Mi colpiscono, nell'intervista rilasciata all'Espresso dallo scrittore portoghese Antonio Lobo Antunes (di cui non ho mai letto nulla), un paio di affermazioni: la prima, di merito, è che sia superfluo indicarlo come lo scrittore portoghese, (così come, parlando di altri autori, si direbbe lo scrittore francese o lo scrittore inglese) perchè non è importante l'origine geografica, dal momento che in letteratura non c'è nè un centro nè una periferia, ma vale soltanto una distinzione tra scrittori bravi e scrittori meno bravi); la seconda, metodologica, è ancor più interessante: "Chi, in seguito a lesioni cerebrali o incidenti vascolari, perde la memoria, rimanse senza immaginazione. Questo dimostra che l'immaginazione non è altro che la maniera in cui strutturiamo e arrangiamo la nostra memoria. Un autore non inventa niente".
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3 anni fa
2 commenti:
Antunes ha ragione. mi secco molto anche quando si parla di scrittori SARDI, come di una specie particolare. mica siamo allo zoo.
Forse si intende provenienza come scuola, un filone letterario, scuola di pensiero tipica di quel paese?
Certo che se mi chiamassero scrittore montemurlese, anche a me darebbe un po' fastidio.
Montemurlese sì, ma scrittore no, eh!
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