Da dietro lo schermo di cespugli che circondava la sorgente, Popeye guardava l'uomo che beveva.
Un sentiero appena visibile portava dalla viottola alla sorgente. Popeye guardò l'uomo - un uomo alto e magro, senza cappello, con un paio di vecchi pantaloni di flanella grigia e una giacchetta di tweed sul braccio - venire giù per il sentiero e inginocchiarsi a bere alla sorgente.
tratto da " Santuario".
Proviamo a farlo nostro o commettiamo un sacrilegio?
Visita il Rifugio di Roberto
3 anni fa
15 commenti:
mi sento una demente. mi sembra impossibile.
UFFA.
Cambio mestiere.
C'era un ciuffo di cespugli proprio là, tutt'intorno alla fonte, come per proteggerla dagli estranei.
Popeye, nel verde fitto, spiava l'uomo.
Non gli piaceva, tutto lì.
Lo fissava mentre beveva spudoratamente dalla sorgente.
L'aveva visto percorrere il viottolo a passi indecisi, gli era sembrato un intellettuale dei giorni nostri: non lo aveva sopportato fin dal primo istante.
Gli sembrava una canna di bambù: alta, sottile, ma cava. Vuota.
Tutt'al più piena di aria composta da pensieri pericolosi, forse malvagi.
Per non parlare dei calzoni: grigi, troppo morbidi, lambivano quelle gambe sgraziate.
Portava una giacchetta anonima sul braccio sinistro, il petto era fasciato da una polo rosso ciliegia.
Quando l'intellettuale si era inginocchiato per bere, Popeye era uscito dal suo nascondiglio con la pistola spianata.
Erano stati sufficienti pochi minuti per farlo fuggire.
Popeye guardò meglio e si accorse che l'uomo alto e magro in realtà...sì, era proprio lei
-Amore, che ci fai tu qui?- sussurrò Popeye, cavando dal taschino un ciaffo di spinazi freschi, sempre masticando il gambo di sedano appena rubato nell'orto di Brutus
Olivia gli fece segno di tacere e con fare isterioso e impaurito si voltò a guardare il tizio infagottato, seduto sotto l'olmo poco istante, che sembrava li stesse osservando
-Sssstt- fece Olivia; e portandosi l'indice al mento indicò con la punta del naso il tizio isterioso. L'uomo istintivamente tirò su il bavero dell'ombrello e incominciò a fischiettare con noncuranza, come un bravo architetto che si goda meritatamente il fresco dopo una dura giornata trascorsa a guadagnarsi il pane con il suo monesto lavoro.
-E' lui, è Poldo, mi sta seguendo da stamattina- ansò Olivia ansimando -Pisellino deve avergli fatto la spiata-. E gurdandosi intorno con fare circospetto, cavò di tasca il mezzo panino avvolto in un fazzoletto a quadretti:- Ecco, è l'ultimo rimasto, mangialo in fretta prima che arrivi l'architetto-.
Che ce vò? Potremmo andare avanti per ore
potevi firmarti, somaro.
stiamo cercando di capire qualcosa nel magico mondo della scrittura, cerbero.
comunque: questo è il tuo punto di vista, però correggi il mio, per favore.
io propongo ALBO SIGNANDA LAPILLO...
cavoli vostri...
ho sbagliato un verbo.
shit. anzi due. anzi tre.
quando l'intellettuale si inginocchiò per bere, Popeye uscì dal suo nascondiglio con la pistola spianata.
Bastarono pochi minuti per farlo fuggire.
bene, vlad:
C'era una volta un ALBO.
Era triste, molto triste, perché nessuno voleva mai sfogliarlo.
Ma un bel giorno arrivò una ragazza dalle gote di un rosso accesso e dal sorriso splendente: si chiamava SIGNANDA.
Vide l'albo, lo sfiorò con delicatezza, poi,curiosa e nel contempo impaurita, ne aprì la prima pagina.
Ma nel preciso istante in cui SIGNANDA avrebbe potuto, forse, comprendere il vero significato dell'albo, un LAPILLO del Vesuvio la colpì in fronte, esattamente tra le sopracciglia cespugliose alla 'Frida KAHLO'.
Lei morì.
L'albo rimase aperto a metà.
Che storia triste.
Chi è quel pirla che si è ispirato a Braccio di Ferro? Che prevedibilità...
api, toglimi una curiosità: quanti libri hai all'incirca? Alla grossa: qualche centinaio, più di mille, alcune migliaia?
nota per api: prima traccia. ALBO significa Bianco, chiaro;
nota per Catia: sono d'accordo;
nota per anonimo:
più di mille, forse più di duemila, vecchio mio.
non riesci a costruirti un nome, accidenti a te?
fatti un indirizzo google, se vuoi te lo faccio io.
detesto gli anonimi. li detesto davvero.
allora, quanti libri ho, oggi? boh.
ne ho donati un paio di cartoni alla mia biblioteca... sai che non lo so?
bella domanda, quando ho tempo li conto.
comunque: miei personali, siamo su qualche centinaio.
ma non ti piacerebbero, rex: praticamente tutti gialli...
ti ho risponopondo in privassi. rex
api? li ho già contati io tutti quelli che ci sono sugli scaffali (sia in casa, sia in studio). E ho già risposto nel pomeriggio a Rex.
Naturalmente tra tutti quelli che ho contato ci sono i tuoi quattro gialli, gli incunaboli degli amanuensi, i codici leonardeschi, i trattati di astrofisica, i Quattro Libri dell'Archiettura di Andrea Palladio autografati dall'autore, 'l'arredamento in dieci lezioni' e tutti i miei classici...
Ah, dimenticavo!
Anche le tavole con i 10 Comandamenti...
"... tirò su il bavero dell'ombrello", ma allora ci stiamo avventurando in un racconto dai tratti surreali. Bene.
"...come un bravo architetto che si goda meritatamente il fresco dopo una dura giornata trascorsa a guadagnarsi il pane con il suo monesto lavoro."
Cos'è, Rex, il 'monesto lavoro', un lavoro da Mona...?
Comunque l'architetto, per mona che fosse, arrivò prima che Olivia riuscisse ad ingurgitare il mezzo panino. Strappò di mano alla spilungona il sandwich e lo divorò in un sol boccone; poi si mangiò anche lei e Popeye. E dopo aver espresso la sua soddisfazione con un sonoro 'do di petto' vibrato... si diresse verso la casa di Brutus per papparsi anche lui.
E tutti (solo lui a questo punto) vissero felici e contenti. E sazi.
Posta un commento