mercoledì 24 dicembre 2008

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Buon natale a Mailat

ROMA — Romulus Mailat, il romeno che la sera del 30 ottobre 2007 stuprò ed uccise la signora Giovanna Reggiani vicino alla stazione di Tor di Quinto, agì da solo. Ed ha avuto la condanna a 29 anni in primo grado e non l'ergastolo perché «la Corte, pur valutando la scelleratezza e l'odiosità del fatto, commesso in danno di una donna inerme e, da un certo momento in poi esanime, con violenza inaudita, non può non rilevare che omicidio e violenza sessuale sono scaturiti del tutto occasionalmente dalla combinazione di due fattori: la completa ubriachezza e l'ira dell'aggressore, e la fiera resistenza della vittima». [...] «In assenza degli stessi fattori — si legge — l'episodio criminoso, con tutta probabilità, avrebbe avuto conseguenze assai meno gravi ». Mailat, invece, a causa della reazione della vittima «non riesce ad averne ragione a mani nude» e deve usare il bastone. Però il romeno «all'epoca era ventiquattrenne, incensurato, e l'ambiente in cui viveva era degradato.
Grazie a Catia per lo spunto. L'argomento è sicuramente forte, e non è uno dei temi che ci piace trattare sul nostro blog, ma trattandosi di cosa avvenuta nel nostro mondo, che avrebbe potuto perfino coinvolgere qualcuno di noi, una nostra amica, parente, compagna, moglie, mi pare giusto che si rifletta per bene su quel che accade quando i valori si capovolgono, quando la colpa ricade non su chi commette il reato ma su chi lo subisce, quasi ci si dovesse rassegnare a vivere da comprimari, da marionette nelle mani altrui, per subirne i capricci e le ire.
Si resta di sasso davanti a queste motivazioni: un essere spregevole viene salvato dall'ergastolo facendo ricadere sulla sua vittima, preda del suo raptus sessuale, la colpa del suo accanimento omicida. Se la donna fosse stata consenziente, se fosse stata più remissiva, se fosse stata più disposta a farsi violentare da questo ubriacone venuto al mondo per un errore dei suoi genitori, probabilmente sarebbe uscita viva dall'episodio criminoso: violentata, picchiata ma non randellata con un bastone.
E' una buona occasione per tutti i violentatori maniaci e alcolizzati che vivono nelle baracche delle nostre periferie: si possono togliere lo sfizio con la certezza di avere davanti pochi anni di carcere, se riusciranno a far restare vive le proprie vittime. Magari qualcuno sarà disposto a mettere a disposizione altrui la propria moglie per confermare le tesi della sentenza. Poi il colpevole potrà sempre fare appello ai principi della costituzione, quelli della rieducazione carceraria, cercando comprensione in qualche anima bella...
Che schifo, altro che riforma della magistratura: qui ci vorrebbe una rifoma dei magistrati.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Povera donna... una prece natalizia postuma.

Catia ha detto...

Grazie Mik, davvero. A questa donna è stata negata la dignità, anche postuma. Un pensiero a lei in questo giorno.

Catia ha detto...

Bianca tanti auguri anche a te da parte mia.

api ha detto...

che schifo di sentenza.
qui in città c'è freddo, umido e nebbia. a casa nostra sembrava primavera.

Auguri a tutti (sto ancora ridendo per la battuta di Ben sull'olanda)

Vlad ha detto...

Io non sono per la pena di morte. Ma in casi come questo faccio fatica anche a credere nel recupero e mi da fastidio pensare che pago le tasse anche per sostenere una istituzione come quella del carcere in cui finisce gente (bestie) come Mailat, che se non esistesse (smettesse di esistere...) farebbe un grosso servizio alla società, in tutti i sensi.

marco ha detto...

Sono d'accordo sul fatto che si meritava l'ergastolo, ma non sulla coerenza giuridica della sentenza, che c'è ed è solida. E' giusto che i giudici distinguano le circostanze dall'intenzione, per quanto sia brutto, perché il responsabile del fatto va punito solo nella misura in cui costui ha contribuito a compierlo. E la resistenza della vittima, oggettivamente, è stato un fattore determinante. Personalmente, mi pare innegabile.

Micheluzzo ha detto...

Quindi se domani un pazzo mi vuole violentare, farò bene ad assecondarlo, perchè il mio rifiuto potrebbe indurlo a compiere un gesto estremo nei miei confronti... Alla fine dovrò pure ricordarmi di ringraziarlo: così mostrerò agli eventuali giudici che mi ha lasciato cosciente.

Anonimo ha detto...

Tristissima vicenda... ricambio gli auguri a tutti voi e a te Catia.

api ha detto...

purtroppo ha ragione marco, ragazzi.
il magistrato si è limitato ad applicare la legge, anche se il risultato ci risulta surreale.

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