Io e Pia abbiamo dibattuto a lungo (ne abbiamo parlato anche, al tempo del nostro ingresso nel forum, su LeS) sulla questione delle 'venti pagine'...
Io sostengo da sempre che bisogna veder le cose da tutti i lati, dall'inizio alla fine, nella loro completezza, per poterle giudicare e apprezzare.
Certo a volte può risultare faticoso, ma il senso può risultare comprensibile solo alla fine; come nei film in cui non si possono tralasciare i titoli di coda. o come quando si va a vedere una mostra e si guarda solo parte di ciò che vi si trova esposto senza valutare il significato complessivo e scientifico che ha condotto i curatori ad allestirla.
Quando Pia si deciderà a leggere 'Benito Cereno' (quell'ineffabile storia di mare di Melville), scoprirà di avere letto uno dei più bei thriller che siano mai stati scritti.
Anche in questo caso, si scelga l'edizione tradotta da Cesare Pavese e, dopo avere annusato la carta della copertina, non si tralascino i commenti finali sul senso del mare e sul valore della traduzione, presenti in coda al racconto.
Non si tralasci neppure il mio post su tale lettura che ho inviato a LeS il 26 settembre scorso (che siccome siete pigri e non ve lo andrete a vedere, vi riporto qui sotto...):
- Benito Cereno - 25.9.2008
Recentemente ho sfruttato il viaggio in treno per andare a Milano e poi tornare a casa, per terminare la lettura di "Benito Cereno" di Melville, nella traduzione di Cesare Pavese del 1940 per i tipi di Einaudi.
Mi sono appuntato qualcosa:
"... tutto questo è ciò che è stato e ciò che seguì, si volse in un tal viluppo di rapidità, che passato, presente e futuro parvero un attimo solo..."
"... Voi generalizzate, Don Benito, e in modo troppo lugubre. Il passato è passato; perché farci sopra della morale? Dimenticatelo. Guardate, il sole che là risplende ha dimenticato ogni cosa, e così il mare e il cielo azzurro; hanno voltato pagina, loro. - Perché non hanno memoria - rispose scoraggiato Don Benito, - perché non sono umani."
"... e fissava attraverso il ponte di Rimac quel monastero sul monte Agonia dove, tre mesi dopo che lo rilasciò il tribunale, Benito Cereno trasportato su una bara seguì davvero il suo capo."
C'è il senso del mare, che racchiude il senso della nostra vita: il senso degli orizzonti incommensurabili accarezzati dal vento salmastro in superficie, ma anche dei claustrofobici abissi. C'è la calma, ma anche l'inquietante tensione che tale calma infonde nell'animo umano preludendo alla tragedia. C'è la speranza, ma ci sono anche la disillusione e il tradimento; forse soprattutto quello... C'è tutto insomma. Ogni frase schiude la porta di un mondo da scoprire e ci viene offerta come un nuovo, ricco indizio che ci conduce verso la comprensione.
Si chiude il libriccino soddisfatti e un po' inquieti, si leggono voracemente le 'note del traduttore', lo si rigira tra le mani delicatamente, quasi timorosi di rovinarlo, e lo si vorrebbe ricominciare da capo, come fosse un bel thriller...
Ora, mi viene voglia di azzardare una colonna sonora per questo magico racconto e scelgo questa: Arvo Pärt - Lamentate - ECM new series - 2005
Provare per credere...
Buona lettura e buon ascolto a tutti.
Paolo Simonetti
Paolo si Stefano
Grazie, Paolo -
5 commenti:
grazie vlad.
prima o poi... arriverà il suo turno.
meglio tardi che mai. Ma è ancora meglio prima...
ma sono usciti i post nuovi?
no che non sono ancora usciti...
ma voi votereste per Amasa Delano e per Benito Cereno?
Vediamo se almeno a questa sollecitazione qualcuno reagisce? Prima però dovete leggerlo...
buona notte
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