domenica 25 gennaio 2009

19

Scrittura in seconda persona

In un precedente post, all'interno di un commento, avevo chiesto quale fosse il vostro pensiero riguardo alla scrittura in seconda persona.
Rilancio la domanda e invito chi aveva già espresso un parere a ripeterlo.

19 commenti:

Anonimo ha detto...

te ne ho scritto su un post precedente, credo nn sia difficile recuperarlo. ora, ovvio, nn ricordo l'argomento del post.
ciauzzzz

Micheluzzo ha detto...

A me non piace, mi dà fastidio: non riesco a entrare bene nei panni del personaggio. E poi, sarà l'abitudine, è una costruzione che sento troppo artificiosa.

api ha detto...

Mi fai un paio di esempi di frasi, per favore, per vedere come suona?
Buon pranzo, Ben e Buon sport.

Micheluzzo ha detto...

Es.: Tua moglie ti ha dato le chiavi di casa, ma sai che la mattina, fino a quando lei è dentro, non puoi entrare. Aspetti seduto sul marciapiede che passi il tempo. Ti svegli perchè qualcuno ti strattona, chiamandoti papà: è tua figlia Artemisia.

La moglie gli ha dato le chiavi di casa, ma sa che la mattina, fin tanto che lei non esce, non può entrare. Aspetta seduto sul marciapiede che passi il tempo. Si sveglia perchè qualcuno lo strattona, chiamandolo papà: è sua figlia Artemisia.

Anonimo ha detto...

Mik, ciao. T'avevo risposto su quasiscrive al riguardo di Junger e aspettavo la replica. Comunque grazie lo stesso per il commento.


marco

Vlad ha detto...

A proposito di Junger, qualcuno ha letto ì 'Il cuore avventuroso'?

Ricordo un appunto degli anni di università, quando si dissertava con gli amici più intimi anche di queste cose, relativo alla descrizione di Junger della città verso sera: commovente.

Ho cercato il libro qualche volat in libreria negli anni passati, senza successo. Poi, successivamente, mi è sempre passato di mente.
Ora, giracchiando sul web sollecitato dalla nota a Mik di Marco, trovo questo:

'...Dedico la mia attenzione a un piccolo calamaro che si chiama loligo media e che ogni mattina m'incanta di nuovo con la bellezza del suo multicolore canto del cigno; esso lo combina mediante una fluente scala di toni bruni, gialli, violetti e purpurei. Amo in lui particolarmente un prezioso impallidire, una stanchezza nervosa che nasconde i preparativi di nuove inaudite sorprese. Questa magnificenza si annulla subito nella morte; si spegne come nubi infiammate che si sciolgono in umidità, e soltanto gli anelli di cupo verde aureo che contornano di smalto i grandi occhi danno ancora un bagliore come di arcobaleno. Sul suo corpo, grande una spanna, la vita suona la sua inebriante melodia, lo colma della sua sovrabbondanza e lo abbandona come un'amante crudele. Dopo tanto splendore, ciò che resta è una pallida larva, come il cartoccio bruciato di un aureo fuoco d'artificio.'
Ernst Junger Il cuore avventuroso 1929

Anonimo ha detto...

niente male, ma ricercando su google pare che Junger sia diventato grande con "tempesta d'acciaio", con grande risalto a un linguaggio duro e crudo, ossia tutto il contrario di questo qua che hai messo tu. Almeno mi pare.


marco quasiscrive

Micheluzzo ha detto...

Bellissima immagine! E come non riconoscere nel calamaro il nostro stesso destino?

api ha detto...

Aaaaaah....

no, la seconda persona non mi piace per niente.

io sto provando a cambiare il libro in prima persona, mi sembra si presti alle considerazioni intime della protagonista, ma è un grande Macello.

Ma Vlad, di domenica, quando on parla di seppie... parla di calamari?

Vlad ha detto...

Oggi parlo della Città. Anche perché il lago di Scurano è ghiacciato e non ho voglia di andare giù con le mine...

Vlad ha detto...

Ma, se proprio volete, andate al post successivo...
A tra poco

api ha detto...

xenia, non è stato semplice da recuperare perché è stato eliminato (non da noi).
ce l'ho nella posta per conoscenza, lo riposto qui per te e ben.

caro Ben, la scrittura in seconda persona è una brutta bestia. con questo non voglio dirti di non intraprendere l'esperimento, anzi! alle volte è proprio attarverso gli esperimenti di scrittura che rafforziamo la nostra voce più autentica, perchè ci aiutano a distinguerla, l'importante è sapere che potremmo lavorare come buoi per poi magari abbandonare il tutto. siccome ti percepisco come uno che ha passione (fine a se stessa) per lo scrivere, ne uscirai cmq arricchito. facce sape'.
ciauzzzzzzzzz

api ha detto...

Questo era di Ben, recuperato nella posta.

Ciao number one,
finalmente ho letto (quasi) tutti gli arretrati. Complimenti davvero.
Credo che in qualunque attività i primi a credere in noi dobbiamo essere noi stessi. Per me è alla base, altrimenti come possiamo pensare che lo facciano gli altri? Non ho capito bene cosa significa "Gente giusta". Un aggancio? una scorciatoia? L'amico dell'amico che può aiutare? Oppure chi sa valutare il merito?
L'editoria pare essere affamata di business come e più di altri settori. Un esempio? Per fare cassetta oggi sono diventati tutti scrittori: calciatori, cuochi, attori, cantanti, e possiamo continuare. Ma vi pare? Eppure a chi è dentro a quel mondo va bene così (mi vengono in mente alcuni post di molto tempo fa di L&S) e ed pure normale.
Certo, rimanendo nel piccolo, hai voglia a promuovere. Ti dai da fare e nessuno ti caca (scusate il francesismo).
L'importante comunque è non mollare e continuare a fare ciò che ci piace, perchè si scrive perchè ci piace, o no?
Ho appena finito di scrivere un romanzo, e al momento in cui scrivo non so se vedrà la luce o meno, perchè ci sono tanti fattori che incidono sulla pubblicazione. Se ci sarà ho già pronto un progetto, se non ci sarà amen. Ma a prescidere dall'esito, sto già pensando al prossimo (che ne pensate della scrittura in seconda persona?).
Mi s'intrecciano gli occhi; è tardi, ho sonno, mi sembra di aver letto da qualche parte in questi commenti di abbandonare la scrittura sul blog e dedicarsi a migliorarsi.
Io credo che anche lo scrivere sul blog sia un ottimo esercizio di scrittura.

Lascio qui i due brani. Mik, prendi nota: Gabriel's oboe di Morricone e Confortably numb dei Pink Floyd. Perchè? Prediligo la musica ai testi e queste due facevano parte della colonna sonora che avevo preparato per intrattenere il folto pubblico nell'attesa della presentazione di Al di là delle ombre. Mi è rimasta la voglia di sentirle perchè il mio stereo si guastò e quello della biblioteca non leggeva gli mp3.
Ma andai avanti anche senza!
Buonanotte. Domattina di nuovo in ufficio. Uffa!

api ha detto...

un altro di xenia.
meno male che non li ho cancellati dalla posta insieme agli altri.

per Pia e per tutti, riporto una considerazione tratta dal Blogdo ( insisto sul sito perchè davvero aiuta a capire un sacco di cose del mondo editoriale).
Incollo:" Quasi tutti gli autori lamentano l’impersonalità nelle risposte degli editori, dicendo “caspita, è il lavoro dell’editore rispondere a noi autori!” e altre frasi simili; manca la considerazione che sia una parte del lavoro, e nemmeno la più rilevante, e vada in qualche modo resa agevole.

Invocano risposte personali e dettagliate. Poi però quando si sentono dire “riteniamo che la sua opera non sia valida” (commercialmente, letterariamente, stilisticamente) eccoli lì a tacciare gli editori di incompetenza, grettezza, stupidità, ignoranza, persino malafede.

Passatemi la provocazione, se potete: quanto sarebbe stato meglio che Proust, la Rowling e Fforde fossero rimasti sconosciuti! Perché è ai loro casi che si appigliano gli scrittori rifiutati, adducendo a colpa dell’editore una ottusità generica nel riconoscere il talento.

Cosa dovrebbe quindi fare un editore? Dare una risposta standardizzata o personalizzata, spendendo il proprio tempo per averne un ritorno di insulti o peggio? C’è una soluzione intermedia, che mi sembra un buon compromesso: la scheda standardizzata.

La scheda di rifiuto che abbiamo elaborato per Tanit è relativamente semplice e comprende pochi, essenziali, punti:

Errori gravi nella grammatica/morfologia/sintassi.
Non aderenza alla linea editoriale.
Eccessiva sperimentazione stilistica/linguistica.
Stile involuto.
Argomento non rilevante/non pertinente alle collane.
Narrazione stereotipata.
Nuclei narrativi piatti.
Assenza di motore narrativo/motore narrativo insufficiente.
Scarso senso del parlato.
Caratterizzazione dei personaggi insufficiente.
Incoerenza nella trama.
Dialoghi ridondanti.
Un paio di queste caratteristiche nel testo portano al rifiuto dello scritto. Ma almeno, ricevendolo, gli autori potranno avere una idea precisa del motivo, augurandoci che la desiderino. Resta comunque chiaro che i nostri criteri non sono e non vogliono essere universali: valgono per la casa editrice e per noi come persone, qui e ora."
ciauzzzzzzz
.

api ha detto...

di ppp:

Caro Vlad
ho conosciuto sia te ...sia Pia dal vivo. Quel poco per capire quanto vi volete bene e quanto tu vuoi veramente bene al tuo lavoro e quanto manager di te stesso sei (visto i risultati).
Si sa benissimo che più di un famoso editore, agente...etc... ci vogliono le conoscenze giuste. Era solo questo il mio punto. Poi, non so mai se Pia si prende in giro oppure è demoralizzata veramente per la situazione un pò stagnante del suo non andare avanti con il lavoro di scrittura. Eppure il secondo libro (di Pia) letto a me piaceva veramente tanto e non sono ancora riuscito a capire perchè non si sta dando da fare per sistemarlo al posto di pubblicizzare qualcosa che ha fatto il suo tempo (nel bene e nel male). Discorso, forse malscritto da me, del non fidarmi ...è perchè riesco a sentire queste ansie che trasmette , anche se ironizza poi su tutto...e questo mi destabilizza. Se uno scrive e vuole farlo dev'essere serio...uno deve trovare la sua passione la cosa più importante del mondo..tutto il resto ...è resto!
Si tratta anche di conoscere meglio una persona. Nonostante ci chiamiamo fratelli, lo sai anche tu che tra fratelli ci si può non conoscere fino in fondo (pensa alle battaglie per le eredità da spartire). Anche i dubbi portano alle certezze. Non so, spero nelle mie mestruazioni mentali di essermi spiegato...stasera gira così... i poeti , si sa sono gente brava ed anche stramba...ma mai, almeno nel mio caso cattiva.
ppp 2009

api ha detto...

di xenia

altra interpretazione del post di PPP. mi sembra un incitamento ad essere se stessa, mollare i ragionereschi dubbi sulle sue qualità, diventare la Prima che crede in se stessa. ottimo. sul ricercare incontri 'utili', forse la ricerca non è sulla quantità ( dei soldi del potere) ma sulla qualità delle persone. allargando il cerchio si trovano, come un paio di papaveri nascosti nel folto del grano luglino. gli altri ci aiutano cmq, anche quando ci fanno sbattere il grugno. ma alla fine quello che conta sei tu, da solo, alle prese con la tua scrittura. o ci credi o non ci credi.
un besote a Pia PPP e Vlad

api ha detto...

ppp:
scusate non sono in ordine, trovo solo qualcosa in ordine sparso.
mi dispiace.
è tutto quello che posso fare per recuperare le discussioni dei giorni scorsi ssulla scrittura...

La Api dovrebbe avere un manager che le curasse di più la parte "visibile". La Api deve cominciare a promuoversi di più lasciare a Paolo in custodia i figli, muoversi nella Parma che conta...incontrare di persona (non solo dietro un pc. che odora di gnocco e tigelle) la gente; la gente giusta che le farà incontrare la gente giusta. Eh! si perchè negli agganci c'è sempre il segreto dei più stupidi segreti... Pia ha bisogno di più promozione e meno "finta o presunta spontaneità". Pia ha bisogno di distaccarsi da quella figura retorica di ragioniera che si è cucita addosso come scusa. Pia deve ritornare a risplendere. Io di Pia non mi fido del tutto, perchè come tante persone, non la conosco ancora bene, anche se di persona fa bellissima figura. La Pia sembra nascondersi dietro qualcosa, qualcosa mi sfugge di lei. Angelo o Diavolo...è quello che continuo a studiare di questa persona. Insomma l'avrete capito che la stimolo da distante...voglio vedere fin dove arriverà nel piangersi addosso per un romanzo (come scritto da lei) e concordo...neanche tanto riuscito . Ne parlo così perchè ho scritto anch'io addietro schifezze inumane. Io sprecherei meno tempo nel blog, e più tempo nel ritrovarmi-aggiustarmi, se veramente volessi scrivere qualcosa di bello e proponibile...Coraggio Pia...meno Fellini e più lavoro duro...Il successo arriva...arriva davvero...non chiedere consigli così alla carlona. Pensaci, ci sono sempre milioni di possibilità. Sono fuori tema ...ma va bene così. In ogni caso Pia nel mio cuore c'è.

api ha detto...

mi è venuto in mente adesso, se andate su Blogdo, in uno degli articoli si fa riferimento alle case editrici serie e no. è stata fatta addirittura una classifica con tanto di Case da mettere nel Purgatorio, Paradiso o Inferno.
è molto interessante.
carapia, ti consiglio di darci uno sguardo
mento in alto e petto in fuori!

Ben ha detto...

grazie Api, oltre a bibliotecaria, vedo che ti dedichi anche al restauro. Hai riesumato i commenti a cui pensavo.
Tanto tempo fa cercai di leggere Se una notte d'inverno un viaggiatore di Calvino. Dico "cercai" perchè non ne capìì molto di quel libro, se non verso la fine.
Se ben ricordo lì si usava la seconda persona. Probabilmente lo rileggerò per vedere se, a distanza di tempo, ho raggiunto una maturità sufficiente per capire qualcosa di più.
Però, poichè nel mio piccolo cerco sempre di immettere nelle mie esperienze qualcosa di nuovo o qualche esperimento, non mi dispiacerrebbe tentare a scrivere in seconda persona, magari cercando di trasformare qualche inedito che giace nel cassetto. Se non altro potrebbe essere un ottimo esercizio di scrittura.
Ma leggo che hai più non piace, e se dovessi decidere in base ai gusti dei lettori...

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