... che la forza degli editori sia con noi... da ripetersi come mantra per tutto il giorno.
11 commenti:
Anonimo
ha detto...
A proposito di editori, ne segnalo uno che si chiama Marco Valerio, in senso negativo. Costui ha fatto recentemente una sparata nel suo sito per dire che è cosa buona e giusta e fonte di salvezza non pubblicare MAI chi lo ha già fatto a pagamento.
Mah, Giulio. io più conosco autori affermati più sento sparare a zero su chi si fa pubblicare a pagamento. Ho le idee un po' confuse, in questo periodo, ma sembra davvero che la qualità della nostra editoria sia peggiorando vertiginosamente anche a causa degli editori-tipografi che lucrano sugli autori e paubblicano ogni tipo di porcata. Non so più cosa pensare, anche perché NON SO A CHI RIVOLGERMI PER IL SECONDO LIBRO...
Tempo fa mandai il mio "Gardner" al sedicente editore Altromondo, che Di Stefano dichiarò di non conoscere...questi mi rispose poco tempo dopo con una mail che segnalava peculiarità positive nel mio racconto e dava poi un numero di telefono da chiamare. Non lo chiamai. Risposi con una mail chiedendo lumi sul tipo di proposta, ma ottenni il silenzio. Così decisi che si trattava di una "tipografia accalappiagonzi". E lo penso ancora...
Io temo che la situazione, giulio, sia disastrosa, nel senso che è veramente molto complicato, a priori, capire chi possano essere gli editori seri e i tipografi. forse può valere il passaparola... ma non è semplice. Io non sono nemmeno d'accordo con gli editori che non fanno correzione di bozze e redazione sul testo, per cui è ancora più complicata, la faccenda.
Non ne so molto francamente. Ma secondo me per distinguere gli editori dai tipografi basta sapere se vogliono essere pagati per pubblicare. Sarà un metodaccio, ma credo che funzioni al 99%.
Ma porca l'oca! c'è qualcosa che non quadra. Ho scritto un commento e non me l'ha pubbblicato. Bene, riprovo:
Gli editori a pagamento non chiedono sempre soldi per la pubblicazione, possono anche farti firmare che rinunci alla royalties sui primi 500 libri, ho sentito anche questo, giulio.
E i tipi del Filo, comunque, quando vogliono pagano, vedi Pinketts che ha pubblicato con l'oro il suo ultimo libro, una favola.
Sono andata a vedere Marco Valerio: mi sembra gente molto seria, forse è per quello che non si vogliono sputtanare... come posso dare loro torto? non vogliono avere nella loro scuderia un autore che magari ha scritto una porcata, no?
Chiarendo dall'inizio che questo commento è stato "commissionato" in amicizia, ma che non è pagamento, intervengo sul tema in punta di piedi. Ma con fermezza. Mi auguro davvero di non ferire nessuno con questa mia. Ma è ciò che penso da sempre. La mia battaglia contro la pubblicazione a pagamento è feroce e conosciuta. Perchè è un fenomeno malsano che intasa il mondo dell'editoria. Inoltre pubblica spesso materiale non pronto, ma soprattutto, paradossalmente, distrugge gli esordienti. Questo è vero: senza un editor serio e con un editore che dirà sempre che sei bravo (basta che paghi o che compri un po' di libri che è la stessa cosa) e con una distribuzione inesistente, che farà in modo che il tuo libro lo acquisteranno solo amici e parenti (e anche loro diranno che sei bravissimo), non si cresce e non si va da nessuna parte. Non capisco perchè ci sia tutta questa gente disposta a farlo pur di "fingersi" scrittori. Fare lo scrittore, in quest'epoca non è dopotutto un gran blasone. Chi se li caga gli scrittori? Temo che la cosa sia dovuta al fatto che "fingersi" scrittore sia molto semplice: un bell'editore a pagamento, un giornale locale complice che ti definisce tale sulla pagina di Roccaferrata e un paio di librerie disposte a presentarti e a metterti in vetrina (saranno sempre disposte perchè in paese le presentazioni degli autopubblicati sono una specie di "cresima" e quel giorno si venderanno tanti libri)e il gioco è fatto. Et voilà: un bellissimo nuovo scrittore o scrittrice. Non se ne può più. Non serve a nulla, ripeto, se non a intasare ulteriormente un indotto già scellerato. Non occorre pubblicare con i 5big per essere scrittore, bastano piccole, serie, case editrici a progetto. Con distribuzione decente all'inizio. Che ti paghino, che ti diano il tuo rendiconto annuale e che abbiano un editor con cui confrontarsi. Non credo ai "geni incompresi", credo nell'impazienza piuttosto, o nella superbia. E nella profonda ingenuità. Del resto, agli occhi della gente che non legge, è molto più semplice fingersi scrittore che fingersi scultore o violinista. O anche calciatore o velina.
Con tanto bene, Andrea Villani
ps mi auguro davvero di non avere offeso nessuno. spero invece, di "avere salvato qualche anima"
11 commenti:
A proposito di editori, ne segnalo uno che si chiama Marco Valerio, in senso negativo. Costui ha fatto recentemente una sparata nel suo sito per dire che è cosa buona e giusta e fonte di salvezza non pubblicare MAI chi lo ha già fatto a pagamento.
Voi che ne pensate?
Giulio
http://quasiscrive.blogspot.com
Mah, Giulio.
io più conosco autori affermati più sento sparare a zero su chi si fa pubblicare a pagamento.
Ho le idee un po' confuse, in questo periodo, ma sembra davvero che la qualità della nostra editoria sia peggiorando vertiginosamente anche a causa degli editori-tipografi che lucrano sugli autori e paubblicano ogni tipo di porcata.
Non so più cosa pensare, anche perché NON SO A CHI RIVOLGERMI PER IL SECONDO LIBRO...
- che la forza dell'editore sia con te! -
intervengo a sproposito solo per dire che non riesco a vedere quei post... ho provato e riprovato ma niente... scusate l'intrusione.
catia ma non è possibile!!!!!!!
insomma, ora esco e rientro e riprovo a vedere.
Tempo fa mandai il mio "Gardner" al sedicente editore Altromondo, che Di Stefano dichiarò di non conoscere...questi mi rispose poco tempo dopo con una mail che segnalava peculiarità positive nel mio racconto e dava poi un numero di telefono da chiamare. Non lo chiamai. Risposi con una mail chiedendo lumi sul tipo di proposta, ma ottenni il silenzio. Così decisi che si trattava di una "tipografia accalappiagonzi". E lo penso ancora...
Giulio
è probabile.
hai guardato sul 'rifugiodell'esordiente?'
lì, se mi ricordo bene, parlano anche di editori poco seri.
Sì, sì, lo feci subito. Ma Altromondo non era neppure nell'elenco degli editori. La loro sede dovrebbe essere a Venezia, come risulta dal sito.
Giulio
Io temo che la situazione, giulio, sia disastrosa, nel senso che è veramente molto complicato, a priori, capire chi possano essere gli editori seri e i tipografi. forse può valere il passaparola... ma non è semplice.
Io non sono nemmeno d'accordo con gli editori che non fanno correzione di bozze e redazione sul testo, per cui è ancora più complicata, la faccenda.
Non ne so molto francamente. Ma secondo me per distinguere gli editori dai tipografi basta sapere se vogliono essere pagati per pubblicare. Sarà un metodaccio, ma credo che funzioni al 99%.
Ma porca l'oca! c'è qualcosa che non quadra.
Ho scritto un commento e non me l'ha pubbblicato.
Bene, riprovo:
Gli editori a pagamento non chiedono sempre soldi per la pubblicazione, possono anche farti firmare che rinunci alla royalties sui primi 500 libri, ho sentito anche questo, giulio.
E i tipi del Filo, comunque, quando vogliono pagano, vedi Pinketts che ha pubblicato con l'oro il suo ultimo libro, una favola.
Sono andata a vedere Marco Valerio: mi sembra gente molto seria, forse è per quello che non si vogliono sputtanare...
come posso dare loro torto? non vogliono avere nella loro scuderia un autore che magari ha scritto una porcata, no?
Chiarendo dall'inizio che questo commento è stato "commissionato" in amicizia, ma che non è pagamento, intervengo sul tema in punta di piedi. Ma con fermezza. Mi auguro davvero di non ferire nessuno con questa mia. Ma è ciò che penso da sempre. La mia battaglia contro la pubblicazione a pagamento è feroce e conosciuta. Perchè è un fenomeno malsano che intasa il mondo dell'editoria. Inoltre pubblica spesso materiale non pronto, ma soprattutto, paradossalmente, distrugge gli esordienti. Questo è vero: senza un editor serio e con un editore che dirà sempre che sei bravo (basta che paghi o che compri un po' di libri che è la stessa cosa) e con una distribuzione inesistente, che farà in modo che il tuo libro lo acquisteranno solo amici e parenti (e anche loro diranno che sei bravissimo), non si cresce e non si va da nessuna parte.
Non capisco perchè ci sia tutta questa gente disposta a farlo pur di "fingersi" scrittori. Fare lo scrittore, in quest'epoca non è dopotutto un gran blasone. Chi se li caga gli scrittori? Temo che la cosa sia dovuta al fatto che "fingersi" scrittore sia molto semplice: un bell'editore a pagamento, un giornale locale complice che ti definisce tale sulla pagina di Roccaferrata e un paio di librerie disposte a presentarti e a metterti in vetrina (saranno sempre disposte perchè in paese le presentazioni degli autopubblicati sono una specie di "cresima" e quel giorno si venderanno tanti libri)e il gioco è fatto. Et voilà: un bellissimo nuovo scrittore o scrittrice. Non se ne può più. Non serve a nulla, ripeto, se non a intasare ulteriormente un indotto già scellerato.
Non occorre pubblicare con i 5big per essere scrittore, bastano piccole, serie, case editrici a progetto. Con distribuzione decente all'inizio. Che ti paghino, che ti diano il tuo rendiconto annuale e che abbiano un editor con cui confrontarsi.
Non credo ai "geni incompresi", credo nell'impazienza piuttosto, o nella superbia. E nella profonda ingenuità. Del resto, agli occhi della gente che non legge, è molto più semplice fingersi scrittore che fingersi scultore o violinista. O anche calciatore o velina.
Con tanto bene, Andrea Villani
ps mi auguro davvero di non avere offeso nessuno. spero invece, di "avere salvato qualche anima"
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