Ho letto questa bellissima letterina e farò come desideri: intanto ti informo che ho già dato un bacio a Dio da parte tua. Dio era molto contento e mi ha detto che te ne manda uno pure Lui. Ciao.
Non so chi abbia messo in giro questa storia del suicidio... evidentemente sono scomodo e qualcuno mi desidera morto. Approfitto del blog per dire che, se nelle prossime 24-48 ore mi capiterà qualcosa di grave e io morirò, nessuno di voi dovrà credere all'ipotesi della disgrazia o del suicidio che sarà diffusa dalla polizia. C'è un complotto per farmi fuori da questo blog!
Completamente fuori tema qui, ma Pia mi ha provocato su facebook con l'odore dei libri, e questo estratto da De Crescenzo mi sembra descriva bene i bibliofili compulsivi: ----------- Il "libridinoso" lo si riconosce da come rallenta davanti a una libreria: non appena avverte la presenza di una grossa oncentrazione di carta stampata, si blocca, dà uno sguardo morboso alla vetrina, vorrebbe allontanarsi ma non ce la fa, esita ancora un poco, poi alla fine, gettata la spugna, entra e si precipita verso il banco. (...) Ha forse bisogno di comprare qualche libro in particolare? Vuole informarsi sulle ultime novità editoriali? Niente di tutto questo: il "libridinoso" è semplicemente attratto dalla presenza dei libri, vorrebbe toccarne il più alto numero possibile, e, nei casi più gravi, vorrebbe annusarli. Amare un libro, non solo per il contenuto, ma soprattutto per la sua fisicità, per il suo essere materia tangibile, è una malattia come un'altra. Per gli individui affetti da questo morbo il libro, una volta letto, cessa di essere una delle tante copie in circolazione di un testo e diventa parte integrante del proprio corpo e, come tale, non può essere più ceduto in prestito a nessuno. E' memoria viva, è carne della propria carne, è deposito distaccato dell'anima.
Luciano De Crescenzo, Il caffè sospeso ------------
12 commenti:
Ho letto questa bellissima letterina e farò come desideri: intanto ti informo che ho già dato un bacio a Dio da parte tua. Dio era molto contento e mi ha detto che te ne manda uno pure Lui. Ciao.
Babbo Natale
Per chi non riesce a leggerlo, cliccare sull'immagine.
Mi duole informarvi che Dio è morto.
naaaaaaaa.
Bella letterina Dida
Dida è brava ma in realtà i testi glieli scrive suo fratello Lorenzo...
prima che ser mik si suicidi gli devo dire una cosa:
MA DOVE CEL'HAI LA TESTA????????
Non so chi abbia messo in giro questa storia del suicidio... evidentemente sono scomodo e qualcuno mi desidera morto. Approfitto del blog per dire che, se nelle prossime 24-48 ore mi capiterà qualcosa di grave e io morirò, nessuno di voi dovrà credere all'ipotesi della disgrazia o del suicidio che sarà diffusa dalla polizia. C'è un complotto per farmi fuori da questo blog!
noooooo.
io mik lo voglio come socio nei secoli dei secoli...
tanto non partecipa mai.
bacio, amico.
Sono il socio perfetto: non ci sono mai e sopporto stoicamente tutti i colpi bassi che mi dedicate...
Completamente fuori tema qui, ma Pia mi ha provocato su facebook con l'odore dei libri, e questo estratto da De Crescenzo mi sembra descriva bene i bibliofili compulsivi:
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Il "libridinoso" lo si riconosce da come rallenta davanti a una libreria: non appena avverte la presenza di una grossa oncentrazione di carta stampata, si blocca, dà uno sguardo morboso alla vetrina, vorrebbe allontanarsi ma non ce la fa, esita ancora un poco, poi alla fine, gettata la spugna, entra e si precipita verso il banco.
(...)
Ha forse bisogno di comprare qualche libro in particolare? Vuole informarsi sulle ultime novità editoriali? Niente di tutto questo: il "libridinoso" è semplicemente attratto dalla presenza dei libri, vorrebbe toccarne il più alto numero possibile, e, nei casi più gravi, vorrebbe annusarli.
Amare un libro, non solo per il contenuto, ma soprattutto per la sua fisicità, per il suo essere materia tangibile, è una malattia come un'altra. Per gli individui affetti da questo morbo il libro, una volta letto, cessa di essere una delle tante copie in circolazione di un testo e diventa parte integrante del proprio corpo e, come tale, non può essere più ceduto in prestito a nessuno. E' memoria viva, è carne della propria carne, è deposito distaccato dell'anima.
Luciano De Crescenzo, Il caffè sospeso
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Aggiungo che io mi ci riconosco!
Anch'io!
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