venerdì 27 febbraio 2009

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Il destino


Ho bisogno di condividere con voi un momento di grande dolore.

E' morta per un'embolia la sorella di una delle persone alle quali tengo di più.

E' entrata in ospedale per farsi operare a un ginocchio, a Parma le avevano sbagliato l'operazione, stavolta è andata a Bologna.
E' uscita ieri. In una bara.

Monica, la mia amica, era andata a trovarla con un vassoio di chiacchiere (pastafrolla fritta e spolverizzata di zucchero a velo) perché Emanuela era una golosona.
Il tempo di mettere la testa dentro alla stanza e Monica e l'altra sorella sono state invitate a uscire dalla fisioterapista, perché proprio in quel momento iniziava la terapia di riabilitazione.
L'hanno salutata, si sono messe ad aspettare in corridoio.
Morta.
Fine della storia.

Per consolarmi, in questi casi posso solo dire che era arrivato il suo momento, che se anche non si fosse fatta operare sarebbe comunque mancata.
Ma che male, che rabbia, che dolore.

Questo è uno stralcio dell'articolo uscito oggi sulla Gazzetta di Parma.

http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/1/14479/Muore_a_48_anni_stroncata_da_embolia.html

2 commenti:

Anonimo ha detto...

lo sai, anche qui è nuvolo. per quello che può valere, in questo momento sto con te, a farmi le domande più banali, a non avere risposte, a sperare di arrabbiarmi con qualcuno solo per fare uscire il pus. e anche a singhiozzare, ogni tanto, a casaccio. e poi, andare avanti. continuamente accadono: cose che cambiano tutto. si chiama vivere, questo continuo stravolgimento.
bacio

Ben ha detto...

In questi casi è difficile trovare parole che possano confortare. Una scomparsa improvvisa, prematura, ma sopratutto inattesa, ci trova impreparati, non ci fa capacitare. E' difficile rassegnarsi e tutto ci sembra incredibile.
In questi casi può venire incontro la fede, per chi ce l'ha, l'unica che può dare un senso anche ad una morte impensata, nel contesto di un misterioso disegno divino che noi non capiamo e non riusciamo a vedere.
A me piace pensare alla vita come ad una semiretta. Ad un certo punto si nasce e poi andiamo verso l'infinito, soltanto che ad un certo momento si cambia dimensione.

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