sabato 6 novembre 2010

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Palcoscenità / 6





LA VITA, L'UNIVERSO, TUTTO QUANTO
Atto unico epidurale



Dentro un pollaio avvolto dalla semioscurità rischiarata da una lampada a olio. 
Grossi salami oblunghi e tondi provoloni rigonfi pendono dal soffitto, appesi tramite lunghi fili ad un'altezza sufficiente a renderli inaccessibili alle umane vicissitudini e alle dissolute voglie dei parenti più stretti. 
Tra mucchi di paglia ed escrementi rinsecchiti, animali da cortile si raccolgono in raffinati crocchi di giocatori di briscola, in cui le urla di avvinazzati smozzicatori di pane raffermo accompagnano ale giocate dei singoli. In disparte, ben lontani dalla confusione, una Gallina e un Uovo discutono animatamente dei fatti loro, ma anche nostri.

G - Ti ho detto mille volte che voglio essere chiamata mamma!
U - E io ti ho detto che voglio essere chiamato papà!
G - Uh, come sei nervoso oggi!
U - Sono stato dal medico...
G - Accidenti, e come mai?
U - Niente, un controllo di routine.
G - Spero sia tutto ok...
U - Insomma: mi ha trovato un lungo, schifossimo pelo!
G - Cavolo che bravo medico!
U - Eh già, figliola...
G - Figliola a me? Ma sono nata prima io!

Dal tavolo dei giocatori di briscola si alza un lungo, improvviso rutto: è il maiale, che gioca in coppia con il tacchino, e ha gettato una figura di spade mentre la briscola è a mazze.
E' il caos.
Uovo e Gallina si abbracciano impauriti.

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