venerdì 14 novembre 2008

36

da "Ti ho trovata", A.P. Fantoni, Mamma editori

Oggi ho voglia di confrontarmi con voi.
Come avreste scritto questa pagina?

"All'Hotel Hungaria, in quel preciso istante, entrò un uomo alto, i capelli biondo cenere leggermente mossi, qualche filo grigio sulle tempie, abbigliamento sportivo. Trascinava un trolley da viaggio con le rotelle. Aveva lo sguardo annoiato, come se per lui, essere nella cità più romantica del mondo non avesse nessuna importanza. Sembrava assorto. Porse la carta d'identità alla ragazza alla reception, la guardò di sfuggita, chiese un elenco telefonico e salì in camera. Buttò la valigia in un angolo: non la aprì nemmeno. Accese una sigaretta, aprì il frigobar, perse una bottiglia di birra, la stappò. Si sedette allo scrittoio. Con calma, iniziò a scorrere l'elenco telefonico. Arrivato alla B alzò un sopracciglio: si concentrò sui nomi che leggeva lentamente. Bevve di un fiato la bottiglietta all'inizio della 'Be'. Dopo qualche minuto i suoi lineamenti si deformarono in un ghigno cattivo, il viso d'angelo divenne diabolico. Rise forte. Si alzò, andò davanti allo specchio, si ravviò i capelli con una mano. Rise ancora, tirò fuori dalla tasca un piccolo contenitore. Fece scivolare un po' di polvere sull'elenco telefonico, la inalò. Starnutì, inspirò potentemente. Fece un segno con la penna rossa intorno a un nome.

Belicchi Giuditta, Via Lepanto 11. Lido di Venezia. Tel.....

Strappò la pagina dall'elenco, si alzò e uscì dalla stanza.

La caccia aveva inizio."


bene, è la prima volta da un anno che rileggo un pezzo del libro.

ecco, io cambierei un sacco di cose, mannaggia.




36 commenti:

Catia ha detto...

" All'Hotel Hungaria, in quel preciso istante, entrò un uomo alto, i capelli biondo cenere leggermente mossi, qualche filo grigio sulle tempie, abbigliamento sportivo. Con passi lenti, trascinò il suo trolley fino alla reception, porse la carta d'identità, osservando l’impiegata con un sguardo annoiato e distaccato.Con altrettanta freddezza e alterigia, le chiese un elenco telefonico e salì in camera. Buttò la valigia in un angolo e si concesse una piccola pausa con una birra fresca e una sigaretta: Venezia era davanti a lui… come una cartolina opaca e sbiadita dal tempo. Quelle bellezze architettoniche e quel malinconico romanticismo della laguna, lambivano a malapena i suoi pensieri. Prese a scorrere l’elenco del telefono…censendo ogni lettera b, concentrandosi su ogni nominativo che gli scorreva sotto gli occhi, finchè… Eccola “Be”. La mascella si contrasse in un ghigno cattivo conferendo una nota diabolica ai suoi angelici lineamenti. Scoppiò in una risata minacciosa, fragorosa, sinistra. Con una biro rossa, evidenziò un nome ed un indirizzo: Belicchi Giuditta, Via Lepanto 11. Lido di Venezia. Tel.....
Strappò la pagina dall'elenco e la ripose nella tasca destra. Si guardò velocemente allo specchio e abbandonò la camera con calma e sicurezza. La preda era stata individuata, non rimaneva che incominciare la caccia!

Anonimo ha detto...

Cara Pia,
come sai non ho velleità di scrittrice, è evidente, ma mi sono divertita ad accoglire il tuo invito.
Non spararmi!
Maria

“All’Hotel Hungaria, in quel preciso istante, entrava un uomo alto, capelli biondo cenere leggermente mossi. Qualche filo grigio a decorare le tempie. Abbigliamento sportivo.
Trascinava quasi distrattamente un trolley da viaggio. Lo sguardo era annoiato: trovarsi nella città più romantica del mondo sembrava non avere nessuna importanza né suscitava in lui l’eccitazione che Venezia induce, da sempre, nei turisti. In tutti i turisti. Lui: unica eccezione.
Sbrigò l’inevitabile pratica del check in. Guardando distrattamente l’impiegata alla reception, le chiese l’elenco telefonico della città e salì in camera. Non aprì la valigia. Non aveva bisogno d’altro che di una birra fresca che si affrettò a prendere nel frigobar. Si accese una sigaretta e iniziò a far scorrere lo sguardo sulla lettera B dell’elenco telefonico. Pochi minuti di ricerca e un ghigno cattivo, un’alzata di sopracciglio trasformarono quel viso d’angelo in una maschera diabolica. Rise forte guardandosi allo specchio, compiaciuto della propria immagine e di qualcosa che andava oltre questa; si ravviò i capelli con una mano come a volersi congratulare per il successo dell’impresa. Decise che meritava un premio: dalla tasca dei pantaloni tirò fuori un piccolo contenitore dal quale fece scivolare un po’ di polverina bianca proprio sulla guida del telefono. Guardò la traccia bianca, vi si tuffò col naso, ingordo. Starnutì e di nuovo inspirò violentemente.
Con una penna rossa fece un cerchio intorno alla voce che gli interessava:
Belicchi Giuditta, Via Lepanto 11. Lido di Venezia. Tel.....Strappò la pagina dall'elenco, la piegò con estrema cura e se la mise in tasca. Uscì dalla camera sorridendo fra sé: la caccia poteva avere inizio."

api ha detto...

ragazze, siete fantastiche.
non vi dico che impressione che mi fa, leggere questo brano riredatto da voi...
e gli ometti del blog, dove sono?
non entrano nell'arena?

Catia ha detto...

Pia quello che stiamo facendo serve anche a me, in questo momento. Gli esercizi di scrittura servono a capire dove togliere e dove mettere, a capire i nostri limiti e i nostri punti di forza.
Grazie stella, brava Maria!
Roberto dove sei? Rex?! Vlad?! Mik?! Granata?!

Ben ha detto...

Sono a lavoro, alle prese con le scadenze fiscali. Ora non posso, ma mi farò vivo.

Anonimo ha detto...

ecco il mio commento, per Catia: una pagina così è un'americanata, tutti questi dettagli non interessano nessuno. Non potrei dare la mia versione perché non scriverei mai in questo modo. L'unica versione è di tagliare il brano e di dare le informazioni che contiene in due righe.

xer

api ha detto...

ti aspettavo al varco, rex: ci avrei giurato che avresti scritto esattamente così.

Anonimo ha detto...

cara Apina, è che il genere non mi piace,non la pagina in sé. Gli americani scrivono mattoni di duemila pagine, descrivendo come il protagonista alza il sopracciglio, poi gira il rubinetto e esce l'acqua, poi alza il bicchiere lo portya alle labbra e beve un sorso etc. Ma chi l'ha scritta questa pagina? tu o qualche ragazza del blog?

xer

Catia ha detto...

Perdonami Rex ,però i dettagli di cui parli servono ad esprimere anche l'andamento della storia e la personalità del personaggio non credi, ovvio sintetizzando un pò. Ci sono scrittori che amano particolarmente le descrizioni tipo Simenon, Nabokov, Faulkner... è questo che intendi?

api ha detto...

io, ovviamente.
secondo te chi è ap fantoni, zuccavuota?

cosa devo dirti, caro mio: è il mio modo di scrivere... non c'è verso di assomigliare alla calvetti o alla sagan.
nel secondo ho cercato di migliorare, forse, ma non posso scrivere di maniera, questo lo so io e lo sai tu.

Anonimo ha detto...

Carissime, a non piace nemmeno Simenon. L'unico "giallista" che non mi dispiace è Vasquez Montalbàn, se non sapete chi è visitate il sito che lo riguarda www.vespito.net

xer

api ha detto...

l'ho letto, l'ho letto!

Anonimo ha detto...

Piuzza, ognuno ha il suo stile e il suo genere. Tu per come la vedo io potresti diventare una specie di Silvia Ballestra delle tue parti

xer

Catia ha detto...

io adoro Simenon, ma leggerò anche il tuo giallista preferito.Anzi Rex dammi un titolo da cui dovrei incominciare...

api ha detto...

e ti dirò di più, rexito: la 'roberta bovaia' che lo traduce la conosco: è di parma...
anche la silvia sichel.

Anonimo ha detto...

un titolo per Catia: comincia da "il premio", ti piacerà

xer

Anonimo ha detto...

...anzi, ha scritto...
La caccia aveva inizio all'Hotel Hungaria. Entrò un uomo alto, i capelli biondo cenere leggermente mossi, un po’ di grigio sulle tempie, abbigliamento sportivo; sguardo annoiato o così sembrava, perché i suoi pensieri inseguivano un certo corso che ignorava la città lagunare e le sue storie ma non la vita che vi scorreva. Alla reception porse la carta d'identità alla ragazza e chiese un elenco telefonico, ignorandone il sorriso accogliente.
Sembrava che il mondo femminile fosse proprio fuori dai suoi pensieri.
In camera accese una sigaretta, prese una bottiglia di birra dal frigobar, lasciò cadere l’elenco telefonico sul letto e spalancò la finestra sulla città. Aspirò lentamente alla sigaretta, bevette un sorso della birra e diresse lo sguardo in giro quasi a fissare sul grandangolare visivo ogni casa, palazzo, finestra, strada, angolo nascosto.
S’abbandono ad uno strano gioco di premonizioni, segnali, coincidenze, chiaroveggenze.
Inseguì con lo sguardo il volo d’un gabbiano che lo portò avanti di alcuni isolati e si posò con il volo su una costruzione anonima dai colori sbiaditi che bene s’adattava ad ospitare la sua preda. Fu distolto dal suono di un vaporetto lontano che sembrava suggerirgli, ACQUA, ACQUA,,,,Segui invece me che ti ci porto dritto. Sorrise al pensiero che il vaporetto avrebbe fornito un’altra indicazione e così lo seguì con lo sguardo incuriosito. Soste e ripartenze ma niente che somigliasse a qualcosa di attendibile. Sentì anche una campana lontana che chiamava con i suoi cadenzati rintocchi ma non riusciva a scorgere dove collocarla e capire cosa gli indicasse.
La sigaretta quasi consumata gli suggerì che quel sadico indovinello s’era concluso; schiacciò la sigaretta nel portacene, posò il bicchiere vuoto sul piano del frigobar e si lasciò cadere sul letto. Aprì l'elenco telefonico sulle prime pagine e si trovò già sulla B.
Ban, girò pagina e saltò su Bit; volse lo sguardo alla pagina a sinistra ed ecco Bel.
Belfiore, Belfiori, Belgiorno, Belgrano… Belicchi !
Belicchi Giuditta, Via Lepanto 11. Lido di Venezia. Tel.....
Strappò la pagina dall'elenco, si alzò e bevve l’ultimo sorso di birra rimasto. Sentiva montare una godibilissima eccitazione: adrenalina.
I suoi lineamenti si deformarono in un ghigno cattivo, il viso d'angelo divenne diabolico. Rise forte; davanti allo specchio si ravviò i capelli con una mano, rise ancora e lanciò a se stesso uno sguardo soddisfatto, complice, che lo specchio gli rese quasi più entusiasta. Tirò fuori dalla tasca un piccolo contenitore e fece scivolare un po' di polvere sul piano del frigobar, si chinò ad inspirare volgendo il capo su un lato e l’altro a soddisfare le due nari; premendo l’indice su quanto di bianco ancora rimaneva completò con scrupolo l’operazione “conforto e supporto”. Starnutì, inspirò ancora profondamente, raccolse la pagina strappata dallo scrittoio dove l’aveva poggiata, fissò ancora bene il rigo
Belicchi Giuditta, Via Lepanto 11. Lido di Venezia. Tel.....
s’avviò alla porta piegando il foglio ed infilandolo nella tasca destra della giacca, vi batté sopra con gesto rassicurante e si chiuse la porta alle spalle.

Scusa FANTONI, l’ho presa un po’ larga per arrivare a scrivere FINE a pagina 178. Così, una sorta di cazzeggio, andante q.b.
Ciao; un mare di simpatia !

api ha detto...

ammazza,
credo che rex si stia per suicidare...
aaaaaaaaaaaaa!

Anonimo ha detto...

"All'Hotel Hungaria, in quel preciso istante, entrò un uomo alto, i capelli biondo cenere leggermente mossi, qualche filo grigio sulle tempie, abbigliamento sportivo. Trascinava un trolley con aria svagata e sguardo annoiato, come se per lui, essere nella cità più romantica del mondo non avesse nessuna importanza. Porse la carta d'identità alla ragazza della reception, la guardò senza vederla veramente. Prese la chiave, chiese un elenco telefonico della città e salì in camera. Accese una sigaretta, aprì il frigobar, prese una bottiglia di birra, la stappò e si sedette allo scrittoio. Aprì l'elenco, cercò la B e inizio a scorrere i nomi. Quando lesse Belicchi Giuditta, Via Lepanto 11. Lido di Venezia, l'espressione annoiata si trasformò in un ghigno di soddisfazione, un ghigno cattivo, e il viso d'angelo divenne diabolico. Rise forte e cerchiò nome e indirizzo con la penna rossa. Schiacciò la sigaretta nel posacenere, rise ancora e tirò fuori dalla tasca un piccolo contenitore. Fece scivolare un po' di polvere bianca sulla superficie laccata dello scrittoio, arrotolò con gesti automatici una banconota da 50 euro e inalò profondamente. Starnutì. Imprecò e inspirò di nuovo.
Strappò la pagina dall'elenco, se la ficcò in tasca e uscì dalla stanza. La caccia aveva inizio."

Rivisto da Massimo.

Comunque concordo in parte con rex, forse troppi piccoli dettagli, probabile influenza da schermo?
Anche io consiglio Manual Vasquez Montalbán come antidoto agli americani (era un grande!).

api ha detto...

ma porc.
ma se una delle critiche più frequenti che ricevo è che 'sono poco descrittiva'!

Vlad ha detto...

Brave le ragazze.
D'accordo con la necessità di sintesi e sobrietà.
LESS IS MORE... diceva uno grande maestro (riconosciuto universalmente come tale), ma sosteneva anche che IL BUON DIO ABITA NEI PAERTICOLARI.
Io mi permetterei di rilevare a Pia che il brano è un po' schematico, nel senso che può dare una leggera sensazione di una elencazione di fatti o di fotogrammi anzichè possedere la fluidità necessaria a trasmettere certe sensazioni e a descrivere sia una scena che una atmosfera.
In quanto agli 'americani' (quelli bravi, e il loro stile quasi 'cinematografico') e al grande Simenon (non quello di Maigret, l'altro, quello de 'L'uomo che guardava passare i treni', cosa che ho già detto anche a Pia mille volte), la critica di Rex mi sembra un po' schematica (anch'essa...).
Un appunto personale: sto tentando di portare a termine 'L'amore segreto' e sto facendo una fatica bestiale; come mai non mi è successo con Melville, Hemingway o McCarthy?
Comunque è da un anno che insisto con Pia di provare ad esercitarsi a riscrivere 'Ti ho trovata', finalmente si è data una mossa, e mi sembra che possa essere utile.

Catia ha detto...

Vlad ho appena terminato di Simenon "Senza via di scampo"... te lo consiglio.

Anonimo ha detto...

Grazie Catia,
anche tu, mica male.
Io ho giocato, eh!
Dai Pia...ancora!!
Ammazza come è stato spietato il vostro rex..
Vorrei suggerire un'alternativa fra i giallisti: Fred Vargas, intelligente e tosta.
Ho letto 4 suoi romanzi e 3 mi aspettano sugli scaffali: nessuna delusione fin qui.

Maria

Anonimo ha detto...

Grazie anche a Vlad...per "le ragazze".
Maria

api ha detto...

Fred Vargas?
Fantastica!

Anonimo ha detto...

...Arrivò all'Hotel...e fin qui niente di strano ( a parte il nome schifoso Hungaria che aveva scelto così per caso). Arrivato alla reception cominciò a flirtare con il finocchietto di impiegato ; si vedeva lontano un miglio che la checchina si faceva bella davanti a suoi occhi. Poi, seccato e cambiando espressiione mostrò il foglio con la prenotazione stampata on line e pretese una camera con vista sulla laguna. Il ragazzino , confuso , si ricompose e con professionalità acquisita,consegnò la tesserina magnetica della camera 322; una suite superba con vista mozzafiato sull'isola di San Giorgio. Aprì il frigo bar, stappò con il bic di plastica una bottiglia di birra e sintonizzò la televisione sul porno canale... Così, giusto per rilssarsi. Dopo una seduta stupefacente di amore solitario, prese dalla mensola l'elenco telefonico e si mise a cercare quella persona che doveva trovare ad ogni costo ...prima che cominciasse a scrivere un nuovo romanzo...AAAAAAAA....API. TROVATA! "Ti ho trovata" si disse felice l'assassino di scrittori non famosi.

Ecc. ecc...

PPP københavn (Copenaghen)

api ha detto...

meravigliosi.
PPP! quando ti becco...

Vlad ha detto...

dal lussuoso e decadente Hotel Hungaria sul Gran Viale al Lido non si può vedere né la Laguna, né San Giorgio Maggiore...
Chi, come me c'ha dormito, lo sa bene...
Ciao, ciao

Ben ha detto...

Un rapido sguardo per assicurarsi che l’hotel fosse quello giusto: Hungaria, non poteva sbagliarsi. Entrò.
Un uomo alto, i cui capelli brizzolati lasciavano intravedere un biondo antico, si avvicinò alla reception con aria assorta, trascinando il suo trolley. Sbrigò le formalità della registrazione quasi distratto, ma non mancò di notare la generosa scollatura della segretaria che, con un sorriso, gli porse la chiave della stanza.
“Avete un elenco telefonico?” le chiese.
“Certamente” fu la risposta.
“Bene. Me lo porti in camera” le disse con un tono che non ammetteva replica. Poi si incamminò.
Pochi minuti dopo essersi sistemato nella stanza, sentì bussare alla porta. Tenendo in mano la bottiglia di birra che aveva preso dal frigo bar, andò ad aprire. Era lei.
“Ecco l’elenco, signore.”
“Vuole entrare?” le domandò con uno sguardo ammiccante.
“Devo tornare subito alla reception” rispose lei portando istintivamente la mano al petto per chiudere la camicia.
“Come vuole” disse senza toglierle gli occhi di dosso e senza ringraziare.
Richiuse la porta.
Si sedette allo scrittoio e bevve la birra. Aprì con calma l’elenco e cercò la lettera B. Pochi secondi dopo il suo volto cambiò espressione trasformandosi in qualcosa di diabolico. Rise sguaiatamente, colpendo ripetutamente sull’elenco col dito indice. Ridendo sfilò dalla tasca dei pantaloni un piccolo contenitore, lo aprì e fece scivolare un po’ di polvere sul piano dello scrittoio. Arrotolò una banconota e inalò una, due volte. Quando ebbe finito aveva l’aria soddisfatta. Cerchiò un nome con la penna: Belicchi Giuditta… Strappò la pagina e la infilò nel taschino della camicia.
Si alzò e, dopo essersi sistemato i capelli, uscì dalla stanza con un ghigno dipinto sul volto che non prometteva niente di buono.
“A noi due!” pensò.


Spero di non essere arrivato troppo tardi.
Ciao

api ha detto...

ma che ritardo... possiamo andare avanti ancora per anni!

Anonimo ha detto...

Vlad...Uhé!!! Non fare tanto il precisino...ora ti sistemo io (tu ci hai abitato al Lido ... io sono diventato caporal maggiore dei lagunari alla caserma Pepe del Lido...tiè cosí impari)...

...L'assassino degli scrittori sconosciuti, s'accorse il giorno dopo di aver letto male. Si trovava a Venezia all'Hotel Mangheria e non all'Hungaria. Quest'ultimo di trovava al Lido. Lido di Venezia. "Cazzo....Oh no...mi sono mangiato una fortuna ed ho perso un giorno importante!!! Da domani niente canne". Le valige furono pronte in un battibaleno, conto pagato con la sua Am/Ex nera un bacetto con la mano alla checchina della reception...e via col vaporetto verso l'isola maledetta. Il Lido...posto adatto a omicidi... Già sentiva il piacere di eliminare la quarta scrittrice non famosa : la API (le altre tre Catia, Caterina e Francesca Muziella ,cugina di un forumista...erano già morte e sepolte da tempo) nonchè una delle più invadenti di tutta Italia (seconda a Berlusconi come presenzialismo) . Scoglio primo, eliminare il suo protettore, guardia giurata, Belfa. Lo stesso orfano di una famose serie degli anni 60, era ritornato alla ribalta succhiando il sangue della accondiscendente Api. Da qui il suo secondo nome Vladi...
Etc....etc....
PPP 2008

api ha detto...

presenzialista.... moi?!

Anonimo ha detto...

Alto, con i capelli grigi solo sulle tempie e per il resto biondi e appena un po' mossi, vestito comodo, era un uomo piuttosto normale ed era appena entrato all'Hotel Hungaria. Con sé aveva un trolley a rotelle, sul viso un'espressione annoiata e delusa, come se la città più romantica del mondo non avesse, su di lui, nessun particolare effetto. Con un gesto perfetto e indifferente, e con animo assorto, posò il documento sul banco della reception e lo scivolò con freddezza alla ragazza dell'Hotel, chiedendole allo stesso tempo un elenco telefonico. Lei si girò di spalle, lo estrasse dagli scaffali e glielo porse, senza che lui la guardasse in viso per più di un attimo. Afferrò l'elenco e salì nella stanza che le aveva assegnato. Scaraventò la valigia sul letto, senza nemmeno aprirla. Si tastò un po' la giacca, trovò il suo pacchetto e con gesto compiaciuto s'accese la seconda sigaretta della giornata. Si prese una birra dal frigobar, si sedette e spalancò l'elenco nel mezzo. Mise da parte la bottiglia, e con la sinistra iniziò a scorrere le pagine, iniziando da "be", leggendo con lentezza e furore. Belicchi Giuditta, via Antani, 33. Tel..in un attimo si scolò la birra, strappò la pagina e se l'accortociò nella tasca della giacca. Strinse la sigaretta più forte, ne aspirò una boccata vorace e risputò fuori il fumo come un piccolo demone. Sorrise, cercò di non lasciarsi andare, ma alla fine permise al suo volto di diventare una maschera di crudeltà. Rise ancora, senza ritegno, tirò fuori una piccola bustina, ne versò il contenuto sul tavolo e se lo sniffò. Starnutì, tirò su forte come in un raffreddore e riprese in mano la pagina strappata, cerchiò quel nome di rosso, quasi fino a disfarne la carta. Adesso iniziava la caccia. Ti ho trovata, tesoro. E adesso sei la mia preda

Vlad ha detto...

Ohilalà Pablito. Se vuoi un buon albergo in Venezia Urbe, vai alla Pensione Accademia. Sai, i professori della facolta di architettura vanno sempre lì.

Anonimo ha detto...

api, questo il mio insignificante parere: "THT" è andato, io eviterei di tornarci troppo sopra, chiedere ad amici ed amiche, sebben simpaticissime/i, di riscriverlo, pensarci troppo and cetera.

A pubblicazione avvenuta ne trarrei giovamento per la stesura del prossimo, sul quale fortemente mi concentrerei, that's it.

Affettuosamente,
Bi
la Queen delle distraction

PS: Tuttalpiù chiedi un parere ad uno solo, un critico per esempio, e amen.

Anonimo ha detto...

Delle distractions, intendo.

Dai retta a me api, sono un'esperta in fatto di dispersione di energia mentale.

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