martedì 24 marzo 2009

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Mik Kirk, P.I. / 5

Ho sperimentato sulla mia pelle che certe volte non basta risolvere un caso: bisogna anche farsi pagare. Quando le cose andavano male, perchè chi mi aveva contattato spariva o passava a miglior vita, potevo per fortuna contare su alcuni vecchi amici, che mi davano dei lavoretti, per guadagnare qualche spicciolo in attesa di tempi migliori. Un inverno di molti anni fa, mi misi a lavorare come cardatore di tappeti persiani per conto di un negozio sulla 32ma, che era gestito da Dick Fontanasalsa. Ogni sera mi mettevo nel mio ufficio a ricamare motivi bizzari, ispirandomi ai nomi che traevo dall'elenco telefonico di Panormville: al mattino passava uno dei ragazzi di Fontanasalsa, giovani al loro primo lavoretto che mettevano da parte qualche soldo per il college, a ritirare il tutto.
Quella settimana stava lavorando a un tappeto stile Vecchia Brianza: la luce della lampada sulla mia scrivania mi faceva compagnia, e sulla parete di fronte a me vedevo le ombre delle mie braccia correre su e giù lungo la fitta trama del tappeto. Come ogni sera, feci uno squillo al ristorante coreano giù all'angolo, il Cuore di Cane, e ordinai la mia solita porzione di rognone di antilope e salsa di picchio. Pochi minuti dopo bussarono alla mia porta. E' aperto, gridai. Era il proprietario del ristorante, Lee Hong Laferla, ma non era da solo. Al guinzaglio portava due antilopi.
Beh?, chiesi, tornando al mio tappeto. I rognoni sono finiti, mi disse, posso darti della coda se vuoi, o magari della lingua. Restai fermo a pensare: sinceramente avevo già fatto un bel pensierino ai rognoni, ma la possibilità di addentare un bel pezzo di coda mi faceva venire l'acquolina in bocca (erano le dieci passate, e non mangiavo dalla colazione). Vedendomi titubante, Lee Hong mi disse che mi avrebbe fatto un prezzo davvero speciale. Va bene, pensai, in fondo si deve mangiare, una parte vale l'altra. Voglio quella più scura, dissi alla fine. Saggia decisione, mormorò Lee Hong, e tirò fuori un coltello dalla giacca.
Fu questione di un attimo: sentii il sibilo della lama sfiorarmi la guancia, e il vetro della finestra alle mie spalle rompersi fragorosamente. Mi buttai sotto la scrivania. Cristo, la mia pistola era nella giacca, sull'attaccapanni vicino alla porta! Vedevo i piedi di Lee Hong avvicinarsi lentamente a me: certamente quel pazzo aveva deciso di vendermi agli uomini di Bob Messina in cambio della loro protezione. Poi sentii un colpo sordo, e vidi il coreano cadere faccia a terra. Saltai fuori dalla scrivania: le due antilopi mi guardavano.
Senti un po', mi disse quella scura. Noi l'abbiamo messo fuori combattimento per un po', ma tu promettici che ci lascerai libere, in segno di riconoscenza.
Il mio stomaco borbottava per la fame, ma mi sembrava un buon affare.
Ok, ci sto, feci io. Avete bisogno di altro?
Sì, magari dieci dollari per il taxi fino all'aeroporto, rispose quella che era stata in silenzio fino a quel momento.
Aprì il cassetto della scrivania e presi il portafogli. Gli diedi i soldi e se ne andarono immediatamente.
Non le vidi più in giro, quelle due.
E nessuno vide uscire Lee Hong Laferla dal mio ufficio.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Mik, non so dove postare questo ma sono sicura che ospiterai volentieri il mio commento visto che riguarda un'amica comune.

Vi consiglio anch'io, come Duccio:
"Ineffabili teste d’uovo", della “nostra “ Annalisa Ferruzzi,
Terminato proprio questa mattina, mi è piaciuto molto.
La scrittura è coinvolgente, oltre che molto curata nella forma.
Non è facile tenere desto l’interesse del lettore dalla prima all’ultima pagina: questo romanzo ci riesce bene, grazie anche alle caratteristiche che la scrittrice regala a ciascuno dei personaggi.
Alcuni dei quali dotati di quell’amara ironia tipica di chi, forse, nella vita è stato profondamente deluso.
Come conosce bene l’animo umano, la nostra cara Annalisa, anche i lati più meschini e inconfessabili. Segno di grande umanità e sensibilità.
La trama poi, denota vivida intelligenza e grande cultura.
Da leggere.
Brava Annalisa!

Anonimo ha detto...

Ho letto il tuo (posso darti del tu?) messaggio su Leggere e Scrivere che apprezzi la mia idea dello Streghino.
Mi ha fatto piacere.
Ciao
Marco

api ha detto...

Certo che la apprezzo, mi piace molto (anche se non come appendice allo Strega, come dite giustamente voi.
Ma un premio per piccoli editori ci vorrebbe davvero (e chissà... una volta che mi sono 'liberata' dalla rcs 09... che non studi qualcosina!)

Grazie a te, Marco!

api ha detto...

ma dov'è sparito il coreano.

Anonimo ha detto...

Il coreano se l'é mangiato, aveva una fame!

Micheluzzo ha detto...

Bravo Massimo, hai vinto un rognone di antilope!

Anonimo ha detto...

uhmmm..., sento già l'acquolina, l'ultima volta che ho mangiato antilope avevo ancora tutti i capelli...

Micheluzzo ha detto...

Sarà stato mica al tuo banchetto di nozze in Africa?

Anonimo ha detto...

No, no, lí ne avevo già pochi (di capelli), é stato in Zaire; spezzatino di antilope e crescentine alla porrettana, una goduria!

Micheluzzo ha detto...

Ma lo spezzatino con i piselli o con le patate?

api ha detto...

ma le crescentine con cosa (tremo già).

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