domenica 8 novembre 2009

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Prego, si accomodi. Dopo di lei... - 8.11.09

come promesso...

14 commenti:

maria ha detto...

Buongiorno a tutti. Ho appena terminato di leggere questo articolo sul corriere cartaceo di ieri ma l'ho cercato per voi on line. L'argomento è stato molto discusso in questi giorni e devo dire che, in un primo momento, mi ero trovata d'accordo con la Corte Europea, pur con molti dubbi. Sono cattolica ma rispettosa di ogni religione e non ho mai sentito la necessità di simboli esteriori per la mia fede ma comprendo chi ne ha bisogno.
Questo articolo di Claudio Magris, (che io ammiro molto), profondo, intelligente e pacato, mi ha fatto riflettere sul vero concetto di laicità di un paese e ha cambiato il mio atteggiamento verso la decisione della Corte europea.
Ve l'ho copiato tutto (sperando di non intasare il blog). Buona lettura e buona domenica. (lo suddividerò in più post perché temo sia troppo lungo)

maria ha detto...

IL CROCIFISSO, SIMBOLO DI SOFFERENZA CHE NON PUO' OFFENDERE NESSUNO.

Il giovane Sami Albertin — la cui madre ha chiesto la rimozione del crocifisso dalle scuole statali approvata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, ricevendo per questo su forum e blog volgari insulti da chi, per il solo fatto di proferirli, non ha diritto di dirsi cristiano — dev’essere molto sensibile e delicato come una mimosa, se, com’egli dice, «si sentiva osservato» dagli occhi dei crocifissi appesi nella sua classe.

Se erano tre, come egli ricorda, erano un po’ troppi, ma provare turbamenti da giovane Werther o da giovane Törless è forse un po’ esagerato; fa pensare a quella prevalenza dei nervi sui muscoli irrisa da Croce, che preferiva studenti studiosi e gagliardi a precoci giacobini.

La sentenza e soprattutto i suoi strascichi provocheranno — ed è questa la conseguenza più grave — un passo indietro in quella continua lotta per la laicità che è fondamentale, ma che è efficace — ha ricordato Bersani, uno dei pochi a reagire con equilibrio a tale vicenda — solo se non travolge il buon senso e non confonde le inique ingerenze clericali da combattere con le tradizioni che, ancora Bersani, non possono essere offensive per nessuno. La difesa della laicità esige ben altre e più urgenti misure: ad esempio — uno fra i tanti — il rifiuto di finanziare le scuole private, cattoliche o no, e di parificarle a quella pubblica, come esortava il cattolicissimo e laicissimo Arturo Carlo Jemolo.

Sono contrario a ogni Concordato che stabilisca favori a una Chiesa piuttosto che a un’altra anche se numericamente poco rilevante; ritengo ad esempio — è solo un altro esempio fra i tanti — che il matrimonio cattolico e il suo eventuale annullamento ecclesiastico non dovrebbero avere alcuna rilevanza giuridica, che dovrebbe essere conferita solo dal matrimonio e dal suo eventuale annullamento civile. «Frate, frate, libera Chiesa in libero Stato!», pare abbia detto Cavour in punto di morte al religioso che lo esortava a confessarsi. Forse è una leggenda, ma esprime bene la fede nel valore della laicità — che non è negazione di alcuna fede religiosa e può anzi coesistere con la fede più appassionata, ma è distinzione rigorosa di sfere, prerogative e competenze.

(continua)

maria ha detto...

L’obbligatoria rimozione del crocifisso è formalmente ineccepibile, in quanto la separazione fra lo Stato e la Chiesa — tutte le Chiese — non richiede di per sé la presenza di alcun simbolo religioso. La legge tuttavia consente di temperare la formale applicazione del diritto con l’equità ossia con la giustizia nel caso concreto. Ad esempio è giusto che i responsabili di istituzioni pubbliche non possano affidare lavori che riguardino quest’ultime senza indire pubbliche gare di appalto, perché altrimenti si favorirebbe la corruzione.

Confesso che trenta o quarant’anni fa, all’epoca in cui dirigevo a Trieste un minuscolo e fatiscente Istituto di Filologia germanica, quando in una gelida giornata invernale di bora si era rotto il vetro di una piccola finestra ed entrava il gelo, non ho indetto alcuna gara d’appalto bensì ho cercato nella guida telefonica il vetraio più vicino, l’ho chiamato e gli ho pagato la piccola cifra richiesta, facendola gravare sulle piccole spese destinate all’acquisto di cancelleria, gomme, carta igienica, gesso.

Formalmente sarebbe stato possibile incriminarmi, ipotizzando un mio illecito accordo col vetraio; ad ogni buon conto confesso il reato solo ora, in quanto caduto in prescrizione. Credo tuttavia che, in quel caso come in altri, ciò avrebbe convalidato il detto, proclamato da rigorosi giuristi e non da teste calde, «summum ius, summa iniuria» — massimo diritto, massima ingiustizia.

E così forse è il caso del crocifisso. Quella figura rappresenta per alcuni ciò che rappresentava per Dostoevskij, il figlio di Dio morto per gli uomini; come tale non offende nessuno, purché ovviamente non si voglia inculcare a forza o subdolamente questa fede a chi non la condivide. Per altri, per molti, potenzialmente per tutti, esso rappresenta ciò che esso rappresentava per Tolstoj o per Gandhi, che non credevano alla sua divinità ma lo consideravano un simbolo, un volto universale dell’umanità, della sofferenza e della carità che la riscatta. Un analogo discorso, naturalmente vale per altri volti universali della condizione umana, ad esempio Buddha, il cui discorso di Benares parla anche a chi non professa la sua dottrina ed è radicato nella tradizione di altre civiltà come il cristianesimo nella nostra. Per altri ancora, scriveva qualche anno fa Michele Serra, quel crocifisso è avvolto dalla pietas dei sentimenti di generazioni. Altri ancora possono essere del tutto indifferenti, ma difficilmente offesi.

(continua)

maria ha detto...

Si può e si deve osservare che le potenze terrene di cui quel crocifisso è simbolo e sostanza ossia le Chiese si sono macchiate e talvolta si macchiano ancora di violenze, prepotenze, ipocrisie, che negano quell’uomo in croce e fanno del male agli uomini. Tutte le Chiese, non solo la cattolica; anche i protestanti hanno i loro roghi di streghe e la consonante finale dell’orrenda sigla razzista wasp (bianchi anglosassoni protestanti, sprezzantemente contrapposti ai neri). Naturalmente, siccome a noi stanno sullo stomaco le prepotenze della Chiesa cattolica, quando essa le commette, è giusto prendersela con essa prima che con le malefatte di altre confessioni in altri Paesi.

Ma come quella p di wasp non offusca la grandezza della Riforma protestante e del suo libero esame, i misfatti e le pecche delle Chiese cristiane d’ogni tipo non offuscano l’universalità di Cristo, che anzi le chiama a giudizio. Su ogni bandiera e anche sulla croce ci sono le fetide macchie dei delitti commessi dai loro seguaci. In nome della patria si sono perpetrate violenze feroci; in nome della libertà e della giustizia si sono innalzate ghigliottine e creati gulag; in nome del profitto svincolato da ogni legge si sono compiute inaudite ingiustizie e crimini. Sulla bandiera dell’Inghilterra e della Francia c’è anche lo sterco della guerra dell’oppio, una guerra mossa per costringere un grande ma allora indifeso Paese a drogarsi in nome del profitto altrui.

L’elenco potrebbe continuare a piacere. Ma le barbarie nazionaliste non cancellano l’amor di patria; la guerra dell’oppio non cancella l’universalità della Magna Charta e della Dichiarazione dei Diritti dell’89 e quelle bandiere, inglese e francese, restano degne di rispetto e d’amore; il gulag installato in uno Stato che si proclamava socialista non distrugge l’universalità del socialismo e la ghigliottina non ha decapitato l’idea di libertà e di repubblica. E così tutto il negativo che si può e si deve addebitare alle Chiese cristiane non può far scordare anche il grande bene che loro si deve; la Chiesa cattolica non è solo Monsignor Marcinkus; è anche don Gnocchi e don Milani o padre Camillo Torres, morto combattendo per difendere i più miseri dannati della terra.

(continua)

maria ha detto...

Quell’uomo in croce che ha proferito il rivoluzionario discorso delle Beatitudini non può essere cancellato dalla coscienza, neanche da quella di chi non lo crede figlio di Dio. La bagarre creata da questa sentenza farà dimenticare temi ben più importanti della difesa della laicità, fomenterà i peggiori clericalismi; dividerà il Paese in modo becero su entrambi i fronti, darà a tanti buffoni la tronfia soddisfazione di atteggiarsi a buon prezzo a campioni della Libertà o dei Valori, il crocifisso troverà i difensori più ipocriti e indegni, quelli che a suo tempo lui definì «sepolcri imbiancati».

Il Nostro Tempo ha ricordato che Piero Calamandrei — laico antifascista, intransigente nemico della legge truffa dei governi democristiani e centristi di allora— aveva proposto di affiggere, nei tribunali, il crocifisso non alle spalle ma davanti ai giudici, perché ricordasse loro le sofferenze e le ingiustizie inflitte ogni giorno a tanti innocenti. Evidentemente Calamandrei era meno delicatino del giovane Albertin.

In Italia, la sentenza è un anticipato regalo di Natale al nostro presidente del Consiglio, cui viene offerta una imprevista e gratissima occasione di presentarsi nelle vesti a lui invero poco consone, di difensore della fede, dei valori tradizionali, della famiglia, del matrimonio, della fedeltà, che quell’uomo in croce è venuto a insegnare. È venuto per tutti, e dunque anche per lui, ma questo regalo di Natale non glielo fa Gesù bambino bensì piuttosto quel rubizzo, giocondo e svampito Babbo Natale che fra poche settimane ci romperà insopportabilmente le scatole, a differenza di quel nato nella stalla.

Claudio Magris
07 novembre 2009

api ha detto...

Mi sono chiesta se parlare nel blog di questo argomento e sono felice che lo abbia fatto tu, Maria.
Si sentono cose davvero deliranti, in questi giorni, addirittura su Facebook sono nati gruppi tipo questo
"Se mi stacchi il crocefisso dal muro ti taglio le mani".
(a proposito di tolleranza cristiana, appunto)
Sento molte persone dire che 'il crocefisso è l'unico modo per tenere lontani gli islamici', come se parlassimo degli eredi del Conte Dracula in persona e fosse sufficiente un simbolo religioso e magari una collana di aglio a risolvere questo tipo di problema.
Personalmente credo che il nostro Paese non sia più, da qualche anno, un paese SOLO cristiano e che il crocefisso non rispecchi più la nostra identità, per cui, nelle scuole, lo toglierei. Poi, a casa propria, chi crede, può tenerne anche dieci per stanza.
Il fatto è che molti cristiani che stanno ululando di rabbia in questi giorni, dovrebbero pensare un po' meno ai simboli e un po' più all'eredità morale che quella persona speciale che era Cristo ha lasciato a tutti noi, me compresa.

api ha detto...

Altro argomento:
qui diluvia e il tempo fa veramente SCHIFO.

Ben ha detto...

Io credo che ognuno senta e veda quel che vuol sentire e vedere.
Qualcuno disse una cosa del genere:
cerca il bene nelle persone, perchè se cerchi il male senz'altro lo troverai.
Qualcun'altro invece disse: io sto alla porta e busso; se uno mi sente e mi apre, io entrerò e ceneremo insieme, io con lui e lui con me.
Dunque usò un "se".

Certo, se si continua di questo passo, arriverà qualcuno che chiederà che negli uffici pubblici non si parli più l'italiano, perchè può offendere l'identità...

xenia ha detto...

testimonianza diretta: non ricordo neppure da quanto tempo non vedo in aula un crocefisso. sicuramente più di ventanni. cioè: si svegliano ora? mi dispiace, credo sia l'ennesimo lacrimogeno destinato a far apparire il cavaliere splendido nel suo abitino bianco imamcolato di crociato. sono esterrefatta. c'è un'intera generazione che stiamo mandando alla rottamazione ( i trentenni) e la diatriba verte su: crocefisso sì, crocefisso no.
perchè non fare due belle squadre, metterle dentro il colosseo e stare a guardare urlanti e sbavanti quanto si scanneranno in nome della 'religione'.
credo che Gesù stia facendo i salti immortali carpiati dal ribrezzo di essere ancora una volta 'usato' in una campagna politico-pubblicitaria.
e dove ca@@@o sono i Calamandrei, i Chiaromonte, i Pasolini oggi???
urp, scusate, rigurgito da troppa rabbia.

vlad ha detto...

grazie Mary. D'accordo con Magris, che ha saputo cogliere il senso più profondo del SIMBOLO, che viene purtroppo usato, sia dasi 'detrattori', sia dai 'sostenitori' in modo deviato, per giustificare (coprire) un pensiero corrotto e un operato disdicevole.

vlad ha detto...

d'accordo anche con Ben

vlad ha detto...

... d'accordo anche con Xenia.

Micheluzzo ha detto...

(AGI) - Roma, 8 nov. - "Dovendo sempre uscire dalla classe durante l'ora di religione, ero io l'escluso. Ero io quello diverso. E questo ti ghettizza. Nei giorni seguente ho ricevuto telefonate da gente che ti insulta apertamente e pesantemente.
Negli anni passati sono arrivate lettere di minaccia anche a mia madre, e la minacciavano di stupri e di violenza. Alcuni compagni di classe mi dicevano che ero un 'ateo di m...'".
Cosi' nel corso di 'Domenica cinque', Sami Albertin uno dei figli della famiglia che ha portato avanti la battaglia per togliere il crocefisso dalla scuola.

Credo sia la prima volta che il disagio psichico di un ragazzo proveniente da una famiglia con evidenti problemi di interazione sociale abbia un riconoscimento così clamorosos: è giusto ricordare che il padre in un'intervista al Corriere si spinge a dire "Se io a casa insegno ai miei figli che l’uomo è figlio del­l’evoluzione, e poi a scuola un professore sostiene invece che siamo tutti figli di Dio, quel crocifisso che sta alle sue spal­le gli conferisce una autorità superiore al­la mia. Un’ingiusti­zia".
Già, un'ingiustizia.

Però poi i talebani e gli oltranzisti sono sempre gli altri...

Ben ha detto...

Io ho avuto atei in classe, ne ho sul lavoro. Ho amici anticristo che sono stati a scuola con me, dove c'era un crocifisso appeso, come c'è in ufficio. Sono persone perfettamente integrate nella società e con famiglia alle spalle, figli, come tanti. Non hanno subito traumi. Alcuni hanno preso la laurea. Alcuni insegnano a scuola.
Allora mi chiedo se ci siano altre ragioni che possono causare un trauma.
Gli estremisti sono dappertutto, ma si possono definire cattolici o sono solo una minoranza deficiente, così come lo sono alcuni ultras nei confronti dei tifosi e degli sportivi?
Se uno dice una ca...ta credo che non faccia testo, perchè allora non si va a vedere anche quello che dicono milioni di persone "sensate" e scriviamo pure quello?
Se tutti i disagi nascono da un crocifisso, allora siamo messi proprio male.
Togliendolo probabilmente i problemi dell'umanità saranno risolti. Staremo a vedere.
Api, i gruppi di facebook non sono nemmeno da citare; quello è un pentolone di bischerate nate da chissà chi, non certo da fonti ufficiali. Tempo fa erano nati gruppi per uccidere qualcuno. Ma ti pare che uno "normale" possa arrivare a dire tanto? E così per il resto. Mi meraviglio che ci sia gente che li segue, anche solo condividendolo.
Questo la dice lunga, altro che disagio causato da un crocifisso!
C'è qualcuno che ha parlato, semplicemente, di buon senso?

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