mercoledì 27 maggio 2009

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Basta, mollo tutto e me ne vado in...

E' una frase dell'immaginario di tante persone, una rottura col presente, magari caratterizzato da problemi e guai, una speranza di una meta regno di spensieratezza e di agio.
Non ne posso più, mollo tutto e vado in...
Ma dove?
C'è chi è andato all'estero, per amore, lavoro o altre necessità, c'è chi lo pensa ma non lo fa, e c'è chi non lo pensa, perchè nonostante tutto non riesce e non vuole staccarsi dal paese natio perchè gli piace così com'è.
Io l'ho sempre detto a mia moglie: se un domani dovessi andare via da qui, a prescindere dal motivo e trovandomi nella condizione di scegliere, vorrei andare in Austria o in Svizzera, in una tranquilla cittadina ai piedi dei monti, una collocazione consona al mio modo di vita.
Vorrei chiedere a voi lettori se questa domanda ve la siete mai posta, e a quelli che invece questo passo lo hanno già fatto di descrivere la loro esperienza e le ragioni che li hanno spinti a farlo, sempre che abbiano voglia di parlarne.

12 commenti:

Massimo ha detto...

Della serie da domani cambio vita?
Io l'ho fatto, quattro o cinque volte, la prossima sarà..., boh!

Micheluzzo ha detto...

La ragione?
Il lavoro!

Ben ha detto...

Massimo, tu che vivi all'estero, parlaci delle tue motivazioni

api ha detto...

Io parlerò delle motivazioni che ci hanno portato a vivere in un piccolo paese di montagna, lasciando il centro di Parma, perlomeno per quello che riguarda me.
Innanzitutto, il vivere in un condominio, pagando un affitto esagerato, poi... il fatto che tutte le volte che venivamo qui a fare un weekend tornavamo a Parma tutti con il magone, con un senso di perdita per quello ce ci lasciavamo alle spalle.
Stiamo in una casa spaziosa, immersa nel verde, i ragazzini (che ai tempi avevano 5 e 9 anni, ora ne hanno quattro in più) possono avere più libertà, le scuole, qui, sono ancora 'vecchia maniera', tutti si conoscono, in banca e all'ufficio postale non si fa mai la fila, e se si fa diventa l'occasione per scambiare due parole...
I lati negativi li potete immaginare tutti: crescendo, i Vladapini si sentono stretti, vogliono andare spesso a Parma, per qualunque cosa bisogna prendere l'automobile e tra qui e Parma ci sono 45 km...
... e l'inverno è lungo, quasi insopportabile.
Ma quando apriamo le finestre, e invece di un muro vediamo gli alberi e gli Appennini, quando il rumore più molesto è l'abbaiare degli Apivladdogs e quello più delizioso è il cicaleccio degli uccellini... il cuore si spalanca, e ci si rende conto di avere fatto la scelta giusta.

Ben ha detto...

Api, mi hai fatto venire in mente il film Baby Boom, nel quale una grande manager si ritira in un paesino freddo di montagna, per far crescere una figlia ricevuta in eredità.
E gli isolani cosa dicono, come si vive in un'isola? Si avverte la frenesia della terra ferma?

api ha detto...

a proposito di grandi manager... figurati, uno dei lati negativi è che ho praticamente perso il lavoro: finché ero seduta in studio il lavoro mi arrivava comodo comodo, da quando sono qui... arriva - giustamente - a chi è seduto al mio posto e a me non arriva più nulla.
Ma se non altro riesco a mantenere il lavoro da interprete, non è poco, poi, lentamente, mi sto anche facendo conoscere tramite fb come traduttrice dall'inglese.
Benedetti i ponti radio e la connessione veloce.

Insomma, chissà.

L'isola.
Sì, è un'isola davvero, e questo non è sempre positivo.
Ci sono i soliti ras che fanno il bello e il cattivo tempo, i cacciatori che spadroneggiano, i ragazzi di cui abbiamo già parlato che fanno atti di vandalismo, ma c'è anche un fortissimo volontariato, a livello di Croce Rossa, Avis, ProLoco e Scauro (la cooperativa che gestisce il Parco, di cui sono consigliere).
Qui il volontariato c'è, e si vede, e la possibilità di farne è aperta a tutti.
Che poi sia un paese in cui parecchia gente si detesta, in cui il pettegolezzo cattivo e la Schadenfreude siano gli sport principali per alcuni.... beh, non vi dico nulla di nuovo, credo.
Basta ignorare e tirare dritto.

xenia ha detto...

Isola risponde.
Cagliari è una città città, non senti la mancanza di negozi particolari, ristoranti particolari, manifestazioni culturali e, in più, c'è una spiaggia ( pulita e splendida) con 8 km di arenile. c'è l'areoporto vicino e il porto. c'è storia, monumenti, parchi e un orto botanico straordinario.
cmq, siamo isolani. nel senso che ogni più piccolo riferimento al continente, nel nostro immaginario, è un VIAGGIO. anche se in mezzora di aereo sei a Roma ( per dire), in 2 ore a Parigi ( c'è mia figlia) in un'ora a MIlano.
è VIAGGIO comunque. con le cose belle dell'esperienza e con quelle brutte. alle volte ho maledetto questa Isola proprio perchè isola, ma più spesso sono felice di vivere ancora a misura di uomo in una realtà tanto stimolante.
contento, Ben?
PS: certo che, se lavori, il tempo per andare 'a giro' è davvero poco e ce vogliono pure li quattrini.

Ben ha detto...

Grazie Xenia,
l'erba del vicino, quindi, non è sempre più verde.
Chi cambia radicalmente vita è chi, probabilmente, non ha alternative migliori.

ppp copenaghen ha detto...

Caro Ben...io dieci anni fa lasciai l'Emilia, come lasciai il veneto (quest'ultimo lo ripudiai) ..." provinciale e bacchettone" ... aver lasciato l'Emilia mi è dispiaciuto tantissimo. In giugno compirò 10 anni di Danimarca, in questi dieci anni , non proprio facili all'inizio (lingua, latra cultura etc...) non sono appagato, ma appagatissimo. La mia patente è diventata danese...e quando non avrò più genitori, diventerò danese ufficiale e vorrò morire in Danimarca , terra splendia e affascinante. In Italia ci vado in un'ora e mezza, e cosí in tutta europa. Ho un buon lavoro, non mi manca niente e sono felice ...se tornassi indietro rifarei esattamente tutto quello che ho fatto. Adoro sentirmi parte di una nazione che mi h aaccettato con amore ed é bellissima, tanto quanto la mia Italia, che non mi manca. Ciao PPP

xenia ha detto...

caro Ben, ho dimenticato di dire che ho vissuto 'nomade' per molto tempo, prima a causa del lavoro di mio padre e poi per il lavoro di mio marito. è stata una forma di arricchimento e mi ha regalato un sacco di amicizie che mantengo ancora. in particolare ho nel cuore Genova e la Liguria, forse perchè ha molto in comune con la mia terra, specie nei profumi.
cambiare è doloroso, ma 'fortifica' e 'apre il cervello'.
ciauz blop

Ben ha detto...

Ciao PPP,
bentornato.
Grazie per la tua testimonianza. Spesso chi va all'estero sente una mancanza terribile del paese che ha lasciato. Fortunatamente c'è anche chi, come te, si è trovato bene e non tornerebbe mai indietro.
Se solo dovessi immaginare un cambiamento come il tuo, andrei già in crisi. Io al massimo ho cambiato provincia e quella di prima mi è sempre mancata, forse perchè gran parte degli affetti sono rimasti là fino a poco tempo fa. Credo che il momento del distacco definitivo sia rappresentato proprio da questo. Fino a quando una persona cara vive lì c'è un richiamo, poi uno si concentra solo sulla sua nuova vita e va avanti.
E' così, anche se detto in parole povere?

Ben ha detto...

Xenia, mia moglie ha seguito un percorso simile al tuo. Dietro al padre ha girato varie città e regioni, Lazio, Umbria, Toscana.
Poi sono arrivato io, l'ho acchiappata e da allora s'è data una calmata.
E, a parte la Toscana, piano piano mi ha portato a far conoscere le sue tappe precedenti, luoghi che, per motivi diversi, le sono rimasti nel cuore.

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