TEMPO D'AMORE
Atto unico inessenziale
Vecchie macchie di muffa grigia incartapecoriscono gli angoli di una stanza nel quartiere universitario. Ragni grossi come noci di cocco ma meno pelosi e più verdastri tessono silenziosi ampie tele con rinforzo laterale, lana fuori e cotone sulla pelle, in cui mosche scheletriche impattano furiose all'ora dell'aperitivo.
Alla parete della cucina un calendario su cui una mano ignota ha disegnato un enorme cavallo un po' sfatto e scorreggione, il cui muso furbetto copre anno, mese e giorni, se si fa eccezione per un lunedì 8 e un giovedì 25.
Sul fuoco un pentolino porta a bollore del latte parzialmente scremato di origine biologica. Sulla vecchia cucina a gas, un orologio da parete fa tic tac, e poi tic tac, e poi ancora tic tac. E' la Lancetta dei minuti a fare tutto questo casino, mentre la Lancetta delle ore appare pressochè ferma: ma è una pura illusione.
Lo - Adesso basta, so tutto di voi due!
Lm - Ma a cosa ti riferisci?
Lo - Tu e quella sgualdrina della lancetta dei secondi!
Lm - E' vero: abbiamo una storia. All'inizio è stato solo sesso.
Lo - Sono forse troppo vecchia per te?
Lm - No, però guardati: bassa, grassa, lenta...
Lo - Già! E lei invece alta, magra, scattante. Quando vi vedevate?
Lm - Tu eri spesso dall'altra parte del quadrante, assente...
Lo - Lavoravo, lo facevo per noi due!
Lm - Ma io ho bisogno di una donna al mio fianco!
Lo - Dimmi cosa ha lei che io non ho!
Lm - Se proprio ci tieni: non le puzza l'alito.
Lo - Lo sai che sono in cura da uno specialista...
Il latte trabocca dal pentolino, soffocando la fiamma del gas, e si riversa per terra, sui prati in fiore, nelle foreste pluviali.
Un ombrello passa furtivo dal corridoio, diretto verso il bagno, per prendere straccio e secchio.