lunedì 16 marzo 2009

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Un altro tipo di specchio

"Ci sono giorni in cui ogni cosa che vedo mi sembra carica di significati: messaggi che mi sarebbe difficile comunicare ad altri, definire, tradurre in parole, ma che appunto perciò mi si presentano come decisivi. Sono annunci o presagi che riguardano me e il mondo insieme: e di me non gli avvenimenti esteriori dell'esistenza ma ciò che accade dentro, nel fondo; e del mondo non qualche fatto particolare ma il modo di essere generale di tutto. Comprenderete dunque la mia difficoltà a parlarne, se non per accenni."
Di Italo Calvino

11 commenti:

Anonimo ha detto...

ci sono giorni in cui vorrei essere pietra di nuraghe, indomita sotto l'acqua, lassù in alto.
e non budino avariato. come stasera.

Ben ha detto...

Xenia, e oggi il budino avariato si sente meglio?

api ha detto...

io oggi mi sento che...
DIVENTERO' FAMOSAAAAAAA
(l'ho messo anche su Faccialibro)
signed sent delivered.


E voi con meeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee.


(dev'essere l'elisir di Scappi che fa effetto)

Anonimo ha detto...

grazie Ben, oggi mi sento uno yogurt scaduto solo da un giorno.
in effetti, c'è un miglioramento.
e Api che ronza piena di indicibile primaverile buonumore sulle violette, mi cava fuori dal profondo un istinto tipo Attila.
non fateci caso.
ps: ieri mi sono ascoltata almeno 3 volte la canzone dell'ottimo Masini. quale? indovina un po'...
vado.
e Mik, che fine ha fatto?

api ha detto...

Mik lavora lavora lavora lavora lavora.
il morbo di vlad.

Ben ha detto...

Ah, allora ti sei rimessa!
Lo yogurt scaduto da un giorno non fa male, anzi, può avere delle proprietà indicibili (perchè è meglio non dirlo).
Api oggi è... pungente.

Micheluzzo ha detto...

Io sono leggenda.

Vlad ha detto...

tipo Marilyn?...

Vlad ha detto...

oppure quella del 'santo bevitore', o quella del 'pianista sull'oceano'?
IO SONO quindi penso...

Micheluzzo ha detto...

Io no.

Vlad ha detto...

non sei o non pensi?
io penso che non si possa pensare di essere senza pensare. Ma se si pensa troppo, si è di più? E se, pur pensando tanto, il pensiero è debole, si torna ad essere normali o non si è più?
E se non si è più, si è dei più?
Ma se si è dei più, quindi si è, come è possibile non essere più?...
Una soluzione ci dovrà pur essere.
Io girerei il quesito ai filosofi. Quelli veri... Mik! Margot! ci siete?

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