mercoledì 22 ottobre 2008

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da 'Tre cavalli', Erri De Luca, Univ. Ec. Feltrinelli


[...]

Il sugo e una manciata di origano già chiamano estate. Lo tengo nel pizzico e lo annuso per avviso ai sensi. Laila mi assesta un bacio di allegria, svelto e a schiocco. Porta sui panni un'essenza di mandorla.

Sminuzzo nell'unghia una piccola spezia rossa, la spargo nel piatto e intanto chiedo se non la ingombra la distanza di anni tra noi. Anzi, non è abbastanza, dice, tu mi smuovi in corpo l'infanzia quando abbracciavo i grandi per allegria di stringere.

E a te non pesa? Chiede.

Vedo nelle persone giovani, dico, il dolore di amare poco. Tu non hai quella malinconia in faccia. Però sto attento a parlare con te per non pestarti i piedi. Non è come nel ballo. E' come su un sentiero di pietra che ha un po' d'erba cresciuta nella giunture. E' forte, ma cerco lo stesso di non sciuparla e faccio passi accorti. In case mussulmane si lasciano fuori le scarpe e io faccio così con te.

Mangiamo piano, zitti.

Davanti al cibo mi vengono gesti più lenti, Laila si mette a tempo e vedo il suo adagio farsi intenso di grazia. Si addensa in desiderio di toccarla.

[...]



Ma questo uomo come fa a scrivere così?????
Io lo adoro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Pia, come ti capisco. A me vengono i brividi sulle sue pagine.
Ciao
Maria

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