venerdì 20 marzo 2009

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Mik Kirk, P.I. / 4

Non so come la pensiate voi, ma io mi ritengo un uomo fortunato: faccio un lavoro che mi piace, ho un ufficio tutto mio, decido quando lavorare e quando andare in cerca di avventure. E poi ho tutte le comodità che potrebbe desiderare un uomo della mia età. Quel giorno, infatti, ero alla mia scrivania intento a tagliare le unghie dei piedi: avevo già bucato sei paia di calzini, e non mi andava di bucare il settimo. Usavo una vecchia tronchessina azteca, che il mio amico Juan Rafael Pampinella mi aveva portato dal Messico, un giorno che era passato dalle mie parti a portarmi un pacchetto di frittelle imburrate. Era tutta incisa, e aveva degli inserti in avorio: quando non la usavo per igiene personale, la utilizzavo come fermaporte per il bagno che condividevo giù nel corridoio con una famiglia di portalettere cinesi. Quel giorno, dunque, ero arrivato ancora al terzo dito del piede destro, quando entrò nel mio ufficio il più gran pezzo di donna che vedessi da almeno un paio di mesi (fatta eccezione per quella bambolina sul paginone centrale di una rivista per adulti che mi arrivava perchè ero iscritto all'ordine). Mentre scendevo il piede della scrivania, e facevo sparire le unghie già tagliate, inghiottendomele con una manciata di puntine da disegno, riconobbi nella donna la signora Catherine Amatuzzo, vedova dell'avvocato Sam Campanella, che aveva difeso alcuni uomini di Joe Quartararo nel processo che il giudice federale Vic Pensabene aveva intentato contro il crimine organizzato che spadroneggiava in città. L'avvocato era molto più anziano della donna che aveva sposato, ed era morto da poco tempo, lasciando la vedova inconsolabile.
La signora Amatuzzo mi guardò cortese e disponibile, dando un'occhiata al mio ufficio. Sembrava incuriosita dal disordine che regnava nella stanza: ma il mio era l'ufficio di un uomo che lavora, mica una gelateria per buoni a nulla figli di buona famiglia, per cui non mi scandalizzai troppo per il suo sguardo perplesso e poi affranto.
Alla fine fece un lungo sospiro e mi parlò: Sono qui per l'assicurazione della mia Ford Sentina, scade domani...
L'ufficio dell'assicurazione lo trova uscendo sulla destra, le feci io, spazzandomi dei frammenti di unghie dal risvolto della camicia.
E questo fu tutto ciò che le dissi. Soltanto dopo pensai che quel giorno, essendo mercoledì, l'ufficio dell'assicurazione avrebbe aperto soltanto di pomeriggio.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

qual è l'ordine professionale che invia gratuitamente la rivista per soli adulti?

api ha detto...

ma, cara Margot, questo lato di Mik è spaventevolmente oscuro.
Io credo che nessuno vi si possa addentrare senza venirne risucchiato.

Le consiglio di rimanerne fuori...

Ma lei... di dov'è?

Buonanotte a tutti, vado a nanna.

api ha detto...

a me questa faccenda piace davvero.

Anonimo ha detto...

io sono di qualunque luogo della terra,sono abitante del mondo, come chiunque del resto

Vlad ha detto...

chedueballe
IO SONO QUALUNQUE LUOGO

Cara Margot, sicuramente l'ordine di cui parla Mik non è quello a cui sono iscritto; al massimo, a noi potrebbero inviare la 'Gazzetta dello sport' della settimana prima, dopo che l'hanno letta al Collegio dei geometri...

Micheluzzo ha detto...

Siete solo invidiosi del mio ordine.

Vlad ha detto...

Cara Margot,
sono tornato ora a casa e la mia gentile Presidentessa mi fa notare che il mio commento sul 'LUOGO' si avvia con un bel 'chedueballe'.
Chiedo perdono se ho dato l'impressione di una reazione volgare. Non era mia intenzione. Il problema è che ho digitato velocemente la mia pw, trascrivendola nel testo anziché nella casella dedicata.
E' sempre un piacere dissertare con una gentile signora che si chiama Margot...

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