hai fatto un grave torto
mi hai dato in moglie a chi è poco più di un bimbo,
ha quindici anni ed io già quasi venti:
è giovane ma crescerà.

Figlia, o figlia, non ti ho mai fatto torto,
ti ho dato in moglie al figlio di un Signore,
il tuo bambino sarà ricco e rispettato:
è giovane ma crescerà.

Padre, o padre, domani sarò sola,
lo manderanno lontano un anno ancora,
e al suo ritorno avrà un figlio a lui straniero:
è giovane ma crescerà.

Ieri al mattino seduta al tuo balcone
spiavi i ragazzi giocare per la strada,
il tuo vero amore di loro era il più bello:
è giovane ma crescerà.

Un anno dopo aveva preso moglie,
il tempo passa ed è padre di un bambino,
il tempo corre ed il tuo fior sulla sua tomba:
è giovane ma crescerà.


venerdì 24 aprile 2009

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Cartelloni stradali...















Grazie ad Antonio...
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La notte ha sempre ragione, Andrea Villani.

Che io sia un'appassionata di gialli non è una novità.
Ma che io trovi un noir scritto da un italiano che mi acchiappa al punto da non volere che finisca, ecco, questo è proprio strano.

Dalla quarta di copertina:
"Ma come? Non sapete la tragica novità? Hanno ammazzato miss Italia." E' un settembre afoso quello che fa da sfondo al ritrovamento del cadavere di Stefania Roveri, la miss Italia in carica. Proprio a Salsomaggiore, proprio durante le finali del concorso. E così, la vita quotidiana della piccola cittadina emiliana viene sconvolta, nei bar si parla solo dell'omicidio, in consiglio comunale maggioranza e minoranza si affrontano sull'opportunità di continuare lo stesso concorso. Poi spunta il presunto colpevole: Belfagor."

Sì, Belfagor, l''uomo nero' del paese, sfigurato da un incendio quando era bambino.
Un uomo che esce solamente di notte per non farsi vedere da nessuno.
La trama è perfetta, ma è soprattutto il modo delicato e velato di un'ironia triste con cui Villani pennella i personaggi - il sindaco, il capo dell'opposizione, questo inquietante Belfagor, il maresciallo dei carabinieri, i tipi 'da bar', le madri delle concorrenti e la loro tenacia nello spingere le figlie verso il successo - che mi ha lasciato senza parole.

Questo è l'incipit.
"Salsomaggiore è una specie di conca.
Uno strano animale dormiente tra colline rotonde.
Se si arriva di notte, attraverso quelle stesse colline e tra tutte quelle luci, può apparire come una grande città. Potrebbe sembrare Caracas. Invece è un piccolo paese emiliano, per poco non piacentino, in provincia di Parma. Una signorina che si dà arie ma che è figlia di sguatteri. Che si vergogna a mostrare le gambe. Che spesso, in inverni troppo lunghi, diventa, per noia, crudele e pettegola. Una volta pare sia stata importante, frequentata da nobili, addirittura re e regine."

Come uno dei miei autori preferiti, Valerio Varesi, Andrea Villani riesce a trasmettere, tramite un impianto narrativo impeccabile, uno spaccato di vita che non riguarda solamente questo paesone sonnacchioso in provincia di Parma, ma tutta l'Italia.
E lo fa con delicatezza, donando sorrisi, ma anche una profonda malinconia.
Bravo Andrea.
Un gran buon libro.

giovedì 23 aprile 2009

mercoledì 22 aprile 2009

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ci mancava Radio Padania che parlava di religione.

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A proposito di creduloni.... come me.

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Chicken a la Carte ...

Da un amico di FB

http://www.cultureunplugged.com/play/1081/Chicken-a-la-Carte
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Marco Baldini




MILANO
- «Ho deciso di devolvere ai terremotati tutti i 100mila euro vinti alla Fattoria, e non solo la metà come previsto».

Parola di Marco Baldini, trionfatore del reality di Canale 5. «Stavo facendo un po' di conti con il mio manager e ho pensato che così è più giusto. In fondo io ora lavorerò. Dare ai terremotati solo metà del premio mi suonava male. Certo ho ancora qualche debito, ma non di gioco. Però c'è gente che sta peggio, che non ha più una casa. E allora tutto il resto passa in secondo piano. Rispetto a una tragedia così il mio contributo sarà una goccia nell'oceano». Per Baldini, atteso prossimamente al Fiorello Show, si apre infatti una nuova fase lavorativa. Dal 25 maggio sarà su Radio Kiss Kiss con una nuova trasmissione, in onda da Roma dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13.



Grande Baldini.

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Luna, Patrizia Vaier, Il vecchio.


Luna

Osservo il cielo e cerco tra le nuvole il tuo viso.
Mamma, ho bisogno di te, invoco il tuo nome ma tu non arrivi, i miei sogni sono privi del tuo sorriso, guardo la luna e scorgo nei suoi colori e nelle sue ombre un rimprovero.

Ricordo le nostre chiacchierate, il mare che ci ha sempre unito, le risate e i racconti, i rimpianti.
Le sofferenze, le tue. Oggi ti vorrei qui, non ricordo un tuo abbraccio, una carezza.

Sei forte, mi dicevi quando stavi male, sei grande non piangere. Da piccola non capivo, svenivi e mi portavano via, mamma sta male gridavano, io non capivo e mi rifugiavo in un angolo, piangevo. Nessuno intorno a me, solo l'abbraccio del mio angelo custode,

Sono cresciuta con il dolore di aver sentito le tue parole e visto il tuo dolore, le tue lacrime, il rimorso di averle ignorate.

Mamma, perdonami.

Patrizia Vaier, Il vecchio.

http://www.patriziavaier.ch

martedì 21 aprile 2009

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Orienteering... 2


Che giorno era, e di che anno?
Che ora era?
Dov'era?


Cari amici, giorni strani, questi...
Mi concedo questa incursione, prima di rituffarmi nella relazione che sto scrivendo e prima di affrontare i prossimi densi giorni (giorni strani), per riprendere un post che il terremoto ha interrotto.
A partire da questa immagine pubblicata da me il 5 aprile nel post dal titolo 'Orienteering', Ben aveva dato avvio ad un racconto. Lo riprongo, in nome di un 'gioco' praticato anticamente in questo blog, che consisteva nel lanciare un incipit invitando gli altri a completare il racconto che ne saltava fuori.

p.s.
'quella massa scura in profondità' non è altro che una montagna di sterco...


Ecco l'inizio del racconto di Ben e il pezzo aggiunto da me:

Furono le domande che assalirono la sua mente quando, con grande fatica, riuscì ad aprire gli occhi.
Impiegò un po', forse un minuto, forse un'ora, per rendersi conto di essere sdraiato in un letto. Ma perchè era lì, come aveva fatto ad arrivarci? Provò ad alzarsi. Mise i piedi giù dal letto, ma un giramento di testa lo fece piombare a terra, a faccia in giù. Non aveva la forza di muoversi. Sentiva soltanto un liquido caldo che sfiorava la sua guancia a contanto col pavimento e allora pensò... (Ben)
... allora pensò che quella strada sinuosa nascondeva qualcosa di attraente, di sensuale.
Qualcosa che gli era familiare: una sorta di sogno ricorrente che accompagnava la sua eccitante e disordinata quotidianità.
Certo, la ferita che si era procurato cadendo dal letto, pochi istanti prima, era molto meno eccitante.
Riuscì faticosamente a rialzarsi e a trovare nuovamente ospitalità tra le lenzuola del grande letto. Solo allora si rese conto di essere completamente nudo. Se ne rese conto nel momento in cui, girandosi lentamente di lato, sfiorò delicatamente la pelle calda di sua moglie. L'abbracciò e la strinse forte a se, cercando di assecondare ogni lineamento del suo corpo. Fu percorso da un leggero brivido, quando lei si girò per baciarlo; e non riuscì a trattenere una lacrima che terminò la sua breve fuga sul cuscino.
Proprio in quel momento però, il suono petulante della sveglia gli rammentò che era il momento di alzarsi. (Vlad)
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Calma piatta

Allora, c'è questa casalinga scozzese, Susan Boyle, che non ha nulla da invidiare a una casalinga italiana nell'aspetto, ma che è dotata di una voce strepitosa che fa piangere anche i duri di cuore (il video lo trovate qua). Adesso c'è questa casa di produzioni che le ha proposto di girare un film porno per la modica cifra di 800mila euro, un bel gruzzoletto, non c'è che dire, per una donna che non è mai stata avvicinata da uomo vivo, se si fa eccezione per il lattaio e per l'addetto alla lettura del contatore del gas.
Io dico che è una bufala, ma se la notizia fosse vera, quanti soldi vorreste voi per andare a vedere un film con questa protagonista?
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Cacciabombardini




Per chi pensa che un acquisto del genere sia del tutto fuori luogo... qui c'è il sito per firmare.

http://www.grillonews.it/
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Un ladro professionista




Al confronto, Woody Allen in Prendi i soldi e scappa era un genio del male...

lunedì 20 aprile 2009

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Pagine bianche

Dunque, questi geni della letteratura hanno pubblicato un libro, dal costo di 5 euro, composto da 112 pagine bianche e numerate.
I sedicenti autori (sedicenti perchè evidentemente l'autore del presente commento non vuole essere offensivo) hanno definito il libro una provocazione e un invito alla riflessione: e perchè non definirlo anche un rotolo di carta igienica schiacciato ai lati?
Spero solo che il ricavato vada in beneficenza, alla clinica presso cui i due sono in cura...
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Radio Maria (2)

domenica 19 aprile 2009

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Antonio Lobo Antunes

Mi colpiscono, nell'intervista rilasciata all'Espresso dallo scrittore portoghese Antonio Lobo Antunes (di cui non ho mai letto nulla), un paio di affermazioni: la prima, di merito, è che sia superfluo indicarlo come lo scrittore portoghese, (così come, parlando di altri autori, si direbbe lo scrittore francese o lo scrittore inglese) perchè non è importante l'origine geografica, dal momento che in letteratura non c'è nè un centro nè una periferia, ma vale soltanto una distinzione tra scrittori bravi e scrittori meno bravi); la seconda, metodologica, è ancor più interessante: "Chi, in seguito a lesioni cerebrali o incidenti vascolari, perde la memoria, rimanse senza immaginazione. Questo dimostra che l'immaginazione non è altro che la maniera in cui strutturiamo e arrangiamo la nostra memoria. Un autore non inventa niente".
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Pat e Bibo



Ringrazio l'amico Sergio Renzetti che ha pubblicato questo video su FB e lo dedico a mio figlio Lorenzo che sta imparando a suonare la chitarra e diventerà bravo come Pat.

sabato 18 aprile 2009

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Povera patria, Franco Battiato

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I progressi della scienza

Marc Nuyttens (50), dal Belgio, ha sofferto per più di 40 anni di psoriasi, ma da due anni ne è completamente libero. “E questo grazie al latte di cavallo” afferma soddisfatto.
Il mondo medico non finisce mai di riservarci belle notizie: quest'uomo ha smesso di soffrire della sua fastidiosa malattia grazie al latte di cavallo. Ogni giorno ne beveva circa un quarto di litro.
Per risparmiare aveva deciso di comprare un cavallo tutto per sè: purtroppo un allevatore disonesto gli ha venduto un maschio invece che una femmina, e quando il nostro amico Marc ha tentato di mungerlo, ha ricevuto un calcio in faccia.
Adesso soffre solo di emicranie ricorrenti.


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Layout illuministico

Lampada sbilenca.
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131 cacciabombardieri con tre buchi nei sederi...


Ecco di cosa l'Italia aveva davvero bisogno, in un momento come questo!

O la ricostruzione o gli F35
Dodici miliardi quelli che servono (così dice Maroni) per ricostruire l'Abruzzo colpito dal terremoto e 12,9 miliardi quelli che due giorni dopo il sisma, l'8 aprile, le Commissioni Difesa di Camera e Senato hanno deciso, alla chetichella, di spendere per 131 cacciabombardieri F35 (una produzione a guida americana, cui partecipano l'Italia, l'Olanda, la Norvegia, la Gran Bretagna e altri paesi) che servono in guerre d'attacco (per sfondare le linee nemiche) e che possono anche trasportare ordigni nucleari.

In realtà i costi sono superiori ai 12,9 miliardi.
Si arriva a 15 miliardi se si aggiungono quelli già stanziati e quelli per la base di Cameri (Novara) dove verranno assemblati gli F35. Inoltre, poco meno della metà di questi saranno a decollo verticale, e quindi serve una nuova portaerei per ospitarli. E inoltre gli esperti, come il generale Fabio Mini, ci dicono che gli F35 devono essere affiancati dai caccia F22- Raptor. Che noi non abbiamo, ma ce li hanno, inutilizzati, gli Stati Uniti e dai quali saremmo costretti a comprarne un po'. Altri soldi da aggiungere.
Tutto questo mentre Tremonti per l'emergenza terremoto tenta di racimolare un po' di milioni dal 5 per mille, sottraendoli a volontariato e ricerca sul cancro. E mentre dobbiamo ricostruire case, ospedali, scuole distrutte dal sisma, ci dotiamo di un micidiale bombardiere la cui unica funzione è distruggere le linee «nemiche» e con esse, effetti collaterali, case, scuole e ospedali del «teatro di guerra» di turno. È dunque un cacciabombardiere che non serve alle «missioni di pace», a meno che queste non siano un altro modo per chiamare le operazioni di guerra. Gli F35 sono dunque incompatibili con l'art. 11 della Costituzione. Ecco perchè Sbilanciamoci ha lanciato un appello (www.sbilanciamoci.org) per chiedere al governo di fermarsi.
Il parere delle commissioni di Camera e Senato autorizza, ma non obbliga, il governo a firmare il contratto definitivo entro il 31 dicembre 2009, che ansiosamente la Lockeed - chi si rivede! - capocommessa dell'F35, chiede di accelerare. Il contratto per gli F35 è una gallina dalle uova d'oro: i costi lievitano giorno dopo giorno.
(per l'articolo completo cliccare sul testo sottolineato, se non funziona... su link)

http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/argomenti/numero/20090416/pagina/01/pezzo/247503/

http://www.agoravox.it/13-miliardi-per-i-caccia.html

http://www.sbilanciamoci.org/


E intanto, per dire, la scuola di Scurano e altre scuole di montagna sono a rischio chiusura perché mancano i soldi.
Vorrà dire che i nostri bambini andranno a scuola a Parma con uno di questi cacciabombardieri, no?

Ah, la notizia non esce da nessuna parte.
Non amo 'Il Manifesto', ma almeno qui c'era...
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Layout postindustriale

Serata milanese.
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I lecchini televisivi


La posto pure qua visto che il mio blog non merita la Vostra attenzione.
Dal Buongiorno di Gramellini leggo di una storia strana in cui è protagonista la conduttrice di domenicain, una certa lorenabianchetti, passata dal condurre una trasmissione a carattere religioso a questa immondizia domenicale. Vado su youtube e trovo subito il filmato di cui si parla. E' ospite il mago Silvan, che mostra al pubblico la propria bacchetta magica dichiarando che alla fine del trucco la presterà a silvioberlusconi, che qualche tempo fa aveva dichiarato affranto, non ricordo se in occasione del terremoto o per altre questioni, di non possederne una.
La conduttrice sbianca in volto(nomen omen), diventa tesa e rigida , freme, è impaziente, e verso il secondo 34 la si vede fare un gesto con la mano sinistra: un gesto che sembra dire "appena finisce ci penso io", probabilmente rivolto a qualche capostruttura rai che le chiedeva di interrompere la performance offensiva.
Quel ci penso io si riferisce a una formidabile leccata di piedi e di cu.. nei confronti del governo, che prende l'avvio senza neanche aspettare che il numero di magia sia finito: ovviamente, per camuffare l'opera di lecchinaggio, la bianchetti ci mette pure i ringraziamenti ai volontari e etc. etc..
Che dire, a parte lo schifo? La tipa dice subito che si tratta di una battuta personale del mago (la dissociazione è la prima forma di autodifesa dei lecchini radiotelevisivi: ne fa uso anche fabiofazio, del resto) ma le si legge chiara in volto la tensione con cui proferisce queste parole: è vero, tiene famiglia e non le piacerebbe avere contro qualche pezzo grosso in rai (altrimenti potrebbe tornare alle feste di paese), ma poteva almeno aspettare che Silvan concludesse la magia.
Che vergogna, che gente indegna!
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Buongiornoooo

Già tutti svegli questa mattina, eh?
Sui monti, in lontananza, c'è un nuovo, lieve, strato di neve.
Io sono in ufficio e ogni tanto lo sguardo va da quella parte.
...
E va
il mio pensiero se ne va
seguendo un volo che già sa
in quale cuore andare e arriverà.
...

venerdì 17 aprile 2009

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Diglielo tu Maria... di cambiare la grafica




Diglielo tu Maria
come si butta via
il più bel sogno inedito
della tua fantasia.
Diglielo tu Maria
che non si fa poesia
e che i momenti magici
son tutti una bugia.
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Substrato in fermento

E' quasi mezzanotte e sono da poco tornato da una presentaione di un libro.
Niente a che fare con case editrici, niente a che fare con autori famosi o scrittori esordienti o aspiranti.
Titolo: Con la testa fra le nuvole
Sottotitolo: Piccola guida al cielo
E' un libro scritto a scopo didattico-divulgativo, senza fini di lucro, il nome dei cui autori, pensate un po', è scritto all'interno. In copertina ci sono le sigle dei produttori.
Un libro scritto da chi guarda al cielo per amore delle nubi, dei fulmini, dell'atmosfera, degli arcobaleni, della meteorologia, che riesce a trasformare tutto questo in una passione e in un sentimento di felicità, che riesce ad apprezzare le piccole e grandi cose che ci circondano e che fanno sì che la vita esista.
La mia amica Cecilia, che ha curato l'impaginazione di questo libro, mi aveva invitato ed io, di buon grado, ci sono andato.
Tutto questo mi ha fatto riflettere su una cosa, e cioè che ci sono tante persone che hanno voglia di scrivere qualcosa per comunicare un messaggio, di qualsiasi tipo, e che si prodigano per coinvolgere i lettori, a prescindere dal successo, a prescindere dalla fama, per poter dire: leggilo e, se ti va, condividilo con me.
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Nuovo layout del blog

Aspetto le vostre osservazioni (poche) e le vostre critiche (molte).
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Un genio.

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La tinta casalinga mi rende guardinga...




Questa è l'esperienza dell'anno scorso, che qualcuno di voi avrà letto su Bon Ton o Leggere e Scrivere...

"Care amiche forumiste, stamattina ho fatto il mio disastro quotidiano per cui, almeno fino a stasera, ritengo di potere stare tranquilla: in un delirio di indipendenza e risparmio ho scelto di farmi la 'tinta' (bello moderno, chiamarla tinta, lo so) in casa.
Fiera di me, ho lanciato nel carrello un castano scuro (sono castana, ma l'ultimo colore fatto a marzo dal parrucchiere era un 'chocolat' virato successivamente, causa piscina, a un biondastro rossiccio orrendo.
Ecco, ho seguito attentamente le istruzioni del produttore...

Risultato:
1)sono di un nero a dire poco imbarazzante, comprese orecchie, collo e braccia.
2)ho buttato nella spazzatura un asciugamano, chiazzato pure lui, e ho macchiato in modo (temo e tremo) indelebile il pavimento in beola brasiliana del mio bagno.

Bilancio provvisorio
risparmio economico: zero
perdita di tempo: notevole
perdita di immagine: rimarchevole
e stasera vedrò la reazione del mio compagno di vita.
e domani abbiamo una cena importante.

Quando passo davanti a uno specchio mi prende un infarto... farò come... chi era? Paolina Bonabarte? Greta garbo? la Pompadour? Rivestirò i miei specchi di drappi neri per non vedermi, o indosserò un foulard gucci - che non ho."

Esperienza di quest'anno.

Bene, mi rifaccio la tinta da sola, ma, a differenza dell'anno scorso, stavolta sono agguerrita: al posto dell'asciugamano, un asciugapiatti.
Una tshirt nera già bucata, così poi la posso buttare.
Giornali in bagno, per terra.

Molto avanti, invero.
E a differenza dell'anno scorso, via con un bel castano chiaro (che l'anno scorso sembravo kunta kinte).

Bene, prima di tutto si leggono le istruzioni.
La prima riflessione si impone: devo fare testamento?
Leggete un po' qui:
Test di sensibilità cutanea da realizzare imperativamente 48 ore prima di ciascuna applicazione anche se avete già usato un prodotto di colorazione.
Importante!
La colorazione può dare una reazione allergica che in alcuni casi può essere di grave entità. Per aiutarvi a prevenire il rischio di reazione allergica è indispensabile rispettare le seguenti istruzioni:
NON UTILIZZARE SE:
avete già avuto una reazione ad un prodotto di colorazione
-avete il cuoio capelluto irritato o non integro
- tatuaggi all'henné nero. Se avete fatto anche una sola volta un tatuaggio all'henné nero rischiate di essere divenuti allergici senza saperlo. Non utilizzate questo prodotto senza aver effettuato il test bla, bla...
PRECAUZIONI PARTICOLARI:
In caso di reazione durante l'applicazione come per esempio pizzicori intensi, irritazioni, pustole o sensazioni di bruciore al cuoio capelluto, sciacquare immediatamente e interrompere l'utilizzo. In caso di difficoltà respiratorie chiedere immediatamente assistenza medica. Prima di riapplicvare un prodotto di colorazione consultare un medico.
evitare il contatto del prodotto con la pelle e gli occhi. Non usare per tingere ciglia e sopracciglia. Non seguire questa precauzione può comportare la cecità.

Sentite, anche se oggi è venerdì 17, io ho proseguito indomita (e incosciente)... il risultato?
Uno splendente color rat musqué mesciato biondastro.
'Na schifezza.
Però sono sopravissuta....
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Dite quello che volete: a me Bip Bip è sempre stato odioso.



Giustizia è fatta!
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La cucina di Mimmo 2

giovedì 16 aprile 2009

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E vabbè.


Lo sapete che sono impedita.
Ma sono quattro mesi che chiedo al MKTVImagineManMik di aggiungere la foto della mia piccolina, la nostra portafortuna.
Lady Natassia la Nutria....

Io ci ho provato, ma questa perfida applicazione non mi ha dato tante possibilità.
O al posto del titolo.
O dietro al titolo.

io non ci credo, però.
secondo me, il nostro ImagineMan troverà una soluzione.

buonanotte....
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E no, Maria. Sarebbe comoda. Dimmelo tu cos'è.

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se riescono loro...

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Ma non trovate che si assomiglino?





Oh, io li trovo uguali uguali.
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La cucina di Mimmo





bbbbboneeeeeee
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Non è che io non sia fotogenica. E' che mi disegnano così.

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Queste sono cose...


Divorzio tra i Pooh dopo 38 anni

Il batterista-manager D’Orazio lascia: niente scioglimento, sarà rimpiazzato

Ha chiesto una forte buonuscita: l’accordo è stato raggiunto dopo estenuanti e litigiose trattative


MILANO - Stefano D’Ora­zio, batterista dei Pooh dal 1971, quando sostituì Valerio Negrini deciso ad abbandona­re la scena per essere solo auto­re (il 5˚Pooh dietro le quinte), lascia la storica formazione. E sarà sostituito. Gli altri tre Po­oh infatti non vo­gliono sentir parla­re di scioglimento. La notizia circolava da parecchio tem­po. Ora è ufficiale.
http://www.corriere.it/spettacoli/09_aprile_15/stefano_dorazio_lascia_pooh_3ab375a8-29d6-11de-8317-00144f02aabc.shtml


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Esamino di coscienza

Premessa: questa nota non si riferisce a Voi, popolo di MaKiTeVole, ma al mio gruppo di 'amici' Faccialibro. E' una riflessione mia di stamattina.

Sulla bacheca di un amico ho trovato questa nota che vorrei condividere con voi.
So che almeno la metà di voi si infurierà e mi darà della matta, ma credo che ogni tanto ci si debba fermare e si debba riflettere su quello che stiamo facendo e COME lo stiamo facendo.
L'Italia si è ormai divisa: Pro e Contro.
Pro Berlusconi, Contro Berlusconi
Pro BXVI, contro BXVI.
E' il modo con cui si stiamo comportando che, secondo me, è sbagliato.
Non è solo un problema di idee. Ci sentiamo immersi in uno Stato dittatoriale, ci sentiamo traditi da quella parte di italiani che non la pensano come noi.
Disperdiamo energie creando gruppi nuovi, senza nemmeno fermarci a vedere se quei gruppi per caso esistano già, frammentando la nostra voce. E' evidente, sembriamo un branco di lupi solitari o, nella migliore delle ipotesi, un'Armata Brancaleone che non arriverà da nessuna parte.
A me Franceschini non piace, ma ho letto stamattina che c'è chi auspica il ritorno di Baffino D'Alema.
Ho votato a sinistra solo una volta, alle ultime elezioni.
Lo rifarei (e siamo alle solite) non tanto per ideologia, ma per contrastare questo governo che non mi piace, con cui non mi sentirò mai in sintonia.
Ma forse, non è ora di piantarla di demonizzare Berlusconi con fotografie, poesie, gruppi, note e video? Cerchiamo di cambiare la legge elettorale, ma, soprattutto, cerchiamo di trovare una persona che ci soddisfi tutti e che, possibilmente, non sia D'Alema.

ecco la nota:

"Ho una cara parente in pensione, di sinistra. Insofferente di Berlusconi. Quando lo vede cambia canale. Con il cappello di vigile del fuoco, poi! l’unico copricapo adatto è un berretto a sonagli, è un buffone dice. Il disprezzo nasce da un’analisi politica dell’uomo: ha fatto i soldi con Craxi. Dico, Craxi gli ha dato una possibilità e non c’è dubbio che sia diventato miliardario, ma Agnelli e De Benedetti avevano fallito. E’ amico di mafiosi, che diamine! Mangano, Dell’Utri, Schifani.
Sicuro? Certo, Santoro e Travaglio portano le prove. Non hai sentito le telefonate ad Anno Zero, recitate da attori professionisti, tra Berlusconi e Dell’Utri? Dico flebilmente che anche il mio ordine a Speedy Pizza, ben recitato, mi porterebbe in galera. Sono in confidenza con il pizzaiolo, voglio sempre evitare la fila, prometto tangenti.
Berlusconi non vuole farsi processare, corrompe i giudici. Ma se viene sempre assolto, insisto. Appunto! Li corrompe. Boh, sapevo che la Procura di Milano aveva un pregiudizio nei suoi confronti (la Gandus, l’eroe Di Pietro).
E poi, è un uomo volgare, un parvenu: i capelli sono finti, fa le corna in pubblico, dà sulla voce alla Regina Elisabetta, giura sulle bare e sulla testa dei figli, c’ha il mausoleo nel parco, il suo ritratto 6x6 m nel salone di casa, ci fa vergognare di essere governati da lui. E poi è un laido: si fa le veline in villa a 5 a 5 (non lo dico, ho un moto di invidia). Se obbietto, la parente mi rovescia la frittata: se non disistimi il Cav anche tu, vuol dire che sei un pupazzo turlupinato da Berlusconi e dai suoi servi (Fede, ecc.).
Non so che dire. Il rigetto di Berlusconi riguarda una parte molto minoritaria del paese, e si vede ad ogni tornata elettorale. Ma è così totale da spaventare. Non c’è nulla, assolutamente nulla che distragga il popolo anti-Cav da questo astio. Anche il terremoto in Abruzzo. Se gli aiuti sono stati insufficienti o intempestivi (cosa da dimostrare) è colpa sua perché ha dirottato i soldi per il G8. Prima della pietà, della solidarietà è questo odio che gonfia il petto. Si scava nelle minuzie (vedi AnnoZero) pur di dimostrare che il Cav ha colpa. Se le voci sono concordi, anche dei terremotati, nell’elogiare i tempestivi soccorsi, allora è perché si recita un disgustoso presepe.
Un astio altrettanto feroce lo ricordo solo verso Bettino Craxi. Si è placato solo con la sua morte. Per questo ho paura."
(nota di Francesco Floris)


Non so, a voi non vengono mai dubbi?
Non sul fatto che non stimiamo Berlusconi, non mi fraintendete, ma sul modo che stiamo utilizzando per fare opposizione.

mercoledì 15 aprile 2009

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Buona lettura

Se la Chiesa spiazza i laicisti

DI DINO BOFFO

Nella cultura pubblica del nostro Paese l’anticlericalismo ha da tempo cessato di essere una risposta proporzionata agli abusi del clericalismo. E ormai vive una sua vita autonoma, a prescindere si potrebbe dire. So con ciò di asserire una cosa scomoda, e tuttavia non la posso nascondere. Devo pur darmi conto infatti di quel che avviene, di quello che leggo, di quello che ascolto. E non sono, ovviamente, alla ricerca di facili alibi. So peraltro che la Chiesa è sempre reformanda, e che dunque, se dovesse anche solo per un istante rinunciare di porsi in uno stato di autentica verifica sotto il giudizio del Vangelo, sbaglierebbe. Ma allora, se non nasce da pretese assurde della Chiesa nei riguardi della società, dove prende ispirazione l’atteggiamento di antipatia che trasuda dal lavoro – ad esempio – di una serie di redazioni giornalistiche? Le motivazioni possono essere più di una, per poi convergere su quella che invece è la ragione più forte. Ad esempio, io credo che stia arrivando al pettine il fatto che per anni la cultura laica non si è per nulla curata dell’evoluzione che era in corso nella componente cattolica della società. E oggi è come se un lungo periodo, equivalente più o meno al pontificato di Giovanni Paolo II, non ci fosse stato o nulla avesse prodotto, quando invece si è trattato di una stagione tra le più intense di ripensamento e ricollocazione. Così però ci si trova nella condizione in cui i cattolici conoscono i laici, mentre i laici non sanno percepire quanto il ‘cattolicesimo vissuto’ sia realmente cambiato. Non hanno più i codici per decrittare il mondo cattolico, e possono dunque dubitare della sua sincerità anche a fronte di testimonianze inoppugnabili che tuttavia non riescono ad ambientare. E di conseguenza non sanno porre in relazione con l’insieme dei linguaggi che oggi sono in circolazione.

Ma la ragione più profonda, e per certi versi più inconfessabile, è che probabilmente questa allergia laicista nasce da una sorta di risentimento nei confronti di una Chiesa che, pur sfrontatamente anticonformista circa i costumi, ai loro occhi sembra avere inspiegabilmente il vento in poppa. E questo è davvero troppo.

Resto assolutamente convinto che se all’appello referendario voluto nel 2005 dagli anticlericali la posizione cattolica fosse risultata perdente, oggi non staremmo qui a parlare degli attacchi laicisti alla Chiesa.

Semplicemente non ci sarebbero. Perché una Chiesa perdente piace da morire, e si è pronti a riconoscerle un’utilità sociale a tutto tondo. Naturalmente non serve ricordare che quel referendum i cattolici avrebbero voluto scongiurarlo. Per di più poi l’hanno vinto: il che è imperdonabile.


Perché i referendum nel nostro Paese hanno, per statuto non scritto, il compito di certificare la progressiva e irreversibile laicizzazione della società. Ma se questo per una volta non è, se per motivi complessi e tutti ancora da indagare si verifica uno stop in questa deriva, allora lo spiritello di una Chiesa che torna vincente diventa ossessione. E un’ossessione anzitutto moralistica, come se la Chiesa tornasse per impicciarsi anzitutto delle scelte personali dei giornalisti di Repubblica.

C’è una frase emblematica che Curzio Maltese pone all’inizio del suo libro La questua. Eccola: «In quasi trent’anni di giornalismo, avevo felicemente ignorato il Vaticano e avrei continuato a farlo se non fosse stata la Chiesa cattolica a occuparsi molto, troppo di me».

Sbaglierò, ma mi sembra una confessione candida e probabilmente inconsapevole del risentimento che ad un certo punto fa capolino non tanto per motivi politici, e neppure in fin dei conti per questioni eminentemente economiche, ma per il giudizio morale che taluni laici sentono bruciare su di sé.

La Chiesa parla, ma loro si sentono giudicati, e a quel punto la trovano insopportabile. E se non si zittisce da sola, non disdegnano modalità spicce per intimidirla, irridendola e mettendola alla gogna, che poi è il supplizio più sottile della nostra epoca. La Chiesa si impiccia di me, e io – avverte Maltese – «ho voluto restituire la premura». E mi sono messo a farle i conti in tasca, per vedere se parla a buon diritto, o se parla senza essere credibile.

Risentimento, dicevo. Ma se questo è, noi cattolici dobbiamo sospendere il giudizio, nell’attesa che il risentimento stesso evolva trovando altri sbocchi, magari più pertinenti. Una nostra ingerenza in queste dinamiche potrebbe apparire inopportuna.

Altra cosa invece è rispondere in merito agli argomenti tirati in campo come uno schermo polemico. Siccome possono far del male, e seminare zizzania, abbiamo il dovere di controbattere punto su punto, perché chi vuole la verità delle cose possa approdarvi. La prosa di Umberto Folena è qui non solo fascinosa, ma documentatissima. Va da sé che la Chiesa non possa vivere con sufficienza o alterigia il rigurgito di anticlericalismo che a tratti sembra investirla. E infatti, lungi dall’impermalosirsi, si interroga assai più di quanto non si sospetti. Il ‘mondo’ continua provocatoriamente ad essere una fonte di conversione per la Chiesa, non – ovvio – nell’allinearsi prontamente alle parole d’ordine del secolarismo, o addirittura della maldicenza, ma nel purificare le intenzioni, nello sforzo di capire il profondo dell’altro e i suoi linguaggi anche quando sono spurii o indisponenti. Se continuerà infatti a farsi trovare fedele nelle relazioni interpersonali e soprattutto nell’obbedienza al suo Signore, anche questa stagione si risolverà per la Chiesa in una grazia.

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Cosa posso dire, io, di questo film, a parte che ci ha fatto piangere come fontane?
E' la storia degli ultimi giorni di un ex veterano americano, che si porta dietro un fardello pesante come un macigno, che odia tutti gli asiatici, nessuno escluso e che, quando muore la moglie che bene o male riusciva a tamponare il lato più oscuro del suo carattere, si trova a vivere una situazione che sicuramente non cerca, ma nella quale riuscirà a trovare il modo per riscattare i propri errori.
E lo so che ho scritto solo banalità, ma preferisco lasciare parlare lui, il grande Clint.

http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/spettacoli_e_cultura/clint-eastwood/clint-eastwood/clint-eastwood.html

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Dal blog di Iacopo Fo...

Cari amici, non ce la facciamo proprio a star dietro a tutto. Quindi chiediamo aiuto.
Qualcuno conosce bene questa storia e ci sa dire se le cose stanno veramente così FORNENDO FONTI CREDIBILI? Che la Dea benedica chi cerca la verità!

"Il ponte di Messina: la truffa del secolo” Dov'è finito l'architetto del ponte?

Da un articolo di Curzio Maltese (Venerdì di Repubblica 3 nov. 2006) Berlusconi ha buttato 600-700 milioni di euro per non cominciare neppure i lavori.
- Oltre 150 milioni sprecati per: studi preparatori laute consulenze agli amici degli amici per studiare fra l'altro il "flusso dei cetacei fra Scilla e Cariddi", "l'mpatto psico-socio-antropologico dei lavori sulla popolazione locale"
- 126 chili di carta che giace negli uffici del ministero
- Un altro centinaio di milioni per l'esproprio dei terreni
- Penale da record che lo Stato dovrà pagare all'impresa appaltatrice, l'Impregilo: 388 milioni di euro.

E’ la truffa del secolo, i mercati erano sicuri che non sarebbe mai stato costruito:
- l'Impregilo vince l'appalto: il titolo crolla in borsa di quasi il 6%
- il Parlamento decide che non si farà nulla: la quotazione schizza in alto.
- Tutte le imprese straniere si erano ritirate dall'asta: la vittoria dell'Impregilo era annunciata da una telefonata dell'amministratore delegato Savona, intercettata per caso dai magistrati di Monza: "Tranquilli, l'appalto è nostro, me l'ha giurato Dell'Utri".
- Soprattutto i giapponesi, massimi esperti, che vantano il ponte più lungo a una campata, l'Akashi Kyokyo, 1960 metri, si chiedono come come gli italiani potessero credere al progetto.
- Ponte sullo Stretto: avrebbe dovuto essere lungo quasi tre chilometri e mezzo e con due linee di ferrovia
- Autore di una simile meraviglia: William C.Brown, mai nominato da nessuna rivista di architettura del Pianeta, nipote di un più famoso William H.Brown che ha progettato un paio di ponti in Africa ai tempi delle colonie.
- Due architetti italiani, Ugo Rosa e Domenico Calandro, hanno lanciato una "caccia a mister Brown" e hanno scritto l'esilarante diario su Internet. Pare che sia scomparso qualche mese fa.

http://www.jacopofo.com

http://www.jacopofo.com/ponte_messina_bufala_mostruosa

martedì 14 aprile 2009

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I compagni di merende



FIRENZE - Con lui se ne va l'ultimo «compagno di merende», secondo quella definizione che lui stesso aveva coniato.
Mario Vanni, compagno di merende di Pacciani, è morto. Dicono che conoscesse la verità sui mandanti occulti degli omicidi del mostro di Firenze. A me pareva solo un vecchio rincoglionito, dall'età e dal fatto di trovarsi in mezzo a qualcosa più grande di lui. E forse ha pagato lui per salvare il culo a qualche pezzo grosso della borghesia di quelle parti dove lui abitava: forse un maniaco, un guardone, ma un assassino mi pare proprio di no.
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MA IO PER IL TERREMOTO NON DO NEMMENO UN EURO..." (di Giacomo Di Girolamo)

Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.

Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.

Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.

Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese.
E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.

C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno?
Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente?

Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte.

Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.

Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate.

Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente.

Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima?
Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo.

Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove – per dirne una – nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto.

Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto.
Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto.

Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto.

Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia.

Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know – how del Sol Levante fosse solo un’ esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico.

E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia.
Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso.
Come la natura quando muove la terra, d’altronde.
Giacomo Di Girolamo


Cosa ne pensate?

lunedì 13 aprile 2009

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Vacanze romane


Ciao,
sono tornato da poco da Roma dove ho trascorso un paio di giorni con la famiglia.
Totale relax, lunga passeggiata in centro e visita parenti.
Guardando le varie previsioni meteo sono partito portandomi dietro abiti non troppo primaverili e così mi sono ritrovato in Via del Corso con la maglia di lana e un giacchetto impermeabile. Mi sembrava di essere in quel film in cui Totò e Peppino si recano a Milano vestiti come se avessero dovuto andare in Siberia!
Oltre ai lucchetti di Moccia e alle molte bellezze offerte dalla città, ripensando ad un precedente post e a quanto aveva detto Vlad, giunto a Piazza Navona ho fotografato vari artisti di strada, guardandoli molto attentamente. Fra questi alcuni musicisti veramente bravi. Non volevo rischiare di non aver riconosciuto qualcuno. Ma le mie conoscenze sono quelle che sono, e allora se qualcuno riconoscesse questi signori è invitato a dirci chi sono.










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Provaci ancora, Sam! Woody Allen.




Bei tempi.
Come mi piaceva, allora, Woody.
E a voi?
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da "Il nuovo Bon Ton", Lina Sotis


Immagine.
E' la parola più abusata del momento.
Qualsiasi immagine vogliate dare di voi stessi, fate in modo che sappia mai di un'immagine voluta.
Voler essere quello che non si è è comico e soprattutto non riesce mai.


I nuovi ricchi
Frequentateli sempre, vi faranno sentire migliori.

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Sinceritàààààààààààààààà



Radio Margherita oggi dedica questo brano alle persone sincere come Arisa, essere creato in laboratorio e (per Api) inascoltabile e inguardabile.
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Reading al Caffè letterario di Parma


Sono stati bravissimi (c'è andata la famiglia Vladapi al completo).
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Fusione di società consolidanti: la fiscal unit non è per tutti

Possibilità di continuare la fiscal unit con le controllate/consolidate dell'incorporata. Società, quest'ultima, che però, per effetto della retrodatazione degli effetti fusione al 1° giugno 2008, si trova ad avere un esercizio sociale non coincidente con l'incorporante, con la conseguenza che il suo risultato relativo al periodo 1/1/2008 - 31/5/2008 non potrà confluire in CNM 2009. E' solo una sintesi dell'articolata risposta fornita dall'agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 101/E del 9 aprile.
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Plusvalenze investite in start up.

Non solo azioni e quote. Anche la cessione di obbligazioni convertibili e di diritti d'opzione può far sorgere il diritto all'esenzione sulle plusvalenze da start up. E' solo una delle indicazioni che l'agenzia delle Entrate ha fornito con la circolare 15/E, a illustrare la disciplina introdotta dalla "manovra d'estate".

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Strange days



Wiki:

Strange Days è il titolo di un film di fantascienza del 1995 diretto da Kathryn Bigelow e prodotto e scritto da James Cameron. Vi partecipano Ralph Fiennes, Angela Bassett, Juliette Lewis, Tom Sizemore, Michael Wincott e Vincent D'Onofrio. Il film è famoso per la sua visione distopica del futuro, e per l'ambivalenza morale di molti dei suoi protagonisti, portando qualcuno a descriverlo come un esempio di noir postmoderno.

Che film... adrenalina pura!

domenica 12 aprile 2009

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Lettere anonime


Una lettera e il suo contenuto dipendono anche dalla firma.
Chi non trova il coraggio di porla in fondo alla missiva trovi il coraggio di non scriverla.
Le lettere anonime non si spediscono e non si leggono.
Si cestinano.
Esattamente come chi ha fama di scriverle.

(liberamente tratto da 'Il Nuovo Bon Ton, Lina Sotis)
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Quattro colpi, quattro colpi gli dovete sparari...






Il post di Api sull'arresto di Rosa Petrosino mi ha riportato alla memoria uno sceneggiato televisivo dei primi anni settanta in cui un ottimo Adolfo Celi interpretava Joe Petrosino, l'investigatore della Polizia di New York che combattè una coraggiosa guerra alla 'Mano Nera', la stessa organizzazione mafiosa che lo assassinò nel 1909 a Palermo.
Mi piace pensare che il cognome dell'eroico poliziotto italo-americano ora ritorni, governato da una sorta di giustizia 'superiore', nell'arresto dei giorni scorsi, e che il sacrificio di Joe non sia stato consumato invano.
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Una piccina coraggiosa. Un inno alla vita.


MILANO - Le hanno costruite apposta per lei, per una bambina inglese di cinque anni, e così Ellie è diventata la più giovane persona al mondo a «indossare» un paio di gambe tecnologiche, le stesse, in versione ridotta, che hanno permesso al paralimpionico sudafricano Oscar Pistorius di diventare campione mondiale dei 100, 200 e 400 metri. Una gravissima meningite l'aveva colpita, ironia della sorte, all'età di 16 mesi, proprio quando stava cominciando a muovere i suoi primi passi, provocandole danni irreparabili al sistema nervoso. «I dottori ci avevano chiamato per dirle addio — raccontano adesso i genitori che vivono con Ellie e la sorella a Little Clacton, nell'Essex, in Gran Bretagna —. Il suo cuore si era fermato, ma noi, ai piedi del letto, la supplicavamo di non lasciarci». A quel punto il suo cuore ha ripreso a battere, ma il suo corpo era ormai segnato dalla malattia, le sue gambe e le sue mani erano diventate blu e, quattro giorni dopo, i medici sono stati costretti all'amputazione.

http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_12/ellie_gambe_pistorius_a894a1be-2729-11de-8b6f-00144f02aabc.shtml

Il suo sorriso mi ripaga di tutta la malinconia di questi giorni.
Un abbraccio forte forte a tutti e un augurio di un po' di serenità.
Api.
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Arrestata Rosa Petrosino, tra i 100 latitanti più pericolosi


Avete letto di questa Gran Dama?
Si era rifugiata sotto il letto del suo papino...
e ha avuto il becco di ferro di dire 'Potevate aspettare dopo le Festività Pasquali'...

Buona Pasqua, Rosa. Spero che i tuoi amici non ti portino un uovo di Pasqua con una lima dentro, ma che lo Stato ti chiuda in una cella e butti via la chiave.

venerdì 10 aprile 2009

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Dite quello che vi pare. Ho voglia di tenerezza.




Ho fatto un test su Faccialibro.
"Quanto sei acida?"
Risultato:
Latte fresco.
Vabbè.
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Telecamera nascosta.

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Valerio Varesi, Il paese di Saimir


Saimir ha diciassette anni ed è da poco arrivato in Italia dall’Albania. È clandestino e lavora come muratore in un cantiere, naturalmente in nero, senza alcuna garanzia o sicurezza. Un giorno entra in un palazzo fatiscente, tocca il muro sbagliato e il palazzo crolla. Saimir rimane sepolto. Ma Saimir stava lavorando illegalmente: non può essere lì, è invisibile. Fuori, si scatena la ferocia e l’avidità di chi è rimasto vivo, e anche chi fino a quel momento è stato capace di pietà, si inaridisce. Il paese di Saimir è la vigorosa denuncia, senza mezzi termini o rassicuranti sfumature, di come oggi un’imprenditoria senza scrupoli sfrutti l’immigrazione clandestina a proprio vantaggio. Attraverso una lingua dura e schietta, ma capace di commoventi aperture poetiche, Varesi traccia la parabola di un giovane lavoratore “fantasma” costretto ai meccanismi malati dell’edilizia illegale. È la storia di un’altra vittima, un altro corpo che va a ingrossare la tragica lista di morti bianche.


Il paese di Saimir di Valerio Varesi (VerdeNero, Noir di Ecomafia, 2009) - pp. 320 - euro 13,00 - ISBN
978-88-96238-03-5
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Questo articolo mi piace. Mi dona ottimismo. A voi?

Quell’Italia che ce la fa


di Ferruccio de Bortoli

Nei momenti di dolore colletti­vo si scoprono immagini inde­lebili di solidarietà, effi­cienza e unità d’intenti del nostro Paese. Due su tutte: la dignità e la com­postezza di chi ha perdu­to sotto le macerie un fa­miliare, la generosità di tanti volontari anonimi. In realtà, non dovremmo assolutamente sorpren­derci, come facciamo in questi giorni. Il Paese non si trasforma, non si scopre diverso. Mostra so­lo alcune delle sue tante qualità. Lo spirito italia­no, quello vero, è ben de­scritto dagli inviati del Corriere. E ci si accorge che l’informazione è uti­le, necessaria. Non do­vremmo stupircene. Insie­me alle notizie circolano i sentimenti, le emozioni. Ci si sente tutti parte di una comunità. Ma i me­dia non svolgerebbero fi­no in fondo il proprio compito se non denun­ciassero le tante incurie, le leggi inapplicate, le co­struzioni colpevolmente fuori norma. E se non continuassero, anche quando l’emergenza sarà finita, a diffondere quella cultura della prevenzione e della manutenzione che misura il nostro livello di civiltà. [...]

articolo completo su

http://www.corriere.it/editoriali/09_aprile_10/debortoli_3be1ca2a-258e-11de-bdf0-00144f02aabc.shtml


Non so a voi, ma De Bortoli mi piace.

Sono la solita sognatrice?

Api




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Il fragile cemento delle case d'Abruzzo "Lo hanno riempito di sabbia del mare"

CI hanno raccontato della furia del terremoto e non ci hanno spiegato che l'Abruzzo, come una parte consistente del Paese, soprattutto nel centro-sud, è seduto su un letto di cemento impastato con sabbia di mare. Imbracato da un'anima di ferro che il sale di quella sabbia si è mangiato con il tempo, rendendolo sottile e fragile come uno stuzzicadenti.

Un portavoce di "Impregilo" (già gruppo Fiat e oggi gruppo Benetton-Gavio-Ligresti) ha spiegato ieri che quella che è oggi tra le principali imprese di costruzione del Paese (è capofila per la costruzione per il ponte sullo stretto di Messina) si aggiudicò è vero nel 1991 la gara per la messa in funzione dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila, ma è "estranea alla realizzazione delle opere di cemento armato". Che non fu lei, ma "altri, nei primi anni '80", ad impastare il calcestruzzo di quello che, dall'alba di lunedì, è il simbolo accartocciato della vergogna. Ma, evidentemente, c'è di più del San Salvatore nella catastrofe abruzzese. Racconta oggi Paolo Clemente, ingegnere della task force Enea-Protezione civile al lavoro tra le macerie dell'Aquila, che gli edifici di nuova costruzione - e per "nuova" è da intendersi fino a trent'anni - sono implosi tutti allo stesso modo. Si sono prima "seduti" sulle proprie fondamenta per poi accartocciarsi al suolo sotto il proprio peso. Di più. "Per quello che è stato sin qui possibile vedere attraverso la ricognizione tra le macerie - spiega - il collasso dei piani bassi è stato prodotto dallo schianto dei pilastri in cemento".

continua su:
http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/sisma-aquila-3/sabbia/sabbia.html
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Scusatemi.

Io so che vi chiederete la ragione per la quale mi sto dedicando solamente al problema del terremoto e, di conseguenza, a tutto quello che sta uscendo.
Mi dispiace, so che il nostro blog è - anche - un blog con il quale farci compagnia, sul quale fare due risate tutti insieme.
Io però in questi giorni non riesco più.
Stiamo diventando scemi, su Facebook, stanno uscendo notizie veramente spaventose, non riesco a pensare ad altro, per ora.
Passerà, spero.
Ma per ora ho accantonato anche la mia rassegna (che è già comunque tutta organizzata, con date, artisti e orari...), i miei libri e tutto il resto.
Cercate di capirmi.
Ci sarà tempo anche per scherzare.
Un bacio a tutti,
Api
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Intervista ad Anna, blogger de L'Aquila

Terremoto in Abruzzo, si affastellano commenti e servizi giornalistici. I media millantano la bontà dello share, Radio Maria invoca la Passione di Cristo. Da Porta a Porta a Matrix, fino ad Annozero (stasera con i servizi di Sandro Ruotolo), passando per Ballarò ed Exit, opinionisti, politici e ingegneri studiano il caso. C'è anche un mondo parallelo, un'informazione che scorre in Rete e ci aggiorna con le immagini e le testimonianze raccolte su Facebook e Twitter. Poi stamattina leggo Miss Kappa:

Dietro Miss Kappa c'è Anna Pacifica Colasacco, nata a L'Aquila il 22 luglio 1956 e residente, fino al 6 aprile 2009, in via Costa Masciarelli, 8. Vi dico solo una cosa: Onna conta all'incirca 600 abitanti e danno 48 morti (più o meno) L'Aquila ha 42.000 abitanti e vi dicono che i morti sono, compresi quelli di Onna, poco più di 200. A voi le conclusioni. I morti sono quasi mille.

Qui invece siamo a quota 278. Anna è una blogger e nel suo ultimo post ha lasciato il suo numero di cellulare. La chiamiamo.

"Sono stanca, non mangio dalla scossa della notte di domenica, solo un po' di latte. Devo trovare un pc e una chiavetta per aggiornare il blog. Gli ultimi due post sono riuscita a scriverli io, i due precedenti li ho dettati a un'amica di Bologna, per avvertire che ero viva".

Dove ti trovi adesso?

Sono a casa di amici in campagna, tra Loreto Aprutino e Penne.

Ma abitavi a L'Aquila.

Si, nel centro storico. Lì avevo anche il mio negozio di antiquariato che ora sarà distrutto, suppongo. Ora hanno transennato tutto. Prima del blocco mio marito voleva rientrare ma c'è stata un'altra scossa ed è scappato.

Nel tuo blog parli di politica e attualità, ma anche del terremoto. Quando hai iniziato a occupartene?

Almeno quattro mesi fa. Già allora eravamo soli, ci tranquillizzavano. Siamo stati portati a morte e i responsabili sono il sindaco Massimo Cialente, Stefania Pezzopane Presidente della Provincia e della Regione Gianni Chiodi oltre al suo predecessore Ottaviano Del Turco. Siamo stati dimenticati e non hanno pensato a un piano di emergenza.

Si parlava di scosse da dicembre.

Ci sono state tutti i giorni a partire dal 12 e 13 gennaio. Gli ultimi due mesi sono stati intensi. Ma se parlavi a un pescarese delle scosse de L'Aquila diceva che no, non poteva essere vero. I giornali stavano zitti, le autorità pure. Calma piatta.

Ma le avvisaglie c'erano.

Il 30 marzo una scossa aveva lesionato la mia casa. Ho chiamato i vigili del fuoco. Secondo loro si trattava solo di una crepa nell'intonaco. Ma io me ne sono andata.

Dove?

Nella mia casa a Santo Stefano di Sessanio, vicino a Paganica, epicentro del terremoto. Ora ho perso anche quella. Sono rimasta lì due giorni, poi volevo tornare a L'Aquila per lavorare.

Quindi sei tornata. E arrivano le 23.30 di domenica.

Sento una scossa fortissima e accendo la tv, ma le autorità dicono che l'epicentro è a Forlì. Non ci credo. Io e mio marito usciamo di casa, andiamo da alcuni amici a Paganica che vivevano al piano terra. Alle 3.30 ci crolla tutto addosso, ci salviamo in mezzo a una nebbia fittissima.

Siete riusciti ad uscire subito dalle macerie?

Si, mio marito ci ha aiutati. Siamo andati in macchina al parcheggio del Multisala Garden a Monticchio. Era sventrato, i vetri sfondati. Entriamo al bar, prendiamo acqua e ricarichiamo i cellulari. In macchina la radio trasmetteva ancora canzonette, le prime notizie sono arrivate alle 6. I primi aiuti e le ambulanze alle 7. Eravamo in campagna e la terra continuava a tremare.

Nel parcheggio del multisala hanno allestito anche un campo.

Sì, è piccolo. Sono arrivati in molti della Protezione civile da Milano e dal Friuli e noi ci siamo spostati. Sono efficientissimi, non manca niente, anche se sembra una zona militare. Ora abbiamo tutto, sono disponibili anche gli alberghi sulla costa. Poi ci dimenticheranno.

Dormi nelle tende?

No, c'è chi ha più bisogno. Sono stata in macchina.

Stanotte c'è stata un'altra scossa.

Sì, scene di panico.

Nel tuo post hai parlato di mille morti. Sono cifre che stravolgono i conteggi.

Due medici de L'Aquila mi hanno detto che tanti dei ricoverati negli ospedali morti a seguito del terremoto non sono stati conteggiati fra le vittime. E i nostri medici non possono entrare negli ospedali dei campi perché sono considerati sfollati. E poi facciamo un conto.

Prego.

Onna aveva 600 abitanti, è stata distrutta. L'Aquila, che ora è un ammasso di calcinacci, ne aveva 42.000. E saremmo a 270 morti, compresi i 48 di Onna. Le cifre non tornano.

Quindi i morti che mancano all'appello sarebbero nascosti negli ospedali.

Sì. Per ora non li vogliono dire. Preferiscono comunicarli un po' alla volta.

Per ora sono confermati 278 vittime, staremo a vedere. L'Aquila è zona sismica e gli abruzzesi sono abituati a convivere con le scosse, ma c'è chi sostiene che con un piano di emergenza si potevano salvare molte vite.

Certo. Le scosse andavano avanti da tre mesi consecutivi, questa non era la normalità. Gli stessi precedenti si verificarono solo una volta.

Quando?

Nel 1730, quando L'Aquila venne rasa al suolo dal terremoto. Ne parla anche Anton Ludovico Antinori e la dinamica è stata la stessa: prima lo sciame sismico, poi le scosse minori e infine quella decisiva. La sequenza è stata identica, il piano d'emergenza e l'allestimento preventivo di campi e tende era doveroso.

Su Facebook, in tv e sui giornali ci sollecitano ad inviare aiuti, ma tu inviti a stare attenti. A chi consigli di donare?

All'ANA (Associazione Nazionale Alpini). Mi sembra la più affidabile. Di certo non al conto corrente della Regione Abruzzo: prima abbiamo avuto Del Turco e ora i nostri politici che ci hanno portato alla tragedia.

Parliamo di informazione. Hai letto i giornali o visto le tv in questi giorni?

No, ascolto la radio che ho in macchina. So che nei campi vengono distribuiti Il Tempo e Il Centro che pubblica la lista dei morti.

E ora che fai?

Cerco di capire, torno al campo. Voglio vedere cosa sta succedendo e aggiornare il blog.

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