Che giorno era, e di che anno?
Che ora era?
Dov'era? Cari amici, giorni strani, questi...
Mi concedo questa incursione, prima di rituffarmi nella relazione che sto scrivendo e prima di affrontare i prossimi densi giorni (giorni strani), per riprendere un post che il terremoto ha interrotto.
A partire da questa immagine pubblicata da me il 5 aprile nel post dal titolo 'Orienteering', Ben aveva dato avvio ad un racconto. Lo riprongo, in nome di un 'gioco' praticato anticamente in questo blog, che consisteva nel lanciare un incipit invitando gli altri a completare il racconto che ne saltava fuori.
p.s.
'quella massa scura in profondità' non è altro che una montagna di sterco...
Ecco l'inizio del racconto di Ben e il pezzo aggiunto da me:
Furono le domande che assalirono la sua mente quando, con grande fatica, riuscì ad aprire gli occhi.
Impiegò un po', forse un minuto, forse un'ora, per rendersi conto di essere sdraiato in un letto. Ma perchè era lì, come aveva fatto ad arrivarci? Provò ad alzarsi. Mise i piedi giù dal letto, ma un giramento di testa lo fece piombare a terra, a faccia in giù. Non aveva la forza di muoversi. Sentiva soltanto un liquido caldo che sfiorava la sua guancia a contanto col pavimento e allora pensò... (Ben)
... allora pensò che quella strada sinuosa nascondeva qualcosa di attraente, di sensuale.
Qualcosa che gli era familiare: una sorta di sogno ricorrente che accompagnava la sua eccitante e disordinata quotidianità.
Certo, la ferita che si era procurato cadendo dal letto, pochi istanti prima, era molto meno eccitante.
Riuscì faticosamente a rialzarsi e a trovare nuovamente ospitalità tra le lenzuola del grande letto. Solo allora si rese conto di essere completamente nudo. Se ne rese conto nel momento in cui, girandosi lentamente di lato, sfiorò delicatamente la pelle calda di sua moglie. L'abbracciò e la strinse forte a se, cercando di assecondare ogni lineamento del suo corpo. Fu percorso da un leggero brivido, quando lei si girò per baciarlo; e non riuscì a trattenere una lacrima che terminò la sua breve fuga sul cuscino.
Proprio in quel momento però, il suono petulante della sveglia gli rammentò che era il momento di alzarsi. (Vlad)
15 commenti:
Oh, io non ci riesco.
ci provo, penso, scrivo due cose... ma non ci riesco.
troppo introspettivo.
Api, guarda il glicine e le giovani foglie della rosa banxia davanti a casa, o la vite che abbiamo trapiantato la settimana scorsa, era proprio mercoledì...
Ricorda, sogna; poi sguinzaglia la penna.
Forza Api, dacci dentro (al racconto, s'intende). Pensa di essere una giardiniera!
Ragazzi, a questi giorni ho poco tempo, e domani parto, non so se avrò il tempo di visitarvi. In caso contrario ci si rilegge lunedì!
Ben, ma sei sempre in vacanza!
vacanza? diciamo che ogni tanto attacco un giorno a due festivi.
Se vi dico dove vado ricominciano ad apparire sul blog le medagliette che vedevate un po' di tempo fa.
non dircelo...
Casomai aggiungi un pezzo al racconto.
Se posso, ecco il mio piccolo contributo.
" Con un gesto che sembrò quasi a rallentatore allungò il braccio verso il comodino e per qualche secondo rimase così, sospeso, la mano quasi sulla sveglia, come in attesa.
Si sorprese a pensare che gli sarebbe piaciuto molto restare lì, accucciato nel letto, mentre il giorno fuori cominciava lentamente ad animarsi.
'Già ma… il lavoro?' si disse.
Fece scorrere mentalmente tutti gli impegni che lo attendevano: non riusciva a focalizzarne nemmeno uno con chiarezza.
Il braccio completò la sua corsa e la mano, decisa, interruppe il suono ripetitivo della sveglia.
Si sdraiò supino, allargò gambe e braccia e si arrese: un nuovo, dolcissimo sogno lo attendeva e per oggi il mondo avrebbe fatto a meno di lui. (maria)
certo che puoi.
Avanti, Mik, Pia?
... Xenia, Ben?
... Ernest, Georges?
... Gabriele, Giosuè?
... William, Torquato?
... ecc.
giuro giuro giuro che non ci riesco!
non ce la faccio, a scrivere una continuazione.
sarà il blocco dello scrittore?
Mi sta venendo l'idea per un altro libro, mi ronza mi ronza mi ronza (Api che ronza)...
Tocca di nuovo a me? L'ultimo era di Maria, giusto?
Ma dopo pochi attimi una domanda si accese dentro di lui: Lavoro?
Non doveva andare a lavorare! E non poteva restarsene a letto!
Il mondo avrebbe fatto a meno di lui, è vero, ma solo perchè un altro sogno stava per diventare realtà.
Allora si alzò, finalmente reattivo e sveglio, e cominciò a preparare le sue cose. Aveva fretta, si sentiva in ritardo nei confronti di un tempo che viaggiava a velocità doppia del solito. La valigia, dov'è la valigia?
Accidenti, era tardi, aveva sognato tanto quel viaggio e adesso rischiava di non arrivare in tempo per la partenza. L'orologio, che ora è?
Il bagaglio era pronto. Prese le chiavi, si infilò il giubbotto ed aprì la porta per uscire. La porta stava ormai per richiudersi alle sue spalle quando il suono incalzante e frenetico del telefono richiamò la sua attenzione. Fermò la porta, socchiusa, e rimase fermo a pensare. Non sapeva cosa fare. Il telefono continuava a suonare, la sua mano era ancora ferma sulla maniglia in attesa di un ordine da eseguire.
Il telefono continuava a squillare...
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