mercoledì 28 gennaio 2009

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Freddie

Vi rimando al link per un "esercizio in classe" di scrittura in seconda persona. Ovviamente la mia non è una lezione da impartire, ma da imparare. E' un esperimento che ho voluto fare, essendo un appassionato di scrittura che, passo dopo passo, cerca di scoprire cose nuove.
Si tratta di un racconto dal titolo: Freddie.
Siate clementi, mi raccomando.

9 commenti:

api ha detto...

è un bellissimo racconto, ma la seconda persona e il passato remoto relativo (asti asti asti asti) per me lo rovinano completamente.

L'illuminazione, Ben, è rivolta sul narratore invece che sul nano.

Allora, non sarebbe meglio che il narratore parlasse di se in prima persona e si rivolgesse a Freddie con la seconda?

esempio:
All'improvviso, una voce: “Ecco Freddie!”.
Alzai di nuovo lo sguardo, verso di te, un ragazzino in crescita che, con la sola differenza dei baffi che non hai ancora, potresti venire scambiato per Freddy Mercury tanta è la somiglianza con questo cantante morto da tanti anni (quest'ultima non serve, però, la toglierei).
Mi venne alla mente, bruciante come un fulmine, l’ultima gara estiva, quella dei campionati.
Ti eri tuffato con energia e buona volontà, ma quella piscina fresca e benigna, nella tua mente fragile, in mare in tempesta, le onde troppo alte per le tue fragili
braccia.
Non eri arrivato alla fine e, pieno di vergogna e deluso da te stesso, te n'eri uscito a metà vasca.
A niente erano servite le grida di incoraggiamento dell’allenatore a bordo vasca e quelle di tuo padre che, camminando avanti e indietro a lunghi passi come un leone in gabbia, seguiva il tuo percorso sgolandosi dalla tribuna, le mani che scorrevano lungo il passamano della ringhiera.
Tua madre infine era scesa,ti era venuta incontro, tu piangevi disperato. Abbracciandoti con amore ti aveva avvolto in un accappatoio morbido e caldo.
Appoggiai il giornale per terra, ti guardai mentre ti tuffavi.
Dopo pochi metri gli altri erano già avanti, rispetto a te.
Annaspavi, l’acqua intorno a te si trasformava in schiuma bianca. Avanzavi con fatica e quando arrivasti a metà vasca i primi avevano già raggiunto il bordo. Poi, mancavi solo tu.
Avrei voluto spogliarmi e tuffarmi per venire a sostenere, addirittura a sospingerti verso la meta.
Tuo padre, in piedi, ti incitava, tua madre, invece, rannicchiata sul gradino, i gomiti piantati
sulle cosce e le mani a reggerle il mento, rimaneva immobile, quasi inespressiva.
Allora, in modo del tutto spontaneo, senza rifletterci troppo sopra, mi alzai e iniziai a ritmare con le mani un applauso. Con lo sguardo cercai la collaborazione dei genitori che mi stavano vicino e loro risposero aggiungendosi a me. Dopo pochi
secondi tutto il pubblico si unii a questo battimani.
Tutti si misero a incitarti, spingendoti con entusiasmo verso l’arrivo e quando finalmente riuscisti a raggiungere la sponda, quell’applauso ritmato si sciolse diventando scrosciante.
Ti guardasti intorno; eri arrivato proprio ultimo, ma esultasti alzando un braccio e sbattendo il pugno sull’acqua in segno di gioia.
Quel mare, adesso, era ritornato calmo e non ti faceva più paura.

api ha detto...

beh, mi sono scordata un paio di parole, ho fatto qualche refusino...
scusate.

Anonimo ha detto...

Mettilo al presente: Cominci a sfogliare le pagine e tutte le notizie attirano la tua attenzione. Ogni tanto alzi lo sguardo intorno a te; le tribune piene e i ragazzi che stanno già facendo il riscaldamento in vasca. Il rumore dell’acqua si eleva fino alle postazioni più in alto...

Non é più scorrevole? Più diretto?

Anonimo ha detto...

ho letto ora. d'accordo con Pia: il passato remoto infastidisce. potresti usare il passato prossimo ed eliminare anche l'accenno al cantante morto ( superfluo). per il resto, esperimento valido.

Anonimo ha detto...

caro Ben vorrei condividere con te ( e gli altri) un libro che sto finendo di leggere, un libro piccolo piccolo ( nel senso di numero di pagine) ma grande grande nel senso di significato e sperimentazione letteraria.
si intitola L'occhio, di Nabokov, edit Adelphi, sai quelli più piccoli che stanno quasi sparendo dalla circolazione.
Nabokov non si è mai stancato di sperimentare lungo tutto il suo percorso di scrittore e dal momento che la sua lingua madre era il russo si è divertito a usare spesso dei mixer di termini, inventati, o anagrammi, o mistilingui o altro.
anche io amo sperimentare e trovo che rinforzi la capacità stilistica di un autore, ovviamente se l'autore ha qualcosa di davvero impellente da dire.
auguri

Ben ha detto...

Il passato remoto appesantisce, me ne sono accorto anche scrivendolo. Leggendolo però è ancora più difficile. Concordo con Massimo che con il presente sarebbe andata meglio. Proverò (in privato, non vi assillerò oltre) a riscriverlo.
Api, chiedo un chiarimento, perchè sono comunque un autodidatta:
se protagonista e narratore coincidono, non si sta scrivevendo in prima persona?

api ha detto...

MA NO.
in questo momento, intendo, in questa situazione tu NON SEI il protagonista , è Fred!

ma te pensa se due ragionieri devono scambiarsi opinioni di scrittura autodidattosa.

api ha detto...

Che PDS ci aiuti.
Nei secoli dei secoli.


Mik, se ti incazzi ti pelo.

Ben ha detto...

davvero api, due ragionieri.
secondo me abbiamo sbagliato mestiere

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