martedì 21 ottobre 2008

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Da “Cuore”, 16 settembre 1991

<<Politicamente, il collega Zanella, vecchio militante Cgil, odia Manzoni: un democratico dell'Ottocento, lo cataloga con astio. E ripete in tutte le salse: “Altro che umili”. E cita: “Si è occupato degli umili come la Società protettrice degli animali si occupa degli animali”. Per anni e anni ha letto quell'autore ai ragazzi del biennio con astio, ironizzando, ridendo da solo e gridando: “Che smancerie, com'è appiccicoso.” Ma da qualche tempo Manzoni si sta aprendo un varco dentro il suo petto come un tumore maligno. Zanella comincia a leggere sul sarcastico. Ma dopo poche righe quest'uomo rude, sanguigno, si appassiona suo malgrado e farfuglia come Don Abbondio, minaccia come i bravi, afferra l pugnale come Renzo, cava dal petto possente vocine flebili come se fosse Lucia. Qualche tempo fa il preside è entrato nella sua classe all'improvviso, attratto dal vociare che si sentiva dal corridoio. Zanella era già lì, ma già da un pezzo non era più Zanella. Era Gertrude, la Signora. E avanzava con passo languido dalla finestra al banco dove siede la sua allieva Tiraboschi Belinda. E s'andava arricciando ciocche impudiche di capelli. E si assestava i seni sotto un'immaginaria tonaca da monaca di Monza con manacce pelose e bianche di gesso. E, schioccando i labbroni baffuti, diceva insinuante: “Tocca a voi, Lucia, dire se questo cavaliere era un persecutore odioso”. Al che l'allieva Belinda rispondeva a Zanella “Signora... madre... reverenda...” E il resto della classe si colpiva le ginocchia con manate di entusiasmo, ridendo scompostamente. (...) Dal canto suo il collega Zanella ha accentuato pubblicamente il suo astio verso Alessando Manzoni. “Un gesuita”, l'ha definito con me. E poi: “Malato di nervi.” Non solo: “Sadico”. Ancora:”Un vile”. Inoltre: “Predicava bene e razzolava male.” Per di più: “Il classico intellettuale italiano”. Infine: “Non era nemmeno figlio di suo padre.”Anche sullo stile ha avuto da ridire. Stile cafone, da lombardo che si rimpannuccia con panni toscani”. “Perché diamo tanto spazio a uno che si è permesso di scrivere 'liberi non saremo se non saremo uni'?” mi ha gridato un giorno pretendendo che ripetessi quel verso per farmi entrare nel midollo spinale lo stesso ribrezzo che provava lui.>> (...)

Domenico Starnone (Saviano, 1943) è uno scrittore, sceneggiatore e giornalista italiano.Ha collaborato e collabora a numerosi giornali (l'Unità, Il manifesto per cui è stato redattore delle pagine culturali) e riviste di satira (Cuore e Tango), con temi generalmente improntati alla sua attività di insegnante di liceo.Ha lavorato anche come sceneggiatore; film come La scuola di Daniele Luchetti, Denti di Gabriele Salvatores e Auguri professore di Riccardo Milani sono ispirati a suoi libri.Il suo libro maggiormente apprezzato, Via Gemito ha vinto il Premio Strega nel 2001.

(Wikipedia)


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