visto e rivisto. e poi dicono che io scrivo di cose strane e fuori dal mondo. ci siamo già, nel reality e abbiamo già il nostro super regista che non è il nano malefico, ma l'iperrealtà consumistica di cui lui è un esponente perfetto. è l'economia che sventola la carota. noi siamo i buoi che tirano il carro che nemmeno vedono.
Anche a me era piaciuto molto. Direi che va molto al di là del fraintendimento del protagonista sulla sua vera collocazione. Invita ad una riflessione sulle finzioni di fronte alle quali ci troviamo nella vita, quando noi ci comportiamo con lealtà credendo che gli altri facciano la stessa cosa con noi. La scena dell'incontro con il "creatore" dello show è favolosa e spietata (oltre che allegorica, immagino). Rendersi conto di aver interagito, amato e sofferto veramente con gente che recitava è per il protagonista una sconfitta che lo distrugge. Grazie a questo film ho scoperto la bravura di Jim Carrey, che fino ad allora non aveva mai attirato la mia attenzione. E mi è piaciuto anche molto in "Se mi lasci ti cancello", film molto interessante e ben fatto che vi consiglio di vedere. Buonanotte a tutti!
Cara Xenia, devo confessarti che io non mi sento un bue che tira un carro che non vede. Almeno cerco di non farlo. Non è poi così strano: basta tentare di usare il buon senso, l'onestà intellettuale, la sobrietà, ecc. Si cerca di salire tutti i giorni quella scala verso il cielo (bellissima la scena finale che evoca visioni magrittiane) che Truman sceglie come via di salvezza; dal reality alla realtà. Quello che spero di insegnare ai miei figli è di cercare sempre di individuare la scala che conduce ad una porta nell'azzurro...
mi dispiace, Principe transilvano tenerone, in questo momento sono nel pieno dell'Inferno del nostro scontento. sai, tipo gli indiani in Ombre rosse col settimo cavalleggeri addosso. Truman esce dal reality e lì finisce il film. se dovesse continuare, immagino tutti quei telespettatori piangenti alle prese con altri tipi costruiti televisivamente solo per titillare il loro voieurismo sentimental. aaarrgggghhhh!!!!
Scegliere bene non è facile, infatti, ma è quello che vogliono farci credere indicandoci la via più comoda (e utile) per loro. Vedi Vlad, non tutti usano la testa in modo indipendente, e sappiamo molto bene quanto potere abbiano i condizionamenti. Lo dimostra il degrado progressivo (ma non lento purtroppo) nella nostra società attuale, soprattutto per quel che riguarda la cultura e lo svago. Le proposte che arrivano dalla TV sono quelle di una madre che non ha cura per i suoi figli e che anzi, preferisce tenerli nell'ignoranza e gestiti da lei per timore che diventino indipendenti e scoprano che c'è anche altro e di molto meglio...e che l'abbandonino.
già, Marrria, il punto è che mi scervello ma per il momento non vedo vie d'uscita. e non penso sia una situazione solo italiana, anche se qui abbiamo il re dei re dell'ignoranza.
La via d'uscita globale sarà difficile. Solo le rivoluzioni riescono in questo, ma bisogna essere in tanti. L'unica è continuare ad essere "diversi", non farsi tentare dall'obbrobrio che ci propongono e guardare oltre, dove già sappiamo guardare. E senza vergognarci di dichiararlo per timore di essere guardati come marziani. Come dire: coerenza e fedeltà nei propro valori.
14 commenti:
Lui pensa di vivere in una realtà, invece vive in un reality.
geniale, davvero geniale.
Ai Vladpini è piaciuto da bestia... e hanno imparato qualcosa anche stasera.
visto e rivisto. e poi dicono che io scrivo di cose strane e fuori dal mondo.
ci siamo già, nel reality e abbiamo già il nostro super regista che non è il nano malefico, ma l'iperrealtà consumistica di cui lui è un esponente perfetto.
è l'economia che sventola la carota. noi siamo i buoi che tirano il carro che nemmeno vedono.
Anche a me era piaciuto molto. Direi che va molto al di là del fraintendimento del protagonista sulla sua vera collocazione.
Invita ad una riflessione sulle finzioni di fronte alle quali ci troviamo nella vita, quando noi ci comportiamo con lealtà credendo che gli altri facciano la stessa cosa con noi.
La scena dell'incontro con il "creatore" dello show è favolosa e spietata (oltre che allegorica, immagino).
Rendersi conto di aver interagito, amato e sofferto veramente con gente che recitava è per il protagonista una sconfitta che lo distrugge.
Grazie a questo film ho scoperto la bravura di Jim Carrey, che fino ad allora non aveva mai attirato la mia attenzione.
E mi è piaciuto anche molto in "Se mi lasci ti cancello", film molto interessante e ben fatto che vi consiglio di vedere.
Buonanotte a tutti!
Ciao Xenia, parole sante...
un film di una tristezza infinita
Cara Xenia, devo confessarti che io non mi sento un bue che tira un carro che non vede. Almeno cerco di non farlo. Non è poi così strano: basta tentare di usare il buon senso, l'onestà intellettuale, la sobrietà, ecc.
Si cerca di salire tutti i giorni quella scala verso il cielo (bellissima la scena finale che evoca visioni magrittiane) che Truman sceglie come via di salvezza; dal reality alla realtà.
Quello che spero di insegnare ai miei figli è di cercare sempre di individuare la scala che conduce ad una porta nell'azzurro...
mi dispiace, Principe transilvano tenerone, in questo momento sono nel pieno dell'Inferno del nostro scontento. sai, tipo gli indiani in Ombre rosse col settimo cavalleggeri addosso.
Truman esce dal reality e lì finisce il film. se dovesse continuare, immagino tutti quei telespettatori piangenti alle prese con altri tipi costruiti televisivamente solo per titillare il loro voieurismo sentimental.
aaarrgggghhhh!!!!
c....i loro! Mica si può essere tutti principi...
Scegliere bene non è facile, infatti, ma è quello che vogliono farci credere indicandoci la via più comoda (e utile) per loro.
Vedi Vlad, non tutti usano la testa in modo indipendente, e sappiamo molto bene quanto potere abbiano i condizionamenti.
Lo dimostra il degrado progressivo (ma non lento purtroppo) nella nostra società attuale, soprattutto per quel che riguarda la cultura e lo svago. Le proposte che arrivano dalla TV sono quelle di una madre che non ha cura per i suoi figli e che anzi, preferisce tenerli nell'ignoranza e gestiti da lei per timore che diventino indipendenti e scoprano che c'è anche altro e di molto meglio...e che l'abbandonino.
già, Marrria, il punto è che mi scervello ma per il momento non vedo vie d'uscita. e non penso sia una situazione solo italiana, anche se qui abbiamo il re dei re dell'ignoranza.
La via d'uscita globale sarà difficile. Solo le rivoluzioni riescono in questo, ma bisogna essere in tanti.
L'unica è continuare ad essere "diversi", non farsi tentare dall'obbrobrio che ci propongono e guardare oltre, dove già sappiamo guardare. E senza vergognarci di dichiararlo per timore di essere guardati come marziani.
Come dire: coerenza e fedeltà nei propro valori.
appunto: cervello e cultura
Allora viva la cultura!
Viva il teatro di Mik!
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