Con questa intervista (che nasce da un notevole brainstorming di un pool di cervelloni) cercheremo di capire per quale strana ragione un ragioniere vero, un amministrativo, intendo, (mica come la vostra Api, commerciale dentro) un bel giorno decide di diventare autore. E... sorpresa: ci riesce!!!!!!!
Domande per il nostro prode Lupo Ben:
Maria:
- Leggendo i tuoi lavori si percepisce molto chiaramente la propensione a rivisitare il passato. Si tratta forse della necessità di “fermare” momenti e ricordi che hanno segnato la tua vita per non rischiare di “dimenticare”?
- Quali sono gli autori che ti hanno ispirato o che ti hanno invogliato alla scrittura, se ce ne sono stati?
Xenia:
1) Se ti capita di dire a dei conoscenti che scrivi, quali sono le loro rezioni?
2) Riesci a isolarti totalmente quando scrivi o c'è sempre qualche elemento esterno di disturbo? e se c'è, come lo affronti?
3) La tua compagna come ha reagito all'inizio della tua diciamo carriera di scrittore?
4)Accogli le critiche riflettendoci su, o escludi a priori di cambiare qualcosa in ciò che hai prodotto?
Mik:
1 - cosa pensi del rapporto tra letteratura francese e letteratura italiana?
2 - quanto costa un litro di latte?
3 - a cosa non rinunceresti dopo una bella mangiata?
Api
- Nei tuoi libri parli spesso di amicizia, onestà, ottimismo e voglia di lottare in prima persona per cambiare le cose. Sei sempre stato così, o lo sei diventato con gli anni?
- Con il ricavato dei tuoi romanzi hai sostenuto cause davvero nobili, ma per questo ti sei dovuto 'adattare' a pubblicare con editori locali. Ti piacerebbe, se ne avessi l'occasione, fare il grande salto e puntare su un grosso editore mantenendo comunque una parte delle vendite da destinare alla beneficenza?
- Mi piacerebbe molto che tu spiegassi a chi ci legge quali associazioni hai sostenuto con il ricavato dei tuoi libri.
Infine, le domande che ritengo più interessanti per l'universo dei lettori del mitico 'Lupo':
- Da dove deriva il tuo cognome?
- Hai delle cicatrici? Come te le sei fatte?
- Di che colore sono le pareti di casa tua? E la facciata?
- Che cosa tieni dentro il marsupietto rosso?
Buon lavoro, Ben...
(domande di Vlad non pervenute, te le farà quando ha tempo...)
16 commenti:
Ma proprio ora mi dovevate fare questo?
Fra venti minuti (sono circa le 20,40) ho le prove per la recita. Probabilmente farò notte fonda, ma al ritorno darò le risposte. Portate pazienza, le leggerete domani.
Per ora vi ringrazio per questa cospirazione.
Però, che bella foto!
no, no, dormi quieto, ben.
rispondi solo a quella sul contenuto del marsupio perché è da quando vedo la tua foto che mi scervello per capirne l'utilità.
il resto può aspettare...
Sono appena rientrato nel mio studio e, prima di mangiare un boccone e rimettermi a lavorare, rispondo io sul marsupio di Ben.
1. Quello rosso non è un marsupio ma la visiera del cappellino.
2. Quello non rosso ma tendente al rosato non è un marsupio ma la custodia semirigida della macchian fotografica digitale.
3.il marsupio (se tale è) è quello seminascosto dal cappellino.
Più tardi, magari, formulerò le domande a Ben.
A più tardi
secondo me nel marsupio ci sono quelle cose che cadevano dalle tasche tanti anni fa tirando fuori le chiavi...
LA MIA DOMANDA:
(Ben, prima leggiti il mio palloso pizza-post su 'Monday question', poi torna qui e beccati la domanda).
Quotidianità, professione, tempo 'libero' e passatempi, ecc.
Che rapporto esiste tra la tua scelta professionale e la tua scelta creativa?
(L'altra notte ho letto sul desktop del computer di Api un tuo racconto che parla di due fratelli e due volpi: bellissimo.
Non credo che tu abbia scritto quel racconto solo per passare il tempo o perché un bel giorno ti è venuta voglia di scrivere qualcosa sulle volpi e i fratelli...).
Hiiiiiiiiiiiiiiii, ma cosa leggo qua??? Devo essere impazzito: o forse è impazzita Api quando scrive:
" Infine, le domande che ritengo più interessanti per l'universo dei lettori del mitico 'Lupo':"
Dunque, esiste un universo di lettori: ma Ben scriverà per loro o scriverà per un altro universo? E' a loro che Ben pensa quando scrive? C'è un nocciolo duro di persone che si ritrovano nei temi affrontati da Ben nelle sue opere?
Caspiterina, ho impiegato un quarto d'ora a leggere i post del Vlad. Ho ancora la zuppa sullo stomaco!
Maria:
1) Il passato è un patrimonio che ci portiamo dietro e che ci accompagnerà per sempre. Il libro in cui ho parlato esclusivamente del mio passato è "Quattro passi"; era dedicato a mia figlia (glielo regalai per il suo undicesimo compleanno) e in pochi lo hanno letto.
Negli altri ci sono riportati episodi che si intrecciavano bene, a mio avviso, con la trama del romanzo.
Parlo del passato, non per rimpiangerlo, ma perchè ci sono momenti che colpiscono di più e rimangono dentro.
Del passato bisogna portarci dietro l'insegnamento che ci ha dato, ciò che abbiamo imparato.
In un vecchio post scritto sul "Rifugio", feci una riflessione sugli episodi narrati in "quattro passi". Avevo notato che, dopo averli scritti, cominciavo a non ricordarli più. Dopo averli tenuti dentro per tanto tempo, la mia mente si era come liberata, forse perchè convinta che non sarebbero andati persi comunque, come se avessi fatto un backup e avessi liberato la memoria per altre funzioni.
2)Non mi sono ispirato a nessuno. Come ho detto più volte sono un lettore nato tardi e sono in continua rincorsa.
Credo di poter dire che la scrittura è nata per caso, seguendo un sogno, uno di quelli fatti dormendo. Io scrivevo e le pagine bianche si riempivano di storie. Al mattino mi ricordai il sogno. Non ricordavo quello che avevo scritto, ma ricordavo di averlo fatto. Fu così che decisi di provare.
Xenia:
rezioni: presumo che volessi dire reAzioni, oppure intendevi dire... va be', vada per reazioni.
1) Inizialmente si dimostrarono sorpresi, adesso sono loro che mi chiedono degli aggiornamenti: se sto scrivendo, cosa sto scrivendo, e così via. Anche per questo apriì il primo blog.
2) Cerco di scrivere quando gli altri sono a letto, anche perchè la mia postazione di scrittura è su un pianerottolo, in cima alle scale, e sento i rumori provenienti da entrambi i piani della casa. Però, quando sono preso dalla scrittura non sento più niente (fando arrabbiare mia moglie, perchè magari chiama e io non la sento per niente!)
3) Se rubo il tempo alla famiglia si arrabbia un po'. Ma mi sono ritagliato i miei spazi, ovviando al problema. Mi sono rassegnato al fatto che lei sia l'ultima a leggere i miei libri.Credo che sia un fatto emotivo. Io, ad esempio, non sono capace di assitere alle serate in cui mio fratello canta o recita: tremo.
4) Magari averne di critiche! Vedi, pochi giorni fa, un'amica mi ha sgridato, in maniera affettuosa, a proposito di qualcosa che avevo scritto nelle pagelle sul mio blog. Aveva ragione lei. Da alcune critiche possiamo solo imparare, anche se non da tutte.
Mik:
1) Non so rispondere. Ho tante lacune, favorite anche dagli studi tecnici che ho fatto.
2)Il latte che compro io costa euro 0,35 al litro, proviene dall'Austria. Non avendo esigenze particolari in fatto di gusto e avendo letto sull'etichetta gli stessi valori nutrizionali di quelli più cari, ho trovato un prodotto che soddisfa me e il portafoglio.
3)Dopo una bella mangiata bisogna avere a disposizione un po' di tempo per digerire: mi piacerebbe passarlo a chiacchiera con gli amici, una cosa intima, dialoghi sottovoce, guardandosi in faccia, seduti sui divani gli uni difronte agli altri.
Fine prima parte, posto senza rileggere, perdonate gli errori
Ben, il latte lo compri alla buvette del Parlamento? Noi lo paghiamo almeno il quadruplo!
Seconda parte.
Api:
1) no, non sono stato sempre così. L'amicizia spesso mi ha fatto soffrire; l'onestà è uno dei regali più belli ricevuti dai miei genitori; l'ottimismo, adesso, mi viene naturale; sulla voglia di lottare c'è ancora da lavorare molto. Credo che il punto di svolta sia stata la malattia di mia madre.
2)Mah, per ora non ci ho pensato più di tanto. A volte le soddisfazioni maggiori si ricevono per qualcosa che facciamo volentieri, a prescindere dalla notorietà. E poi, con le percentuali che si tengono editore, distributore, libraio, mi dici tu che aiuto poteri dare?
Per ora avanti così.
3) Nuovo ospedale pediatrico Meyer di Firenze (è finito, l'ho praticamente costruito io... Dai, è una battuta!).
Associazione Down Pistoia "Il Sole"
Coop. Sociale la Tarta-Ruga di Montemurlo, per il sostegno a persone disabili.
Per adesso è l'unico modo che ho per rendermi utile, ed è un mio limite. Diversamente sarei più di intralcio che di aiuto.
4)Non ho mai fatto ricerche. Fino al nonno di mio padre, tutti provenienti da Pistoia. Di più non so.
5) Credo di averne una sul ginocchio... aspetta guardo... sinistro. Mio padre, quando ancora non avevamo la macchina, trasportava mio fratello e me su un vecchio motorino, un Gabbiano. Mio fratello sedeva dietro, su una vera, anche se piccola, sella. Io stavo seduto sul serbatoio, davanti. Mi tagliai al paragambe.
5)Tutte bianche, facciata color crema. Ma quella è condominiale e dovevamo trovare un colore che andasse bene a tutti.
6) qui il vlad ha visto giusto. quella rossa è la custode della macchina fotografica. Quell'altra cosa rossa fa parte della visiera del cappellino. Il marsupio, che si intravede solamente, è nero e mi è stato passato da uno dei miei sponsor (vai, detta così fa più effetto!).
Fine seconda parte, adesso passo al vlad.
Anche in questo caso posto senza rileggere.
vlad, ti sei intromesso fra le mie risposte. Lo compro al supermercato, quello che dice che il supermercato sono io.
Non c'è relazione fra la mia professione e la scrittura. Quest'ultima è arrivata molto tempo dopo e mi ci sono appassionato. Tu nel post della "zuppa" hai parlato anche di altro, ora non ricordo nemmeno tutto.
Io cerco di scrivere storie che mi piacciono, in maniera semplice, con la speranza di far riflettere su alcuni aspetti, soprattutto su alcuni sentimenti delle persone, e in questo senso potrei definirli di intrattenimento con qualche velleità.
Non mi pongo particolari problemi sul fatto che possa piacere o non piacere. In primo luogo, ciò che scrivo devo sentirlo mio. Non scrivo per forza e se vedo che stento, perchè le idee sono offuscate, mi fermo e aspetto. Un esempio: nel libro che spero di far uscire entro la fine del 2009, mi sono trovato nella situazione di dover decidere fra due soluzioni, ma entrambe non mi convincevano pienamente. Ho fatto una pausa ed è arrivata la terza, che era quella buona, almeno per me.
Se quello che scrivo piace è una bella soddisfazione, ma non mi preoccupa. Generalmente non chiedo mai l'esito della lettura dei miei libri. Ci sarà sempre qualcuno a cui piacciono e qualcuno a cui non piacciono. Ma spesso lo si capisce, se viene detto qualcosa e, sopratutto, se non viene detto nulla.
Non cerco l'immortalità con la scrittura, ma ne cerco un'altra: vorrei rimanere eternamente vivo nel cuore e nella mente dei miei cari.
Vi ringrazio, davvero. Stasera mi avete "spogliato" un po'. Adesso mi rimetto il pigiamino a filo a letto.
Vlad: il racconto dei fratelli e delle volpi non è mio. Rinominate il file.
Mik: sei troppo forte! C'è comunque uno zoccolo duro che si riconosce nei temi affrontati nelle mie opere (mi piace il termine opere).
Grazie Ben, hai soddisfatto la nostra curiosità, adesso sappiamo un po' più di te: ci manca soltanto di vederti dal vivo e ascoltare la tua voce, per poter accostare (nella nostra mente) quello che scrivi a una persona in carne e ossa che vive nei nostri ricordi e che condivide alcuni nostri stessi interessi.
Mik, per la voce posso venirti incontro. Sul mio blog ci sono due interviste. Fanne partire una.
Il racconto dei fratelli e delle volpi è di un altro autore... e non c'è il nome di Ben!
certo che non c'è il nome di Ben. Ma io ricordavo che mi avessi detto che era suo.
Comunque è bello lo stesso e stasera mi dirai di chi è...
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