venerdì 7 novembre 2008

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Piace, Barack Obama, al presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Che non smette di lodarlo e di parlare di lui. Lo ha fatto anche durante il colloquio con presidente della federazione russa, Dimitri Medvedev, al Cremlino. L'incontro tra Italia e Russia non si è dunque limitato a questioni di "politica internazionale", ma ha dato spazio anche a 'commenti' sul nuovo presidente degli Stati Uniti.
Barack Obama è "giovane bello e anche abbronzato ed ha quindi tutte le qualità per avere ottimi rapporti con la Russia", dice Berlusconi, che ha deciso di vestire anche gli abiti del mediatore politico: "Cercherò di mettere in campo tutta la mia esperienza e la mia capacità affinchè i rapporti tra gli Stati Uniti e la Russia possano svilupparsi al meglio. Il fatto che i leader di questi due paesi sono della nuova generazione è sicuramente un buon punto di partenza", ha sottolineato il Cavaliere.
Da Libero News.it

L'immagine peggiore

di Curzio Maltese (la Repubblica)
I bookmakers in questi casi non accettano scommesse. Da mesi, in previsione dell'evento storico dell'altra notte, si aspettava la prima gaffe di Silvio Berlusconi sul colore della pelle del nuovo presidente americano. Il Cavaliere non delude mai le peggiori aspettative e la battuta è arrivata. L'unica sorpresa è la tempistica. Ad appena ventiquattr'ore dall'elezione il premier se n'è uscito con la storia di Obama "abbronzato". Non è la solita cafonata alla quale ci ha abituato e ci siamo ormai rassegnati da lustri. È una definizione grondante di razzismo.
Il peggior razzismo, quello semi inconsapevole e quindi assai autoindulgente che dilaga in Italia, fra la preoccupazione del resto del mondo. Una malattia sociale che un governo responsabile dovrebbe combattere, invece di sguazzarci con gusto.
Scontata la gaffe, ovvia la reazione. In simili frangenti Berlusconi adotta due reazioni standard. La prima: non l'ho mai detto. È la più assurda, ma paradossalmente efficace (in Italia). Come fai a discutere con uno che nega se stesso? La seconda è: l'ho detto ma non avete capito.
Stavolta ha usato questa. "Abbronzato era un complimento, una carineria" ha spiegato ai soliti cronisti bolscevichi. "E se non lo capite, allora andate a fare...". Sommando così carineria a carineria.
S'intende che "andare a fare" è detto con affetto. Con eguale affetto i giornalisti potrebbero ricambiare l'invito, ma probabilmente le giustificazioni valgono solo dall'alto verso il basso.
Non stiamo a farla lunga. Non si tratta solo di vergogna. Chi ne ha ancora la forza? È piuttosto la disperazione di essere ogni volta precipitati in questo indegno pollaio. Gli elettori americani in un giorno hanno cambiato la storia del mondo. L'avvento del figlio di un africano alla Casa Bianca sta spingendo miliardi di persone, pur nel mezzo di una crisi spaventosa, a interrogarsi sui valori profondi della democrazia, la più straordinaria conquista dell'umanità, in fondo a un cammino secolare di sangue e intolleranza. E il contributo dell'Italia berlusconiana a questo grandioso dibattito qual è? Questa miserabile trovata, volgare e razzista, senza neppure il coraggio dell'assunzione di responsabilità o la dignità di porgere le scuse.
Non bastava la sortita a caldo del ministro Gasparri, il quale, confondendo le proprie ossessioni di ex fanatico fascista con la competenza internazionale, aveva commentato "sarà contento Bin Laden". Ci voleva pure lo strazio supplementare della "battuta" di Berlusconi, che ha ormai girato il mondo, con danno enorme per il Paese. In pochi minuti infatti la rete ha deluso la speranza residua, che non lo prendessero sul serio, come altre volte. Come siamo abituati a fare qui, rassegnati a non scandalizzarci per lo scandalo, a non chiamare fascismo il fascismo, razzismo il razzismo.
C'era stata la rincorsa provinciale ad appropriarsi di Obama. Tutti si proclamano o cercano l'Obama italiano, a destra e a sinistra. Quando in Italia un Barack Obama non avrebbe neppure il diritto di voto. I figli d'immigrati, 440 mila fra nati e cresciuti qui, non sono considerati cittadini italiani, per via del medievale ius sanguinis. Lo ricordiamo nell'ipotesi, piuttosto remota, in cui fra le centinaia di obamisti dell'ultima ora si trovasse un politico serio. Ecco l'occasione per proporre finalmente una legge civile in materia d'immigrazione.
A cominciare dal presidente del Consiglio, i cui molti cantori hanno illustrato nei giorni scorsi alle masse ammirate le straordinarie analogie fra Berlusconi e Obama. Come non scorgere, del resto, l'assoluta comunanza delle due parabole. Il figlio di un pastore kenyano che arriva alla Casa Bianca a soli 47 anni e promette di cambiare il mondo. E l'uomo più ricco d'Italia che a 72 anni, con il solo aiuto del novanta per cento dei media da lui controllati, torna a Palazzo Chigi, dopo aver cambiato i capelli. È naturale che Berlusconi abbia adottato Obama, ripromettendosi di dargli presto "buoni consigli". Incrociamo le dita perché non avvenga, nell'interesse stesso del premier. Non si sa come la Casa Bianca potrebbe reagire a una frase del tipo: "Vieni, abbronzato, che ti spiego come non farsi processare".

Che fare? Vergognarsi per loro, ridere, piangere. Fingiamo pure che tutto sia normale. Però quanto stringe il cuore ascoltare il nobile discorso dello sconfitto McCain: "Il popolo ha scelto. Ho avuto l'onore di salutare il nuovo presidente degli Stati Uniti. È una giornata storica". Non si potrebbe avere un giorno un conservatore come questo a capo della destra italiana, anche di seconda mano?




27 commenti:

api ha detto...

da 'La Stampa'

La battuta di Berlusconi, il mondo cambia ma il teatrino italiano è uguale


Obama ha tutto è "giovane, bello, e anche abbronzato". Silvio Berlusconi dixit. Ora, sarebbe sbagliato sopravvalutare la frase, dicono, è una battuta, al massimo una gaffe, e neanche la prima, ormai siamo abituati, si sa lui com'è, è spiritoso... Forse. E forse le parole del premier italiano sul presidente eletto degli Stati Uniti non avranno particolari conseguenze, peraltro seguite dalla solita smentita-minimizzazione. Il che però testimonia solo l'irrilevanza del nostro Paese, non certo che quelle parole siano granché astute. Un conto è gaffeggiare su Cacciari, sulla moglie Veronica, persino fare barzellette sull'Aids (già sul celebre kapò dato da Silvio al tedesco Schultz al Parlamento europeo si scatenò una mezza crisi diplomatica). Ma qui da una parte c'è il mondo che cambia - e, per inciso, il paese più potente del mondo, tuttora - dall'altra l'immobilità del teatrino italiano (anche poco furbo, oltretutto). Al quale, poi, contribuisce anche il cicaleccio inconcludente dell'opposizione.

Catia ha detto...

Berlusconi è UN GENIO DELLA COMUNICAZIONE:è riuscito ad offuscare la vittoria di Obama con una battuta. Ergo tutti i giornali parlano della sua discutibile esternazione ironica e voi pecoroni tutti dietro a stigmatizzare e bla bla bla...
Il suo intento era quello gli è riuscito!

Ben ha detto...

A quale scopo?
Perdonate l'ingenuità.

api ha detto...

Guarda Ben,
sono talmente basita da non avere parole, per cui non chiederlo a me...

Ben ha detto...

lo chiedo ai berlusca boys

Catia ha detto...

Primo non sono una Berlusca girls, sono semplicemente testimone di un delirio mediatico che sta veramente offuscando la ragione a tutti. Quello che intendevo dire è che facciamo inevitabilmente il suo gioco se continuiamo a parlare di una battutaccia inutile. Compreso Ben?!

Ben ha detto...

Capito.
Ma la risposta?

marco ha detto...

Ha ragione Catia. Per sconfiggerel'immagine (e B. è un'immagine) devi iniziare a non vederla e a guardare oltre. L'immagine lo sa e quando rischia di non farsi guardare più di tanto (elezione storica di un nero), ti solletica la morale facile e al contempo lancia messaggi diretti alla pancia del popolo, che non potrà che reagire con più o meno sincero sdegno da una parte (lettori di Repubblica, Micromega, intellettuali di sinistra e sinistri in generale), e con più o meno sincera simpatia, dall'altra (lettori di Libero, del Giornale, cortigiani del Re, cazzari e anche persone serie). Sono anni che l'opinione pubblica italiana si fa fregare così e il giornalismo militante italiano (quello serio non c'è) ci marcia in trionfo ogni giorno. Tanto Curzio Maltese con le sue edotte sparate antib. che Vittorio Feltri con le sue altrettanto fulmicotoniche sparate filob. Ma è venuta l'ora di passare alla c, cazzo.



quasiscrive.blogspot.com

api ha detto...

scusa, marco (intanto bentornato), io comunque rimango sgomenta, lo dico e lo dirò sembre.
mi sembra veramente un incubo.

che il presidente del consiglio abbia bisogno di queste troiate
per fare parlare di sé dimostra quello che vale: zero celsius.
e... sì, ne sto parlando ancora.

qui la raccolta delle migliori:

http://www.corriere.it/politica/08_novembre_07/battute_incompreso_berlusconi_obama_stella_5a418012-ac96-11dd-8da9-00144f02aabc.shtml)

marco ha detto...

è sottovalutazione che paradossalmente lo sopravvaluta. Un insetto vale veramente zero celsius, e infatti tu non hai neppure bisogno di fregartene. E' automatico.

Catia ha detto...

Marco grazie per aver capito e interpretato con parole ancora più efficaci il mio pensiero.
Finalmente!

Catia ha detto...

Pia è implicito che hai tutto il sacrosanto diritto di indignarti.
Sono davvero felice che qualcuno abbia compreso il mio pensiero.
E grazie per consentirmi sempre di farlo.

api ha detto...

Catia, OGNUNO ha davvero il diritto di dire quello che pensa, ci mancherebbe altro.

Catia ha detto...

Cara Pia, chiudo con una frase di Gina Lagorio tratta dal meraviglioso libro Capita, pag. 15:
CAPITA CHE DI UN AVVENIMENTO TU INDICHI UNA CAUSA CHE INVECE E' L'EFFETTO DI TUTT'ALTRO EVENTO.

Anonimo ha detto...

Catia,
hai citato un libro splendido.
Bella frase e quanto mai vera.
Un saluto a tutti,
Maria

Vlad ha detto...

La verità vera è che il diritto di voto ce l'hanno tutti, anche i subumani che non sono in grado di intendere e volere.
Se siamo giunti al punto che il governo ha bisogno di risvegliare l'attenzione del popolo con una comicità di basso profilo (che non strapperebbe un sorriso, se non di compatimento, neanche nel peggior avanspettacolo...), dobbiamo davvero preoccuparci, TUTTI.
Anche questa fola che il Berly è un grande della comunicazione, è da sfatare. La grande comunicazione andiamola a cercare negli studi e nelle ricerche della Bauhaus.
Andòavai, se la banana nuncel'hai...

Micheluzzo ha detto...

Vlad ha detto una cosa che io amo, ma se la avessi detta io mi avreste preso per antidemocratico (quale certe volte io mi onoro di essere): al voto vanno tutti, belli e brutti, informati e disinformati, sempliciotti e intellettuali, asini e professori. Torniamo al voto per censo o per livello di istruzione!

Anonimo ha detto...

Poco fa la questione “abbronzatura” è emersa anche nel mio ufficio.
Ho ancora la nausea e voglio parlarvene.
Torno dal caffè e due colleghe stanno parlando del fatto che sono stufe dei telegiornali che non fanno altro che parlare di politica. (Chissà di cosa dovrebbero parlare in questo periodo…)
Una aggiunge quasi distrattamente: “..adesso poi con questa storia di Berlusconi quanto la fanno lunga…ognuno è libero di dire quello che pensa”.
Ho contato fino a …non so quanto per non esplodere.
A quel punto mi sono limitata a dire che nel salotto di casa il grande B può anche mettersi il cappuccio del KKK... Lui è il nostro (non MIO) presidente del consiglio e si da’ il caso che dovrebbe esprimere il parere degli Italiani.
Io preferirei fare “da me”.
Non ho mai fatto corsi di comunicazione ma non credo di aver mai fatto gaffe così pesanti con nessuno.
Tornando alle colleghe, tendenzialmente evito di infilarmi in questi discorsi.
Si tratta di due persone che non dicono mai chiaramente da che parte stanno, ma appare evidente da certe loro frasette buttate qua e là.
Credo non ci sia niente di peggio che confrontarsi con chi non esprime apertamente il proprio pensiero.
Queste sono le stesse persone che quando dico “…mi piacerebbe sapere chi lo ha votato..” se ne stanno zitte fingendo indifferenza e, a volte, persino sdegno (falso!).
Questi sono gli stessi che regalano il proprio voto al "miglior offerente". A chi, cioè, promette di non far più pagare 100 euro di ici...
Evviva l'ideologia!
Preferisco di gran lunga il collega dichiaratamente “celodurista” perché almeno con lui posso discutere apertamente. Incazzandomi, certo, ma almeno so chi ho di fronte.

Abbiate pazienza. Non ne potevo più..
Maria

api ha detto...

Welcome in the club.

Micheluzzo ha detto...

Viva Maria!

api ha detto...

guarda che non sei tu, il celodurista di cui parlava, ma un suo collega, MITOMANE che non sei altro!

Ben ha detto...

Mi imbarazza tornare su questo argomento, ma vorrei capire.
Secondo alcuni si è trattata solo di una battuta, per altri un effetto mediatico, ecc. Per altri un'uscita offensiva (e pare che siano molti, leggendo i commenti sui quotidiani online. Ne deduco che il mondo è pieno di... imbec.)
In nome di una (presunta) battuta allora dovremmo lasciar perdere, tacere, e far finta di niente?
Io credo nel vecchio adagio popolare che dice di non fare ad altri ciò che non vorresti che venisse fatto a te. E allora chiedo: e se quella "battuta" fosse stata rivolta a noi o a qualcuno dei nostri cari, la avremmo considerata tale?

P.s. se l'avesse dette il walter mi sarei posto le stesse domande.

api ha detto...

clicca sul primo post e leggi quello che ha detto michele serra, ben (l'ultimo link).
poi dimmi cosa ne pensi.

Ben ha detto...

E' un video! Dalla mia postazione non posso ascoltarlo. Devo farlo più tardi da casa.

api ha detto...

fammi sapere con comodo cosa ne penzi.

Anonimo ha detto...

A prescindere dall'ultima sparata (davvero notevole, comunque, per scipitezza e bassezza culturale), molta gente, in Italia e fuori, non ha ancora capito che Berlusconi con la democrazia non ha niente da spartire; lui si crede un sovrano, un re, ma un re d'altri tempi, che poteva permettersi di dire e fare tutto cio' che voleva. D'altronde s'é creato una bella corte di giullari e troiette, mi sembra, che gli danno sempre ragione, come si deve fare con il re. Auguri Italia!

Vlad ha detto...

alcuni 'regnanti' d'altri tempi però, parallelamente a una notevole dose di figliodimignotteria, possedevano una finezza culturale, o perlomeno estetica, che ha donato al mondo gioielli dell'arte che fanno parte (almeno dovrebbero falo...) del nostro DNA.
Un esempio: Giulio II. Vi basta Michelangelo?

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