venerdì 23 gennaio 2009

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18 anni, la maggiore età.

Le dichiarazioni di due carabinieri aiutano a ricostruire la vicenda che ha portato alla morte di Valentina Parca, la 18enne stroncata da un overdose lo scorso marzo. In aula anche i genitori della ragazza
di Silvio Marvisi

Sono stati ascoltati questa mattina i primi testimoni per ricostruire la vicenda della morte di Valentina Parca, la 18enne stroncata da un overdose dovuto a un mix letale di droga l’8 marzo scorso. Quando i soccorritori, chiamati intorno alle 3,50 di quella notte, arrivarono nell'appartamento tra via Cavour e borgo Angelo Mazza, dove viveva il suo amico 26enne Giuseppe Cocconcelli, la giovane era già in coma. Si spense dopo pochi giorni, l'11 marzo, quando il suo fisico ormai debilitato smise di reagire alle cure dei medici.Oggi in aula c’erano anche i suoi genitori. Due carabinieri che hanno preso alle indagini hanno rilasciato le loro dichiarazioni di fronte al giudice Gennaro Mastroberardino la cui attenzione è andata soprattutto alle telefonate scambiate fra Valentina e i due imputati, Paolo Cittadino (presente in aula) e Giuseppe Cocconcelli. Avrebbero fornito l’eroina alla giovane dopo averla iniziata alla pratica da tossicodipendente e avrebbero avuto con lei gli ultimi contatti prima della morte. In un sms inviato a Cocconcelli il 3 marzo scorso, Valentina racconterebbe della madre preoccupata per la salute della figlia mentre tenta di capire chi possa averla iniziata al buco: “Non ho soldi per chiamarti - scriveva - comunque tranquillo perché mi ha chiamato per chiedermi se sei stato tu ma non le ho detto nulla. L’ho tranquillizzata. Lei mi crede perché sa che non le racconto balle, adesso vuole picchiare un altro tipo”.

http://parma.repubblica.it/dettaglio/Valentina-ascoltati-in-aula-i-primi-testimoni/1578726?edizione=EdRegionale

Io ho due figli.
Queste notizie, per me, sono coltellate.

10 commenti:

api ha detto...

"Lei sa che non racconto balle". Questo dice una ragazzina di 18 anni di sua madre 5 giorni prima di morire per overdose.
VIVAVA CON UNO SPACCIATORE.
Ma la madre, che poi minaccia di PICCHIARE chi ha fornito la droga per primo alla figlia, dov'era? A cosa pensava?

Questa ragazza andava ancora a scuola, frequentava il Toschi, l'Istituto d'Arte di Parma.
Cristo, l'ha fatta anche Vlad, si sa che in una scuola come questa c'è di TUTTO.
Ci sono ragazzi che hanno voglia di studiare, altri che si sentono molto alternativi, gira droga.
Io non capisco.
Io non riesco a capire.

Anonimo ha detto...

Cara Pia, so che per chi ha figli queste notizie sono coltellate... io ci ho lavorato in mezzo per anni, ironia della sorte per una che non ha mai fumato una sigaretta in vita sua.

Non eroina, comunque.

Il background familiare qui descritto mi sembra fragile... ma non è questo che porta un ragazzo alla droga, è tutta una serie di ragioni, che Iddio ce ne scampi.

Anonimo ha detto...

Questa è una storia tremenda e ametto che ne incontro tutti i giorni di simili. Purtroppo non ho figli ma mi permetto di dare un mio contributo. I figli forse vanno tenuti due con due occhi: con uno li si lascia liberi e si dà loro responsabilità anche su loro stessi e con l'altro li si sorveglia senza smettere un attimo. Non voglio dare nessun giudizio su genitori,sia questi che altri che hanno vissuto vicende simili, perché sarebbero comunque stupidi e inutili. Ognuno ha la propria storia. Le cose capitano ma con articoli che riportano solo ed esclusivamente quello che accade in aula, senza nessun commentoda parte mia, credo di aiutare i genitori che hanno figli adolescenti. State attenti, non posso dirvi altro e allo stesso credete nei vostri figli, se non lo faceste sarebbe come non credere in voi stessi e da lì possono nascere tutta una serie di problemi ingestibili. Vorrei aiutarvi tutti con tutto il cuore perché sono cresciuto negli anni 70-80 quando l'eroina era la moda del tempo. Dove vivevo io moltissimi ne facevano uso e ho anche trovato un giovane su un prato ma era troppo tardi. I miei genitori sono riusciti a darmi un'ottima formazione, non ho nemmeno mai avuto la tentazione di provare una droga, un veleno di quel tipo. Spero di aver dato un minuscolo contributo e di poter continuare a farlo.
- Silvio Marvisi -

api ha detto...

Grazie mille, Silvio, per la sua testimonianza.

Vlad ha detto...

Caro Silvio, i suoi interventi saranno sempre ben accetti.
Aggiungo solo che, come accennava Api, io ho frequentato la scuola d'Arte di Parma. Ricordo che al tempo della decisione sulla strada che avrei intrapreso, mia madre si sentiva dire dalle amiche 'ma come, vuoi mandare tuo figlio al Toschi, ma non lo sai che è la scuola dei drogati?'.
Mia madre allora rispondeva molto serenamente che io non ero un drogato e che credeva in me.
E' una scuola che mi ha dato tantissimo: soddisfazioni, amicizie e basi solide per il mio futuro culturale e professionale. Io però avevo una famiglia attenta alle spalle che, pur non interferendo nei miei movimenti e nelle mie decisioni, mi osservava a distanza e soprattutto C'ERA, in ogni momento.
Credo anche che una scuola valga l'altra, da questo punto di vista. La droga si può trovare anche nel cortile della parrocchia.

Anonimo ha detto...

La diceria è sempre stata quella che al Paolo Toschi ci son sempre stati i drogati ma altro non sono che persone più pronte delle altre ad abbracciare nuove idee, a sperimentare. Per lo più hanno sempre vestito in modo alternativo per cui l'occhio ha sempre ingannato. Il fumo comunque gira nelle scuole, in tutte. Non posso fare nomi e riferimenti precisi, vista la materia di cui mi occupo, posso comuqnue dire che è stato trovato un 12enne, si parla delle medie e non delle superiori, in un bagno ddi scuola a farsi una canna. La mentalità sempre più repressa e cresciuta in ambiente ovattato sono il vero problema, almeno credo io. Non c'è più modo di esprimere se stessi, di emergere, di avere una vita, un lavoro. Quali prerogative può vedere di fronte a sé un odierno universitario? Studiare 10 anni e finire a fare il precario? Per reagire, per andare avanti e avere il guizzo in più rispetto agli altri si fuma, si tira, si beve, si usano sostanze che nemmeno a un torturatore verrebbero in mente.
Firmo come sono abituato a fare sui miei pezzi ma chiedo scusa se mi segno come anonimo.
-Silvio Marvisi-

api ha detto...

Caro Silvio, i giornali in effetti parlano chiaro.
I ragazzini oggi inziano a bere, fumare (sigarette e altro) ed avere i primi rapporti intimi completi a 12-13 anni.
C'era un'intervista poco tempo fa al Dirigente del Consultorio di Parma, era agghiacciante.
La ringrazio tanto per la sua testionianza e la prego di partecipare sempre alle nostre discussioni.
E' capitato in un momento di caos cosmico per il nostro blog, mi scuso personalmente con lei.
Le sue testimonianze sono davvero gradite.
Buona giornata.

Anonimo ha detto...

"La droga è il cancro della città" non lo dico io ma il Prefetto di Parma. Sarebbe un po' come dire: hai le emorroidi, siediti. Non posso e non voglio far polemica contro le forze dell'ordine, contro agenti che prendono 1400 euro al mese e vanno in giro su auto scassate e che addirittura si devono aggiustare di propria tasca.
Quali le soluzioni? Concentrare tutto nella movida? E' un concetto spagnolo con la differenza che là, si la Spagna è molto avanti a noi in certe cose, la polizia c'è, è presente, si fa vedere e lavora. Cosa più importante chi sbaglia, paga e il conto è salato. Qui a chi sbaglia viene appuntata una medaglietta di latta al petto e spedito in piazzale della Pace.
La bassezza culturale e morale a cui siamo arrivati la si legge sui giornali. Due titoli apparsi nel 2007, lo stesso giorno, stessa pagina: "Ruba un rossetto all' Upim condannato a 6 mesi". "Due spacciatori fermati con 2 kg di marijuana"... il resto ve lo dico io: liberi!
- Silvio M-

P.s. se avete domande spero di poter rispondere

Vlad ha detto...

Caro Silvio,
mi trovi perfettamente d'accordo con i concetti che hai espresso.

p.s.
magari spediti in P.le della Pace ad arginare le code in biglietteria per la mostra del Correggio...
Grande mostra e grande allestimento, ce ne fossero! Grande ritorno anche economico a giudicare da quanto riportato dai giornali (e questo dimostra che anche la cultura tira, e fa girare i quattrini, più della movida tanto 'popolare' e tanto cara a certi...). Ma l'organizzazione, come al solito, fa acqua da tutte le parti; la Spagna ci supera anche in questo.

Anonimo ha detto...

Posto questo commento per chi ha aperto il blog e per chi ha seguito la vicenda fino a qui. Nei giorni scorsi c'è stata una nuova udienza in cui si è scoperto che Valentina era forse affetta da una patologia cardiaca congenita e mai emersa. La 18enne ha avuto due episodi di svenimento ma nessuno aveva dato peso alla cosa o forse i medici non se ne sono accorti anche se il tracciato dell'ECG fattole la sera prima della morte è chiaro. La cosa più agghiacciante che è emersa è che Valentina stava cercando a tutti i costi di entrare nel mondo della droga: ha chiesto a più persone di iniziarla al buco e fumava cocaina. "Non era una tossicodipendente" dicono gli amici in aula che hanno già avuto a che fare con droghe sia leggere che pesanti. Fatto sta che lei le cerca. Non voglio esagerare nei confronti di una ragazza morta forse per overdose ma vorrei che quello che è successo servisse a qualcosa, servisse a genitori che ogni giorno vivono nella paura che i figli si impasticchino, nell'impotenza quotidiana del non sapere.
Credo comunque che il forte disagio familiare sia alla base di tutto ciò, di una vita che inizia ed è già alla ricerca dell'esasperazione.
- Silvio M -

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