lunedì 2 marzo 2009

9

Palcoscenico - Sabato teatrale su Ma Ki Te Vole / 5 - Monday Edition

La sala d'aspetto di un medico, un dentista. In primo piano un tavolino in vetro su cui delle riviste sono buttate alla rinfusa, qualcuna è anche per terra.Una fila di sedie, sette sedie, è appoggiata al muro di fondo: sulle sedie, un'enorme stampa che rappresenta una bocca aperta. La cornice è dorata, scrostata negli angoli. Alla destra delle sedie una pianta alta e secca, senza foglie; alla sinistra si trova una porta, su cui è sistemata una targhetta: c'è scritto "Non disturbare". E' lo studio del medico. A sinistra della porta, un diploma di laurea, ingiallito dal tempo.
Due persone siedono in sala d'aspetto, sulla seconda e sulla quinta sedia, da sinistra: un uomo e una donna, rispettivamente. L'uomo sta leggendo un vecchio numero di Ippica Oggi, la donna sta scrivendo un sms con il telefonino: nel silenzio risuonano i suoi bip, bip, bip, mentre l'uomo la guarda con crescente fastidio:

U: E' necessario tutto questo?
D: La libertà è necessaria, perchè nella verità c'è la libertà.
U: Dunque ritiene che la verità sia sufficiente.
D: Qualche volta è meglio una pietosa bugia...
U: A chi tocca adesso?
D: Non saprei, non ero qui quando lei è arrivato...

La porta si apre per un istante, (si sente il ronzio di un trapano), poi torna a chiudersi. La donna posa il telefonino nella borsetta e prende una rivista dal tavolo: una vecchia copia di Soldi & Diritti.
L'uomo annuisce soddisfatto.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

complimenti Mik! hai reso in modo stupendo la Grande Metafora dell'Allibratore.
anche se ne hai ribaltato i ruoli: geniale!
perchè è evidente che Lei è l'Allibratore e Lui dovrà fare le puntate in base a ciò che Lei gli invierà con un SMS.
il cartello Non disturbare e il 'ronzìo del trapano', alludono alla Sala Scommesse.
chapeau!

api ha detto...

C'è un refuso:
manca uno spazio tra 'per terra.' e
'Una fila di sedie'.

Attenti, amici!
non è un caso: il traumaturgo vuole trasmettere ansia, l'ansia che deriva dalla mancanza di uno spazio che invece dovrebbe esistere.

Non lasciatevi ingannare dal numero delle sedie, dalla doratura scrostata della parete, dal giallo del diploma di laurea.

la chiave di lettura è lì, in quello spazio negato.

spazio che diventa troppo stretto, soffocante, fino a provocare il fastidio dell'uomo nei confronti dei bipibip del cellulare della donna.

Oh cielo, mik sta diventando davvero un traumaturgo d'eccezione.

api ha detto...

xenia:
t'è capi' gninta.

Anonimo ha detto...

a jo cape' ca t'se na pataca!

api ha detto...

pataca t'zaré po ti.
mi adesa vag' a let.
a v t'salut tuti.

buona notte a tutti.
penserò a lungo a questa scena da incubo moderno.

il dentista-il cellulare-il refuso-sette sedie-la pianta alta e secca, senza foglie-le riviste.

api ha detto...

i sette naniiiiiiiiiiiii

andiam andiam andiam a lavorar...

Micheluzzo ha detto...

Una volta che si è perso il legame con la terra, preferendo usare le sedie, è naturale che la cura delle piante venga messa da parte per dedicarsi ad attività borghesi quali la lettura o l'invio di sms...

Vlad ha detto...

Si profila un'altra settimana coi fiocchi. Da vero Signore, mi sono fatto due risate a leggere il post della pescivendola da Diste, e stasera non ho voglia di andare a teatro. E nemmeno di stare al compuiter. Mi sono messo a leggere un libro stampato...
Domani magari ci ripenserò su, assisterò alla replica, e scriverò la mia critica.
Buona notte cari amici.

Vlad ha detto...

Naturalmente parlavo della replica 'teatrale' della piece di Mik, non di Mercedes, tubini e tacchi a spillo...

Archivio blog