venerdì 10 aprile 2009

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Valerio Varesi, Il paese di Saimir


Saimir ha diciassette anni ed è da poco arrivato in Italia dall’Albania. È clandestino e lavora come muratore in un cantiere, naturalmente in nero, senza alcuna garanzia o sicurezza. Un giorno entra in un palazzo fatiscente, tocca il muro sbagliato e il palazzo crolla. Saimir rimane sepolto. Ma Saimir stava lavorando illegalmente: non può essere lì, è invisibile. Fuori, si scatena la ferocia e l’avidità di chi è rimasto vivo, e anche chi fino a quel momento è stato capace di pietà, si inaridisce. Il paese di Saimir è la vigorosa denuncia, senza mezzi termini o rassicuranti sfumature, di come oggi un’imprenditoria senza scrupoli sfrutti l’immigrazione clandestina a proprio vantaggio. Attraverso una lingua dura e schietta, ma capace di commoventi aperture poetiche, Varesi traccia la parabola di un giovane lavoratore “fantasma” costretto ai meccanismi malati dell’edilizia illegale. È la storia di un’altra vittima, un altro corpo che va a ingrossare la tragica lista di morti bianche.


Il paese di Saimir di Valerio Varesi (VerdeNero, Noir di Ecomafia, 2009) - pp. 320 - euro 13,00 - ISBN
978-88-96238-03-5

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