mercoledì 30 dicembre 2009

4

L'ultimo dell'anno

L'ultimo dell'anno è una giornata che in tanti aspettano per poter festeggiare.
E' una giornata in cui si fanno i bilanci dell'anno vecchio e si svelano le speranze per l'anno nuovo.
I ragazzi, tutti alla ricerca di una festa da vivere, sperano di trascorrere una nottata speciale, con tante aspettative che talvolta mutano in delusione, che invece è già dipinta sul volto di chi non è riuscito ad unirsi a nessuno. E anche gli adulti sono alla ricerca di una serata fuori dall'ordinario.
Ma, come accade sempre in giornate di questo tipo, c'è anche chi non festeggerà, l'ultimo dell'anno è anche questo.
Io vi auguro di terminare il 2009 nel miglior modo possibile, e che il 2010 vi porti ogni bene.

Ci rileggeremo nell'anno nuovoooooo! Buon Annoooooooo!


martedì 29 dicembre 2009

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L'asfalto lucido

Jeff Buckley è figlio d'arte; era figlio d'arte.
Come suo padre Tim, altra incredibile voce del rock, se ne è andato a cavallo dei trent'anni. Una notte ha deciso di farsi un bagno nel Mississippi, ma ha deciso di farlo con gli stivali addosso. Così è annegato, travolto dall'onda sollevata da un battello che passava troppo vicino nel buio.
Ed è entrato nel mito. Per avere garantito l'accesso alla sfera del mito, ce lo insegna Marylin, bisogna essere bellissimi e fare cose bellissime, e andarsene giovani, all'improvviso, per non lasciare al Tempo il tempo di dire la sua...
Il giorno dopo Natale, mio fratello mi ha portato un disco di Jeff Bucley, il suo unico disco: 'Grace'. Una raccolta di canzoni bellissime, tutte bellissime. Una più bella dell'altra: la seconda più bella della prima, la terza più della seconda, e così via fino all'ultima, più bella della prima, che è più bella dell'ultima, secondo una dinamica circolare, senza fine.
E' così che ho scoperto di averlo già scoperto, Jeff Bucley. E mi sono ricordato di avere giudicato la sua cover di 'Hallelujah' molto bella ma non quanto l'originale di Leonard Cohen. Ora, riascoltandola, mi devo ricredere... Sentite un po'




Allora, Grace...



Sono salito in auto da pochi minuti e sto uscendo dalla città, l'abitacolo avvolto da questa musica. La solita strada, il solito asfalto lucido che riflette le luci insistenti e annoiate della periferia, e come tutte le sere, da un po' di giorni, la modella di Intimissimi mi saluta dal cartellone della pubblicità. Ma come fa poverina? Avrà un freddo cane con questo tempo schifoso... Magari si chiama Grace.

domenica 27 dicembre 2009

5

E' veramente così?

Molto tempo fa parlai sul mio blog di amicizie virtuali e amicizie reali.
Oggi ho letto questo articolo sul Corriere online.

L'amicizia svuotata nell'era di Facebook

Che stia veramente cambiando il significato di amicizia?

giovedì 24 dicembre 2009

9

Natale 2009 in casa VladApi


E' il secondo Natale che passiamo insieme...
... tra lazzi scazzi slanci di affetto condivisioni di idee e sensazioni.
Un bacio da Api, Vlad e Vladapini e un augurio di riuscire tutti noi, nessuno escluso, a trovare quello che cerchiamo.

Buon Natale, amici.
Api (che non c'entra con Cicciobello Rutelli, sigh)

mercoledì 23 dicembre 2009

5

Buone Feste, amici miei

Natale, giorno di festa dai molteplici aspetti.
Per molti sarà una festa, per molti altri un giorno da trascorrere in fretta.
Per alcuni sarà un giorno di gioia, per altri un giorno pieno di tristezza.
Per alcuni sarà un giorno da passare insieme alle persone care, per altri un giorno pieno di solitudine.
Natale, una festa. Per altri no.
Io auguro a tutti che sia un giorno colmo di serenità.
Buon Natale e Buone Feste, amici miei.

martedì 22 dicembre 2009

4

Api si ribella!


stamattina, alla radio, ho sentito che Cicciobello Rutelli chiamerà il suo nuovo PARTITONE

A.P.I.

Speravo di aver capito male, invece....

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2009/12/22/visualizza_new.html_1648860049.html

Dite che lo devo citare?

:-(

Iononcistòòòòòòòò!

lunedì 21 dicembre 2009

4

... e visto che continua

Però, quanta magia c'è in queste canzoncine!

domenica 20 dicembre 2009

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Neve

The black dog is on the snow and behind the Panda.
the Panda is undoubtedly under the snow.
Api is home, fuck the snow.
0

Clap. clap!


Siete stati bravini... non me lo sarei mai aspettata.

Ma la ricerca all'aforisma natalino sarà cattivissima.

:-D

sabato 19 dicembre 2009

18

è molto pericoloso...

è molto pericoloso addormentarsi al sole... si sa

venerdì 18 dicembre 2009

23

Giochino del fine settimana....


Per rallegrarmi un morale provato da neve ghiaccio e bronchite Dida...
vi propongo uno dei miei soliti giochi:

un aforisma di sole cinque parole sulla 'vita'.

però si possono utilizzare solamente parole che iniziano con le seguenti lettere:

A
Q
R
S
W

mo' sto' a vedere cosa combinate.

giovedì 17 dicembre 2009

5

La perseveranza

La perseveranza, la forza di volontà, la voglia di andare avanti anche quando sarebbe molto più facile mettere "il piede a terra", dire basta e tornare indietro, la consapevolezza di sapere che la salita presto lascerà il posto alla discesa, la voglia di non arrendersi quando tutto sembra impossibile, la voglia di portare avanti un sogno, la voglia di realizzare un desiderio, la forza di continuare a spingere sui pedali a dispetto dei crampi, il coraggio di voler raggiungere l'alba nonostante la notte, cercare la vittoria imparando dalle sconfitte, cercare la serenità superando i dispiaceri, in un lungo viaggio alla ricerca di...




domenica 13 dicembre 2009

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Buona domenica, e a proposito di bellezza...

L'aspetto delle cose varia secondo le emozioni;
e così noi vediamo magia e bellezza in loro,
ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi.

(Kahlil Gibran)

sabato 12 dicembre 2009

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Daniele Amanti, storia di un bambino che spera.


Mi sento di segnalarvi questo libro...
Leggete bene qui, dalla pagina fan di Cinzia Lacalamita, l'autrice: è la prima volta, a quanto mi risulta, che sia l'editore che il distributore non lucrano sulla beneficenza degli altri e ne sono piacevolmente sorpresa!

"Ho avuto notizia ora che il conteggio di circa un mese di vendite di libro ha portato al fondo più di 7.000 euro di diritti di distribuzione rinunciati da De Agostini e Messaggerie libri: questi soldi non hanno nulla a che vedere con quelli, ancora da contabilizzare, relativi alla rinuncia dei miei diritti d'autore. E siamo solo al primo mese!"





http://www.danieleamanti.it/danielespera.html
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... e poi

... preferisco le scene natutrali che mi offre il paesaggio intorno a casa. Per esempio...
Scurano, 26 novembre 2009 - ore 7,30


giovedì 10 dicembre 2009

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Ve le ricordate?


Le cartoline degli auguri!
Chissà se qualcuno le usa ancora. Con l'avvento della posta elettronica, dei mezzi di comunicazione veloci, credo che nel giro di pochi anni passeranno la loro esistenza in qualche museo della carta.
Io ho sempre subito il loro fascino e ogni tanto le riscopro.
Quando arrivano, è sempre un piacere aprirle e scoprire chi le ha mandate. E la sorpresa è ancora più grande quando scopri che a spedirle è stato qualcuno che non avresti mai immaginato.






martedì 8 dicembre 2009

7

Dan Brown

Ho ascoltato l'intervista fatta da Fabio Fazio a Dan Brown.
L'ho trovato simpatico, perché ha giocato spesso e volentieri con il padrone di casa, dimostrando di possedere un ottimo senso dell'umorismo.
Mi è piaciuto anche perché non ha avuto esitazioni a svelare i segreti del suo successo: alzarsi alle quattro del mattino e appendersi spesso a testa in giù.

venerdì 4 dicembre 2009

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altre volte...

altre volte, quando ascolto musiche come il terzo movimento della Quinta di Sibelius, come ieri sera tardi, mi piace pensare che il compositore abbia voluto dipingere un atto d'amore, un amplesso frutto di un amore profondo, permeato dalla gioia e l'appagamento che nascono dalla speranza di essere immortali intrecciata alla rarefatta malinconia dettata dalla consapevolezza che ciò non può accadere...



... poi ascolto il quarto movimento della Quinta di Mahler e me ne convinco; o forse mi sembra solamente che non possa essere altro che così. Poi, in realtà, mi convinco del contrario...



(avrei preferito pubblicare quella diretta da Giuseppe Sinopoli, ma non l'ho trovata)
0

a volte...

a volte, quando guido nella neve, come stamattina all'alba, mi torna in mente questa canzone

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Il talento nella letteratura, come pesarlo, di Giovanni Pannacci (segnalato da Xenia)


Prendiamo un romanzo, lo leggiamo, lasciamo che ci accompagni per qualche giorno, poi lo chiudiamo e gli diamo un posto. Una collocazione fisica nella libreria e una collocazione mentale nel nostro personalissimo archivio dei libri letti.

Ma quali parametri utilizziamo per “pesare” la qualità di un romanzo, per decidere se ciò che abbiamo letto è letteratura mediocre oppure ottima?

Tutti noi, di romanzo in romanzo, abbiamo sviluppato, credo, una certa abilità nel riconoscere quelle piste letterarie destinate a condurci verso trame e sviluppi avvincenti e – di contro – a fiutare altrettanto repentinamente quelle tracce che da subito si capisce non condurranno da nessuna parte. Cos’è, dunque, che in un romanzo ci cattura? Quali sono, in una narrazione, gli elementi che ci fanno chiudere l’ultima pagina con il cuore colmo di emozione e gratitudine?

Non è la trama né l’intreccio, né i dialoghi né l’ambientazione, né l’abilità tecnica dell’autore.

Abbiamo tutti amato romanzi ricchi di azione, ma ricordiamo con struggente piacere anche romanzi capaci di raccontare il vuoto, il nulla, il rarefatto frammento di un attimo.

Amiamo i dialoghi scattanti e serrati, ma anche le digressioni che, come lente maree, ci trasportano al largo. Amiamo la letteratura così detta di genere, ma anche il romanzo di stampo classico o quello più “sperimentale”. Ma allora cos’è che andiamo a cercare per “pesare” la qualità di un romanzo? Dopo averci riflettuto un po’, m’è tornato in mente un breve saggio scritto dal premio Nobel Orhan Pamuk (“La valigia di mio padre” Einaudi, 2007) e ho capito che in un romanzo dobbiamo cercare la cosa all’apparenza più difficile da trovare, quella più invisibile e leggera: un ago. Se il romanzo è ben riuscito, il suo autore deve per forza aver lasciato un ago nascosto fra le pieghe delle pagine.

Scavare un pozzo con un ago, spiega Pamuk, è la splendida immagine che nella lingua turca si usa per descrivere il lavoro dello scrittore. Se un romanziere ha costruito la sua storia come se avesse scavato un pozzo con un ago, noi lettori ce ne accorgiamo immediatamente. La pazienza, il rigore, la perizia, fanno sì che nel romanzo si crei una forza e una saldezza interna che tiene insieme tutto.

Perché è questo, in definitiva, ciò che chiediamo allo scrittore: di essere coerente.

Siamo felicissimi di farci trasportare in luoghi lontani o addirittura inventati, siamo dispostissimi ad accettare l’esistenza di mostri, di creature bizzarre o di uomini e donne dalla personalità complessa. Siamo docilmente disponibili a seguire lo scrittore ovunque egli voglia portarci, ma una volta lì pretendiamo coerenza, esigiamo che la finzione non sia fittizia, ma che sia vera fino al fondo più profondo della menzogna. Ecco, se il pozzo della finzione è scavato con poche bracciate scomposte, magari usando sgraziatamente una vecchia pala o, peggio, una trivella rumorosa e arrugginita, io me ne accorgo. Se invece, pagina dopo pagina, mentre leggo, avverto il lievissimo rumore bianco di una punta minuscola che gratta le pareti della mia attenzione, so che, abbandonato da qualche parte nella storia che sto leggendo, c’è un minuscolo ago lasciato dallo scrittore solo per me. Noi, da lettori, non vogliamo semplicemente sentirci raccontare una storia, vogliamo entrare in un mondo, percorrere un edificio, una strada, una città dalle solide architetture.

Lo scrittore non deve semplicemente raccontare una storia, ma costruirla. Solo così il lettore potrà entrare dentro al romanzo ed abitarlo. (E avventurarsi alla ricerca dell’ago).

... ringrazio Xenia per avermi segnalato questo pezzo, che, ancora una volta, mi ha fatto capire qualcosa in più...

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Orrore in una città apparentemente tranquilla

Pistoia, la città in cui sono nato, in questi giorni è sconvolta dalla notizia dei maltrattamenti ai bambini.
Questa mattina ho visto i video trasmessi ai Tg e sono rimasto turbato.

http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2009/3-dicembre-2009/li-mio-figlio-aveva-paura-cosi-partita-inchiesta-1602099706120.shtml

mercoledì 2 dicembre 2009

martedì 1 dicembre 2009

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E di questa opera cosa ne pensate?

I grandi classici della letteratura italiana
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Il social network

Come tanti altri sono presente su un social network.
La tentazione sarebbe quella di cancellare ogni cosa, ma mi dispiace comunque farlo, perchè senza quel mezzo perderei una fonte di contatto con alcune persone, fonte che spesso è l'unica, perchè, pur avendo telefono e indirizzo reale, sono certo che questi ultimi non verrebbero mai utilizzati. A volte è pure comodo, perchè con un messaggio riesco a raggiungere molte persone. E a volte c'è pure qualche persona che interagisce regolarmente con me.
Poi vedo che nella maggior parte dei casi le persone lo utilizzano per test, quiz, giochi, e cazzeggio vario, mentre altri sembrano fare collezione di amici con i quali poi non succede più niente.
A volte mi arrivano richieste di amicizia da persone che non so chi siano, ma che mi invitano perchè sono amici degli amici, a volte inviti a svariate cose che ignoro, altrimenti non arriverei a fare buio.
Poi, magari mando un messaggio a qualcuno e mi accorgo, dopo mesi, che non è stato letto perchè "ah, sì, mi sono iscritto, ma non c'entro mai".
Ma qual è la molla che spinge a essere presenti? E per quale utilizzo?