Qualcuno ha detto:
"Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso".
Un altro ha detto:
"Dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere"
Ma è possibile cambiare? E quanto?
E quando questo cambiamento avviene senza la tua apparente volontà, lentamente, costantemente, in maniera "sorda", tanto silenziosamente da farti capire che il cambiamento è in atto solo quando è... già avvenuto?
Visita il Rifugio di Roberto
3 anni fa
7 commenti:
Tecnicamente, ogni secondo che passa ci rende diversi da come eravamo un secondo prima, quindi il cambiamento è possibile.
La riflessione è abbastanza difficile.
Avete trascorso una buona festa?
Ingozzandoci di:
Casarecce con gamberi e zucchinette
Filetti di sgombro al forno
Insalata di lattuga e chicchi di melograno
Frutta di stagione
Frutta secca
Dolci
Cioccolata a volontà
Il tutto innaffiato da Corvo Glicine, Alcamo Bianco, e Acqua Vera.
Nel pomeriggio tisana digestiva.
Rispetto a stamattina siamo molto cambiati: di un paio di chili.
Immaginavo che un post del genere suscitasse una certa ironia. Come del resto è capitato anche in passato, è difficle affrontare temi che riguardano l'interiorità delle persone su un blog.
Vado a mettere un po' di musica.
Uhm, se cerchi l'approfondimento da queste parti credo proprio che tu sia fuori strada... il mezzo non lo consente.
E poi, chi ha voglia di filosofeggiare?
Perché dovrei cambiare se sono perfetto? Suppongo che la maggioranza silenziosa ragioni cosí.
Ma qui si filosofeggia tra succulenti manicaretti: niente male, Mik. Poi è vero che siamo in costante metamorfosi, seppur inavvertita, "sorda" come sostiene Ben.
Interessante la riflessione di Massimo: è tutto dire sulla convinzione di troppi di essere "perfetti" e di restare arroccati, quindi, sulle proprie posizioni.
Cambiare se stessi per cambiare il mondo: non abbiamo alternative, credo.
Senza snaturare la nostra personalità, ché allora diventerebbe una forzatura e - io credo - in nessuna forzatura o costrizione esiste un autentico cambiamento.
Mettersi in discussione, sempre.
Essere critici con se stessi, prima che con gli altri, ma senza passare per l'auto-fustigazione interiore, che svilisce la personalità.
Essere pronti ad ascoltare gli altri, ma non prima di aver ascoltato se stessi (quell'io che reclama - ci piaccia o no - il suo spazio nella nostra attenzione e premura).
Spogliarsi di preconcetti e tentare di essere aperti a diverse soluzioni e opinioni.
Non è una ricetta magica: è il mio modesto punto di vista, ragazzi.
Si cambia in parte per volontà, quando si cambia: e quello è un cammino lungo e impervio (anvedi che parolona!)...
Si cambia molto in maniera "sorda", come dice Ben, senza avvedersene, ma quello è un percorso diverso: sono gli incontri e le esperienze della vita che plasmano la personalità, talvolta migliorandola, talvolta peggiorandola.
Sta comunque a noi scegliere cosa fare di noi stessi. E' una delle poche scelte che possiamo fare in piena autonomia: difendiamola.
Mi raccomando, amici: non prendete le mie parole per chissà cosa, altrimenti mi fate sentire a disagio.
"Come si cambia per non morire
come si cambia per amore..." canta la Mannoia.
Ciaoooo
Ines
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