mercoledì 13 maggio 2009

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Aiutiamo don Pino

ROMA - Don Pino ha 70 anni, da 20 vive in Germania. Con i computer non ha mai avuto un buon rapporto ma conosce bene le potenzialità di internet, e quando si è trattato di lanciare un appello alla ricerca di nuove vocazioni non ha avuto dubbi. Niente suppliche spedite per posta, ma 15.000 mail e un video diffuso su internet. "Mi rivolgo ai sacerdoti italiani", dice l'anziano religioso leggendo il messaggio davanti alla webcam. "In Germania abbiamo bisogno di voi. In cambio potrete imparare una lingua nuova. Chiaramente non dovrete avere alcuna preoccupazione di carattere economico", precisa. Sembra che le diocesi tedesche che si fanno carico del sostentamento dei religiosi stranieri offrano un emolumento maggiore rispetto a quello distribuito ai sacerdoti in patria.

"Potrete venire anche solo per tre anni. Ne abbiamo bisogno di almeno settanta per coprire tutte le comunità italiane sparse in Germania, soprattutto a Stoccarda, ma anche a Colonia, Francoforte, Monaco. Non che i sacerdoti tedeschi non siano bravi, anzi. Ma serve una guida spirituale italiana per mantenere alta l'identità nazionale e l'esperienza ci insegna che un religioso della stessa nazione della comunità riesce a contenere l'allontanamento progressivo dalla Chiesa, quello che i tedeschi chiamano Religioses Vakuum, vuoto religioso".

Don Pino Visentin lo ripete con quell'accento padovano che vent'anni oltre i confini non gli hanno fatto perdere. E' lui il delegato delle missioni cattoliche nel Paese. Quando era giovane le vocazioni non erano un problema ma da anni tutto il mondo cattolico risente di un'emorragia che appare inarrestabile. Trentaduemila sacerdoti sono pochi per coprire tutti i vicariati e l'età media dei religiosi continua a salire: adesso sfiora i 60 anni.
"Anche qui in Germania le cose non vanno bene", spiega don Pino. "Più d'una delle ottanta comunità cattoliche italiane sono rimaste senza guida spirituale. I sacerdoti non possono neppure andare in pensione". E allora ogni strumento è lecito per raccogliere proseliti. Web compreso. "Anzi, è il prediletto perché può diffondere l'appello con maggior penetrazione". Don Pino l'ha capito subito che internet può diventare un suo fedele alleato. Da quando Giovanni Paolo II ha cancellato il volto demoniaco alla rete inaugurando lui stesso il nuovo sito del Vaticano, il web è entrato di prepotenza nelle parrocchie. Ma don Pino è il primo che lo usa per cercare nuovi sacerdoti oltre confine.

Le mail sono state indirizzate a tutti gli abbonati di Corriere d'Italia, periodico sostenuto dal clero, fondato a Francoforte 50 anni fa, in pieno periodo di immigrazione italiana in Germania. "Quindicimila email", spiega la redazione. "Inoltre abbiamo inviato l'appello di don Pino a tutte le duecento diocesi italiane perché lo rimbalzino alle 26.000 parrocchie, seguendo la catena gerarchica, diocesi, vicariati, parrocchie fino ai computer dei sacerdoti. E poi su internet c'è pure il video-appello. Che la divina provvidenza ci aiuti".

1 commento:

api ha detto...

grande don Pino tecnologico.

Chissà cosa ne pensa il tuo amico PapaRatzi.

P.s.: e cosa sono di due banner all'interno dell'articolo? eh?eh?eh?

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