mercoledì 28 gennaio 2009

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Memoria senza fondo

Ricordare ogni singolo giorno di vita e ogni stato d'animo come se fosse appena trascorso: questa la storia di Jill Price, la prima persona a cui è stata riconosciuta e diagnosticata la supermemoria. Una straordinaria abilità, ma al contempo una condanna.
In sostanza questa donna vive in una sorta di eterno presente, in cui tempo passato e tempo futuro sono entrambi compresi nel tempo presente. Nulla è passato, perchè tutto è presente nella sua memoria, e sta lì a ricordare, a farsi ricordare: del resto, lo aveva già intuito (e scritto meglio di me) T.S. Eliot,

Tempo presente e tempo passato
sono forse entrambi presenti nel tempo futuro
e il tempo futuro è contenuto nel tempo passato.
(Quattro quartetti, Burnt Norton)

Ogni giorno ricordato nei minimi particolari, come se fosse scritto in un diario minuzioso. Il vantaggio è nel fatto che, se la polizia la accusasse di un crimine commesso in un certo giorno d'estate di tredici anni fa, la donna saprebbe benissimo il luogo in cui si trovava, con chi era, e cosa aveva mangiato per pranzo o cena. Il guaio sarebbe nel fatto che la donna potrebbe ricordarsi l'ultimo governo Prodi, e oggi come oggi non riuscirebbe a capacitarsi che siano spariti dalla circolazione personaggi come Mastella e Pecoraro Scanio, che all'epoca facevano il bello e il cattivo tempo... In fondo era quello che pensava T.S. Eliot:

Se tutto il tempo è eternamente presente
tutto il tempo è irredimibile.
Ciò che avrebbe potuto essere è astrazione
che rimane possibilità perpetua
solo nel mondo della speculazione.

Ma scherzi a parte, avete qualche ricordo che vi piacerebbe preservare e custodire per sempre dentro di voi, in maniera tale che ogni giorno, tra un giorno o tra vent'anni, la vostra mente sappia riportarvi alla memoria quell'odore, quel sorriso, quella parola, quel bacio?

10 commenti:

Vlad ha detto...

Carpo Mik, grazie del bel post.
Sono serio. Io vorrei sempre ricpordare nei minimi dettagli tutta la mia vita; l'essere umano è, nel bene e nel male, la sua memoria (e qui mi riallaccerei volentieri al tema che ho lasciato in sospeso nel mio ultimo intervento di pochi istanti fa sul post 'negazionismo').
A presto

Ben ha detto...

Credo che il ricordo sia un patrimonio delle persone. E quanto ci arrabbiamo quando una cosa non ci viene in mente o l'abbiamo dimenticata.
Io cercai di fissare tanti ricordi in un libro. Sceglierne uno diventa difficile, perchè il ricordo si lega anche a fatti e persone diverse. Per esempio: se ho davanti a me un amico ricordo volentieri ciò che ho trascorso con lui. Se ho davanti mia moglie i ricordi vanno nella sua direzione. E tutti hanno lo stesso valore, relativamente parlando.
Dei ricordi avevo parlato tempo fa sul Rifugio in un post di cui linko la pagina:

http://robertobenassai.blogspot.com/2008/11/
travaso-dei-ricordi.html

Anonimo ha detto...

i ricordi sono mostri a più teste, sono delle idre benevole ( talvolta malevole). e sempre selezioniamo e ciò che accadde non è mai realmente stato così. ciò che preserviamo, ciò che vorremmo preservare è l'emozione che il ricordo provoca, cioè quello che ha provocato IN noi una data situazione, un profumo, un dolore la nostalgia, un volto tra la folla.
credo sia un benevolo dono della natura che si dimentichino tante cose, specie quelle che ci hanno procurato tanta sofferenza. e poi, possiamo attingere freschi freschi a nuove emozioni. io che sono sempre stata una distratta cronica, ho capito col tempo che non è importante se non trovi dove hai messo le chiavi di casa o se perdi un treno, le cose davvero fondamentali, quelle, non me le sono mai perse.
ciauz

Anonimo ha detto...

Il sorriso riconoscente di mia madre mentre la imboccavo, permettendole di gustare ancora piccoli bocconi del cibo che amava.
Il suo profumo durante i nostri abbracci.

Momenti che porto con me, insieme a molto altro, e vorrei che i miei sensi mi aiutassero a ricordarli per sempre.

api ha detto...

Io ho una caratteristica assolutamente odiosa (a me e agli altri).

Dimentico le cose belle e non dimentico MAI i momenti brutti.
E' una maledizione che mi porto dentro, non riesco a cambiare.

Dell'infanzia ricordo solo i momenti da dimenticare, non ricordo nulla di positivo.
A volte mi aggrappo a un particolare, un peluche, un profumo, ma non serve a nulla, attingo a un pozzo vuoto.
Anche dei miei genitori, morti quando avevo ventun anni e venticinque ricordo solo i lati peggiori.

Sto cercando di cambiare con tutte le mie forze: a volte, in momenti di gioia o di serenità, mi sforzo di imprimere nel cervello il sorriso dei miei figli, del mio compagno di vita, sperando di riuscire a immagazzinare così un ricordo che mi possa dare forza nei momenti difficili.

Non è semplice, anche per chi vive al mio fianco.

Anonimo ha detto...

Un bacio, il mio primo bacio, una sensazione umida, calda e scivolosa, e un sapore di sale, quello delle sue lacrime.

api ha detto...

Un ricordo al quale mi aggrappo quando sono triste è la scoperta della cicatrice sulla guancia del mio grande amore: a forma di freccia. è stata una rivelazione: mi indicava che era proprio LUI.

Vlad ha detto...

grazie

Ben ha detto...

I ricordi relativi a mia madre sono bloccati al periodo della sua malattia. Di quel tempo ricordo ogni cosa.
Faccio tanta fatica, invece, a ricordare quanto successo in precedenza.
E' come se la sua malattia avesse creato un muro nella mia mente.

api ha detto...

Cristo, Ben.
è quello che è capitato a me.
con mia madre e mio padre (rimasto a letto per dieci anni).

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