UNA FERMATA SOLA
Atto unico di Mik
Atto unico di Mik
Una periferia di una moderna città occidentale: pochi alberi, e poi tanto verde, a perdita d'occhio, verso il fondo del palcoscenico. Una lunga striscia di asfalto, solcata da due binari, attraversa il palcoscenico da sinistra a destra. Sul marciapiede, di fianco a un palo rosso con un largo cartello in cima, che indica una fermata, una robusta signora in pelliccia: delle borse della spesa ai piedi. Si guarda intorno con fare annoiato. Guarda l'orologio che porta al polso. Da destra entra un ometto calvo, con un pesante cappotto marrone: si dirige esitante verso la signora. Cammina strisciando il piede, come se avesse un difetto di ambulazione.
Uomo: (tremante) Scusi signora...
Donna (con disprezzo): Ci conosciamo?
U: (si asciuga il sudore dalla fronte) Scusi signora, è già pass...
D: (con rabbia) Non mi pare di conoscerla!
U: (con un sospiro, come se prendesse la rincorsa) E' già passato il 38?
D: (con sorpresa) Il 38? Ma io aspettavo il 26!
U: (adirato) No, qui non passa il 26! Qui passa il 38!
D: (piangendo) Scusi signore, sa mica dove...
U: (dando calci ai sacchetti della spesa) Vada via, che mi fa perdere il tram!
D: (uscendo verso sinistra) Chi porterà da mangiare ai miei figli, adesso?
Si sente in lontananza la sirena di una nave.
3 commenti:
Uno spezzone che pennella in modo esmplare la spersonalizzazione dell'individuo nella frenetica vita delle metropoli.
In questo atto si percepisce con chiarezza tutta la disperazione di un povero filosofo palermitano che si trova a vivere una vita 'altra', in una città che non è la sua, lontano dal suo amore, al suo sole, dai suoi piatti preferiti. al posto degli aerei che gli facevano tanto compagnia, l'immagine di questo tram, il dubbio.Sarà passato? Dovrà passare? Sarà uscito dalle rotaie andando a sfondare la vetrina di una macelleria kosher?
Sarà stato dirottato da un tibetano in cerca di visibilità per la lberazione del suo Paese dall'egemonia e della prepotenza cinese?
Dio mio, questa è vera arte figurativa, il grido di dolore di un'umanità arrivata al capolinea.
E poi tenevo a sottolineare la confusione dei rapporti tra uomo e donna, dove non si capisce chi comanda e chi è comandato. E la sirena della nave, che si sente alla fine, sta lì a significare un viaggio verso l'ignoto dei nostri pensieri...
Sottotitolo: 'Un tram chiamato desiderio'
Sotto-sottotitolo: 'e se fosse la fermata del 24? (24 gennaio 2009...)'
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