lunedì 3 novembre 2008

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Brainstorming del giorno (da Catia)


Catia ha postato un commento che vale la pena di mettere in evidenza per iniziare un dibattito.

"Capita anche a voi di riuscire a dare il meglio nella scrittura quando siete incazzati con il mondo, tristi,o con un male nell'anima che vi attanaglia la gola? Perchè io a scrivere contenta e con la pancia piena non ci riesco. Ergo, perchè la penna riesce a scalfire il foglio solo nei momenti di "urgenza emotiva?".
Grazie anticipatamente per i vostri pareri."

Per risponderti alla Di Stefano: 'Che bella domanda, Catia'.

18 commenti:

api ha detto...

Ecoo, se tu questa domanda la ponessi a Stephen King o la avessi posta a Moravia, la risposta sarebbe (o sarebbe stata): "Noi scriviamo per mestiere. 8 ore al giorno tutti i giorn; ovviamente non ci possiamo permettere di lasciarci influenzare dal cervello o dal cuore..."
Visto che la poni a me: io scrivo meglio se sono serena, felice, soddisfatta. Se sono triste, incazzata o depressa mi intorcino su me stessa e non combino un granché...
Ma aspetto gli altri commenti per riflettere un po'.

Ben ha detto...

Io scrivo quando il mio stato d'animo è normale, proprio per non lasciarmi incosciamente condizionare e rifletterlo sui personaggi, che invece ne hanno uno proprio.

Catia ha detto...

credimi Pia, non sai quanto vorrei farla diventare un mestiere. Eppure sto scrivendo anch'io, applicandomi un'ora al giorno e alternando la scrittura al ruolo di madre, moglie,segretaria, rappresentante di classe, forumista e commentatrice di blog.
Nel peggio della mia emotività ho constatato di dare il meglio, anche nell'ironia di una battuta. Preferisco la pioggia al sole, e devo socchiudere gli scuri. Neanche un piccolo barlume di luce deve fendere il buio della mia anima... e in quel preciso momento parte la penna...

api ha detto...

U mama, Ben: il mio stato d'animo NON è quasi mai normale: either up or down.
E dopo avere ascoltato bilioni di consigli sul primo e sul secondo libro nn riesco più a riprenderlo in mano (il secondo).

Anonimo ha detto...

La risposta è già stata data da "api": la scrittura non dovrebbe lasciarsi influenzare dagli stati d'animo.
E qui il paradosso: la scrittura, come tutte le arti, è "uno stato d'animo".
Diciamo che gli stati d'animo influenzano la scrittura.
Ma la scrittura dovrebbe essere continuativa, quotidiana a prescindere. Se scriviamo solo quando siamo incazzati, attenzione: diventa sfogo, terapia.
Poi magari si sottrae il 60% del lavoro, ma deve essere quotidiana. Per quanto riguarda la struttura del romanzo poi è d'obbligo.
Bukowski scriveva sempre, ogni notte, anche ubriaco, anche quando non era pagato, a differenza di King o Moravia.
perchè era uno scrittore.

Catia ha detto...

Giusto Andrea, anche la sbornia è però uno stato emotivo alterato che insieme alla disciplina, al metodo e alla quotidianità notturna hanno permesso a Bukowsky di essere lo scrittore che è, non trovi?

Paolo Federici ha detto...

credo che si debba scrivere solo quando si ha qualcosa da dire!
Oggi non ho niente da dire ... quindi non scrivo.
:-(
Paolo

Anonimo ha detto...

Nel modo più assoluto Catia.
Con me sfondi, non una porta aperta, ma un "hangar spalancato"...
;))

Catia ha detto...

...confermo l'iscrizione al club di Andrea... Piaaaaaa!!!Che l'è pure un bell'umett (non farti ingannare dall'accento...terrona sono!)

Anonimo ha detto...

Scrivere è indubbiamente l'atto comunicativo più complesso da realizzare e il più ostico per il raggiungimento dell'efficacia comunicativa e, quindi, della persuasione. La modifica comportamentale del ricevente della comunicazione, infatti, obiettivo primario di una comunicazione efficace, diventa molto difficile da raggiungere quando perpetrata attraverso la scrittura, proprio per via della complessità attuativa di questo atto comunicativo.

Fatto queste premesse, ne possiamo desumere che, mentre nell'esposizione orale le varie funzioni comunicative che servono a rafforzare e dare enfasi ai concetti espressi possono essere espletate attraverso, per esempio, gli atti prossemici, la mimica facciale o la gestualità, nella scrittura tutte le sensazioni e le emozioni che si vogliono trasmettere devono necessariamente essere espresse solo ed esclusivamente attraverso l'atto della scrittura, le cui sole parole scritte devono essere in grado di perpetrare una comunicazione completa ed efficace.

Ecco allora che, soffermandoci ancora sulle funzioni comunicative secondo il modello elementare della comunicazione del semiologo russo Roman Jakobson, vediamo che, prendendone una delle sei come esempio, la funzione espressiva, che comunica lo stato emotivo del mittente, quale può essere noia, fastidio, sofferenza, caldo, nervosismo, irascibilità, gioia, etc, ove svolta attraverso atti comunicativi sincroni e del tipo “faccia a faccia”, viene assolta attraverso gli atti prossemici attraverso i quali il mittente gestisce lo spazio tra sé e il suo interlocutore, oppure tramite il tono di voce ed il suo volume, o ancora attraverso la mimica facciale e la gestualità. Quando invece ci troviamo di fronte ad un tipo di comunicazione asincrono, quale per esempio la scrittura, la funzione espressiva viene assolta tramite i linguaggi non verbali della comunicazione, ovvero, attraverso il tipo di scrittura, l'uso delle maiuscole per significare che si sta urlando, l'utilizzo eventuale degli emoticon, la punteggiatura per evidenziarne le pause, e così via.



In situazioni emotive particolari, quindi, la scrittura viene "meglio" in quanto è maggiore il bisogno di comunicare il proprio stato emotivo.



In conclusione, è proprio negli stati emotivi alterati o significativamente marcati che inconsciamente lo scrittore riesce a dare il meglio di sé. E' come se fosse un bisogno inconscio di voler comunicare prepotentemente, come il gridare il proprio disagio, le sensazioni sentite e vissute.



Nic

api ha detto...

catia NON TI PUOI ISCRIVERE se non sei su Feisbuc...

api ha detto...

Ammazza, Nic.
Chapeau.

Catia ha detto...

Nic devo rileggere con calma il tuo commento.
Pia allora dai considera la mia iscrizione "virtuale".

api ha detto...

ma cosa ti costa iscriverti?
ci sono anche pino e il tuo musella!

Catia ha detto...

il mio Musella non è affatto mio, è un compagno di forum e una persona molto ospitale Pia; credimi sa di avere dei limiti e ne abbiamo parlato, non giudicate a priori.
Eppoi mi bastano il forum e il tuo blog...

Anonimo ha detto...

Volevo dire la mia, poi ho letto il post di Nic e mi sono perso...
Io non scrivo molto (per fortuna, diranno in tanti), ma mi sono reso conto che per scrivere devo essere solo, cioé senza la famigliola intorno (moglie e figlia), solo allora riesco a farmi prendere dalla storia e posso scrivere per ore fino a notte fonda. Probabilmente, se dovessi guadagnarmi da vivere con la scrittura, allora adotterei uno schema più rigido, tipo almeno 5 o 6 ore al giorno, ma per fortuna...

Vlad ha detto...

Bella la Omas dll'immagine.
Albo Signanda Lapillo...

Vlad ha detto...

Io scrivo. Punto.
E continuo a sostenere che c'è chi scrive e chi ne parla (della scrittura).
Auguro un buon 'Albo signanda lapillo' atutti (prima o poi vi spiegherò cosa vuol dire...).

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