martedì 23 settembre 2008

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chirurgia estetica

Chirurgia estetica

Una donna di mezza età è in ospedale per un banale intervento.
Mentre è sotto anestesia vede Dio che le tende la mano.
"E' arrivata la mia ora?" chiede spaventata.
"No - risponde Dio- ti rimangono 23 anni, 22 giorni e 5 ore di vita"
Dopo l'intervento la donna decide di rimanere in ospedale e si
sottopone a liposuzione su addome e cosce, lifting, seno nuovo, collagene nel labbro
superiore, protesi per rialzare i glutei e intanto che c'è si fa pure segare due
costole per avere la vita più sottile...
Esce dall'ospedale, inguainata in abitino Gucci e tacchi 12... si sente splendida.
Attraversa la strada e... viene spiacciccata da un TIR.
Si ritrova davanti a Dio: "Ma non mi avevi detto che avevo ancora oltre 20 anni di vita?"
E Dio: "Oh, scusa, non ti ho riconosciuta!".

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, posso linkarlo su letteratitudine?
Conoscevo la storiella in una versione diversa, ma questa ha più ritmo!
:-)
Miriam
PS. buonagiornata

api ha detto...

Perché no?
L'ho riredatta io.
Ah, ma allora tu sei di Letteratitudine?
ti piace nostro blog?

api ha detto...

p.s.: buona giornata anche a te...
mi invii il tuo link, così ti aggiungo nei siti dei nostri amici? e magari tu fai lo stesso con MKTV?

Anonimo ha detto...

Sì, sono una colonna di Letteratitudine, anzi una colonnina e, fino a martedì prossimo, un po' zoppa.
Questo è' un posto nuovo, mi sto orientando; ho letto i raccontini dell'incipit...però vorrei dire una cosa a proposito dei temi ...non so se posso...
ciao, Miriam Ravasio

Anonimo ha detto...

io preferirei morire domani che conoscere il momento esatto della mia morte. Ma è un controsenso. Morendo domani saprei anche quello. Uff, che fregatura.

M.

www.quisiscrive.com

api ha detto...

e perché no? dicci.

Catia ha detto...

Bellissima, letta ora in fase pre-pranzo. Oddio non mi ritoccherò mai... Miriam questo è un blog democratico, ragion per cui puoi dire tutto quello che pensi, bene o male che sia.
Grazie della tua partecipazione.

Vlad ha detto...

Stupenda.
Benvenuta Miriam

Anonimo ha detto...

Volevo solo dire questo: perché non sorvoliamo un po' sulla circumnavigazione degli ombelichi? nel senso che quasi tutti gli incipit ci rimandano a Lui e Lei, rapporto passati, contemplati o consumati. E una maestra colta dal dubbio sulla certezza dell'informazione che sta proponendo? Oppure perché non il pensiero di un verniciatore di carrozzerie? O di un gelataio, magari allergico al lattosio...insomma, e il lavoro? Parte determinante, nella vita di un uomo, più dell'amore? Sempre la noia di chi sta seduto ad un tavolino. Che poi, cari ragazzi, i tavolini e la possibilità di sedersi è scomparsa, nella concezione malata degli urbanisti e di chi studia i piani commerciali, non c'è, è totalmente assente.
Provate voi, stare a Roma o a Milano, in pieno centro e a lottare con problemi di deambulazione (NON EVIDENTI): impossibile il ristoro, senza aver prima deambulato (SACRAMENTANDO) alla ricerca di un bar d'altri tempi (e cioè con tavolini abbordabili!)
Diamo spazio al "lavoro" alle altre dimensioni della nostra vita, e forse troveremo l'AMORE!
Ecco, ho detto e resto qui aspettandovi.
Bacioni, Miriam

Catia ha detto...

Ok Miriam ci sto, e spero anche tu.
Vorrei anche un tuo racconto.
Rientro prima dall'uff e mi metto all'opera.

Vlad ha detto...

Ora estrapolo la 'coda' del racconto di Pia (quello sull'Ambasciatore) e la piazzo come incipit per vedere dove può condurre.
Sicuramente in un campo minato...

Anonimo ha detto...

Io non scrivo racconti; disegno e progetto percorsi di pensiero (più o meno illustrati). Posso proporre immagini, frammenti di parole...
c'è troppa gente che scrive...troppa...una noia infinita, in pochi alzano gli occhi, tutti a scrutare la propria tastiera...che scrivano i talentuosi e agli altri la lettura!!! Comunque sono qui.
Miriam

api ha detto...

scusa miri, mi è comparsa in 'sparate' la foto di un cane sul plop che assomiglia al mio. vero, catia, non sembra la gina? ma perché non esce anche nei commenti?
e che cane è? e di chi è? scrive anche lui?

sugli incipit sono d'accordo con te, ma questa settimana sto attraversando un fuori fase intellettuale. Continuo a pensare alla presentazione del 3 ottobre e non riesco a concentrarmi. Tra poco porto i due nani a festa di bambini.

scrivi qualcosa, tu, dài dài. Tanto con quella gambona ingessata sei bloccata lì.
Menisco?

api ha detto...

è ufficiale ancora una volta: sono deficiente.
Miriam scusa, il cane assomiglia al mio perché è il mio. L'ha messo quel mattacchione di vlad, alias mio marito e non avevo visto il suo post.

Anonimo ha detto...

E' un casino seguirvi, perché rispondete in due e io scrivo un po' qui e un po là. Ora vi lascio, ci vediamo domani. Sull'altro post vi ho lasciato la traccia della reperibilità su letteratitudine.
A domani. No, non scrivo racconti, solo recensioni...
ciao, miriam

Vlad ha detto...

La dichiarazione di Miriam conferma quanto sostengo da sempre: esiste uno spartiacque preciso tra chi 'crea' e chi 'ne parla', ed entrambi sono ruoli fondamentali. Del resto, se non ci fosse chi 'crea', chi 'ne parla' non saprebbe cosa fare. Ma in qualche modo è vero anche il contrario: se non se ne parlasse, non avrebbe senso creare.
Ora piazzo un altro post con incipit e vi auguro una buona notte.

Solo in rarissimi casi si è osservata una padronanza di alto livello su entrambi i versanti.

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