martedì 11 novembre 2008

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Beaufort West: benvenuti in purgatorio


[Scritto per il sito www.poterefotografico.com]

Mikhael Subotzky è un giovane fotografo sudafricano: deve ancora compiere 30 anni. Ma a giudicare dal suo sito, http://www.imagesby.com/, di cose strane deve averne viste parecchie. E le ha fatte vedere anche ad altri, visto che i suoi lavori sono stati esposti nelle più importanti gallerie e nei più famosi musei, e parte di essi fanno parte della collezione permanente di altri. Di recente ha vinto il premio della ICP Infinity Award per i giovani fotografi.I soggetti fotografati da Mikhael Subotzky sono i più vari e i più interessanti, tutti all'interno del Sudafrica del post apartheid.La città di Beaufort West, nel deserto di Karoo, è stata descritta dalla Commissione Sudafricana per i Diritti Umani come una città isolata che non ha ancora spezzato i ceppi che la legano all'apartheid passato, in cui economia e integrazione sociale sono severamente limitati.La città ha infatti molti problemi: un elevatissimo tasso di disoccupazione, che si stima tra un incredibile 65% e uno stratosferico 90%! L'attività criminale che ha luogo nella città si origina e ha luogo prevalentemente nei cinque sobborghi esterni in cui vive la popolazione nera e mulatta. Piccoli furti, violenza domestica, aggressioni dovute all'alcolismo, e prostituzione minorile sono tra i maggiori problemi. Le politiche proposte dall'ANC dalla fine dell'apartheid a oggi (spesso su istigazione di famigerati organismi monetari internazionali) hanno sostanzialmente fallito nel porre un limite ai disagi e nel migliorare le condizioni di povertà e di segregazione che caratterizzano una città come Beaufort West, che a questo punto sembra una città in transito.Trovandosi all'intersezione di due grandi e trafficate arterie statali, la città funge più o meno da punto di sosta obbligatoria e rifornimento di cibo per i viaggiatori di tutte le specie. La sua popolazione durante il giorno raddoppia proprio a causa di questi transiti. Di notte, quando la città riposa silenziosa, la stazione di rifornimento della BP e le piazzole di sosta dei camion si ridestano, quasi strizzando un occhio complice attraverso le strade ai distretti che sono pure svegli e attivi. E così, gli uomini in transito interagiscono con quelli che vivono ai margini, in una economia notturna in cui si vende tutto: cibo, bibite, benzina e corpi.Più che al purgatorio Beaufort West assomiglia all'inferno, ma poi pensando a quello che accade in Congo ed in Somalia, purgatorio appare termine più ragionevole, e poi dà qualche speranza ai suoi abitanti che uno spiraglio per il paradiso c'è sempre: o che la porta verso l'abisso dell'inferno non è neanche troppo socchiusa.Le immagini raccolte da Subotzky sono troppo surreali e drammatiche per essere vere ed invece lo sono. Vedere queste immagini fa molto pensare: oggi le riviste fotografiche si dedicano soprattutto a a parlare delle macchine e dell'attrezzatura, perché i soldi della pubblicità vengono soltanto da lì, e trascurano invece tutto ciò che riguarda la cultura fotografica. E cosa c'è meglio di un'immagine, di una serie di immagini, per conoscere (almeno in parte) un popolo e tentare di comprenderne la cultura? Nelson Mandela ha detto che non si conosce una nazione finché non se ne frequentano le galere: perché il tasso di civiltà di un popolo si evince non da come tratta i suoi figli più fortunati, ma quelli più disgraziati.A prova di ciò, possiamo volgere lo sguardo alle foto che l'artista ha usato per illustrare le condizioni di vita in quelle che i suoi residenti abituali generalmente chiamano The Four Corner (Die Vie Hoeke), I Quattro Angoli, inoffensivo nomignolo con cui sono noti i penitenziari del paese. E allora ci si rende conto che l'inferno di uno è il purgatorio di un altro, e che il purgatorio per noi è il paradiso per loro. E allora tutto si confonde nella nostra mente, mentre davanti agli occhi ci scorrono le immagini di quelle persone che abitano a Beaufort West e che somigliano troppo a quei volti rinchiusi in celle troppo affollate, dove la violenza è l'ordinaria chiave di interpretazione della realtà quotidiana.Toekomosrus è uno dei distretti periferici della città, interamente composto da ordinate file di case monovano: dovevano servire ad accogliere le persone che sarebbero arrivate in futuro, ma sono già piene.I residenti di Vaalkoppies sono più fortunati, perché abitando nei dintorni di una discarica possono sperare di tanto in tanto di trovare un po' di cibo in mezzo alla massa di rifiuti conferiti giornalmente: cosa che si affrettano a fare per sbaragliare la concorrenza dei vicini.In un'altra foto vediamo un tale in attesa di sottoporsi a dei raggi X al torace, in conseguenza di un'infezione di MDR-TB, la tubercolosi resistente ai farmaci di cui abbiamo già parlato nell'articolo su James Nachtwey.Kwa Mandlankosi è invece più fortunato, perché è un poliziotto: per curare la sua dipendenza dall'alcool non ha trovato di meglio che sacrificare una capra ai suoi antenati e dormire accanto alla carcassa per una notte, in compagnia dell'anziana madre.Molte ragazze anche giovanissime sono invece costrette a prostituirsi per dare una mano alla famiglia, dato l'elevato tasso di disoccupazione: i loro clienti sono per lo più gli autotrasportatori di passaggio, a cui concedono i loro giovani corpi in cambio di pochi spiccioli.Anche il consumo di droga e di metanfetamine è molto diffuso tra i giovani, che cercano una soluzione al loro disagio nel riunirsi in bande giovanili che si dividono il controllo del territorio, tra ruberie e spaccio.Sono scene di vita quotidiana in quella che, vista dall'alto, appare una ordinata città sudafricana, che non finisce di stupire per le sue stranezze, anche architettoniche: come ad esempio la posizione del carcere, che si trova proprio al centro di una rotatoria, lungo la strada che unisce Johannesburg a Città del Capo, dentro la città invece che alla sua periferia, lontana dagli sguardi della gente perbene, come ci aspetteremmo che fosse...

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Mik,
tu ci riporti sempre coi piedi per terra.
Fai bene, volgiamo troppo spesso lo sguardo altrove..
Grazie
Maria

api ha detto...

sei una meraviglia, Mik. Mi mancherai...

Anonimo ha detto...

Si può saperne di più su questo Potereefotografico.com? Non è troppo impegnato. Accidenti ho visto due cose ed entrambi belli pesanti.Un po' di leggerezza no?

api ha detto...

Ciao Eliseo!
per saperne di più devi cliccare sul link che trovi nell'articolo e nei siti dei nostri amici...
se scorri il blog ci sono anche tanti momenti di divertimento e di leggerezza, ma ogni tanto è giusto anche vedere cose che possono disturbare, non trovi?

Micheluzzo ha detto...

E comunque si tratta di immagini meno dure di quelle relative alla tubercolosi di qualche giorno addietro...

Micheluzzo ha detto...

@Api: ti mancherò?
Ma io mica sto morendo, cambio solo domicilio per un po'...

Anonimo ha detto...

Belle foto sull'Africa le trovate anche sul sito del mio amico "abbronzato" Matteo Fraschini Koffi
http://www.matteofraschinikoffi.com

api ha detto...

lo so che non stai morendo ma come farò senza di te?
me tapina.

Micheluzzo ha detto...

Io vivo e lotto dall'aeroporto!!!

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