Si può dare di più: frase adatta per moltissime occasioni. A volte ci sembra di essere al massimo e di fare il massimo. Ma siamo veramente sicuri che non... si può dare di più?
E allora questa frase suona come una frustata, dando la scossa per ripartire.
14 commenti:
Qual è l'incoraggiamento, quali sono le parole che sanno farci ripartire quando siamo in un momento di stallo?
Quando ci sembra di essere al massimo e lo stress ci attanaglia, quando sentiamo che stentiamo a fare le cose, ci sembra di non avere il tempo necessario per fare, per dire, per agire.
Poi, improvvisamente, arrivano quelle paroline pronunciate da qualcuno o dalla nostra coscienza.
E allora accenniamo un sorriso, scuotiamo la testa e... muoviamo il primo passo.
Ciao, Ben. Veramente a me sembra che qui, più che di "ebbrezza siderale" ci sia "siderale" e basta.
Tutti zitti?
Ok.
Quando sono in un momento di stallo, visto che è piuttosto raro, me lo godo.
Se si prolunga troppo, però, diventa pesante. Allora cerco di focalizzare la mia attenzione su un progetto, quello che più mi appassiona,che veramente desidero portare a compimento e che magari, proprio a causa dello stress e degli impegni, avevo perso di vista.
Lo impacchetto ben bene con carta colorata e nastrini variopinti e ne faccio un dono per me stessa: che sorpresa riscoprirlo!
Poi, se sono proprio stanca e spompata, penso che domani "è un altro giorno, si vedrà".
Ciao
Ines
Forse, Ben, c'è anche il fatto che pretendiamo troppo da noi stessi.
Abbiamo caricato sulle nostre spalle le aspettative - talvolta fuorvianti - di questa società tutta "mordi e fuggi" e "corri corri".
Se solo ci fermassimo un momento e ci chiedessimo "Ma verso cosa sto correndo?" - domanda leopardiana ancora e addirittura più attuale che mai - sapremmo sorridere di noi stessi e di tanta frenesia.
Poi, secondo me, ci sono priorità, nella vita, che dovremmo rispettare: l'indispensabile innanzitutto, poi il resto.
L'indispensabile è poco ed è uguale per tutti; il resto può essere o diventare molto, moltissimo, troppo ed è soggettivo.
Cosa ne pensi?
Ciao
Penso che dovremmo fermarci ogni tanto, come dici tu, e riflettere, prendersi un po' di tempo per noi stessi, stabilire quali sono le priorità, anzi, le necessità basilari, l'indispensabile, come dici tu. Poi tutto il resto.
Ieri un bambino di 8 anni mi ha fatto la sfilza delle macchine che hanno i suoi parenti e genitori. Sapeva colore e marca, cilindrata e numero di posti.
Poi, a mia domanda, non ha saputo dirmi il suo giorno di compleanno. Non sapeva quando era nato.
Quali sono le priorità? Ma sai quanta gente ragiona con il "metro del possesso"?
Ho un po' deviato, vero?
Faccio un passo indietro.
Prendersi il tempo per noi stessi: il mondo non si ferma per aspettarci, per cui dobbiamo approfittare di quei momenti, liberarci dalle scorie, e ripartire per portare avanti i nostri progetti, i nostri sogni, la nostra vita.
Concordo.
Il tè nel deserto l'ho visto tempo fa, dovrei rivederlo.
Buona domenica a voi.
Bianca
Beh, sarebbe "Il tè nel deserto" virgolettato.Ines, concordo alla grande sul fatto dell'indispensabile: che spesso costa molto di più ed è irraggiungibile più del superfluo.Cari saluti a voi, passate una buona domenica,Bianca
Si può sempre partire per un Viaggio in Nordafrica...
Non hai affatto deviato, Ben: è esattamente quello che intendevo dire.
Il mondo non si ferma ad aspettarci, hai ragione, e neanche la vita, aggiungo.
Se poi abbiamo deviato...è un problema?
Salve, Bianca.
Perché, secondo te, l'indispensabile costa molto di più ed è più irraggiungibile del superfluo?
Intanto mi organizzo per il pranzo: pare che sia indispensabile....
Domanda molto interessante cara Ines.
Qualsiasi cosa si pensi della sua corrente politica mi viene in mente una frase del Tremonti, sul fatto che oggi una spesa a trenta euro spesso costa più di un viaggio aereo low-cost a Londra e mi pare condivisibile.
E molti a fare quella spesa fanno sempre più fatica, specialmente a fine mese.
Oppure un articolo che ho letto qualche mese fa su un quotidiano: siccome in molti stentano appunto ad arrivare a fine mese credono e/o cercano di riscattarsi comprando in quantità industriale quei beni superflui tipo cellulari, macchine e affini, della serie: "ognuno-in-famiglia-ne-ha-almeno-uno".
E poi come ha scritto Ben-issimo il bimbo non ricorda il giorno del suo compleanno...
Fa riflettere, non trovate?
Dui (in dutch 'arrivederci').
Già.
Appunto: riuscire ad arrivare a fine mese rientra nell'indispensabile; che tutti in casa abbiano "almeno" (!) un cellulare, secondo me, no.
Nessuno pretende di fare i conti in tasca agli altri, perché ognuno fa del proprio ciò che vuole, ma mi chiedo: perché il bar sotto casa mia ogni mattina è pieno di persone al punto tale che quattro ragazzi stentano a servire, tale è la calca? Perché se si vuole andare a mangiare una pizza il sabato sera bisogna prenotare il giorno prima? Perché pochissimi rinunciano alle vacanze estive e alla settimana bianca d'inverno? E chiedono i prestiti in banca per comprare....gioielli e abbigliamento firmato? Perché il bambino di cui parla Ben è già così fuorviato da ricordare una sfilza di marche o colori di macchine e poi non conosce la data del suo compleanno?
C'è qualcosa che non quadra, credo.
Temo comunque che non soltanto ho deviato, ma sono proprio partita per la tangente...anzi per la tangenziale est, visto che sto per andare a Roma.
Un saluto.
Dui (si pronuncia come è scritto, Bianca?)
Sì Ines, sarebbe "doei" ma anche scritto "dui" come si legge.
Variante doppia du-dui.
Una delle poche parole frivole e simpatiche di questa lingua difficilotta...
Un saluto a te,
Bianca
Vedi, Ines, per certa gente sono quelle le cose indispensabili! Pensa tu! E noi stiamo qui a discorrere, mentre quelli saranno in qualche autostrada diretti in qualche località turistica per farsi vedere bere un caffè o comprare qualcosa, magari anche firmato.
Giorni fa, stavo finendo di mangiare un panino in un bar, anzi, all'esterno di un bar, prima di rientrare in ufficio. Un paio di tavoli più in là c'erano due persone, coniugi, che conosco di vista perchè abitano vicino a casa mia. Si lamentavano perchè i soldi erano quasi finiti. Era più o meno la fine di settembre.
Nel tempo che ho impiegato a mangiare un panino hanno fumato non so quante sigarette (cicca rigorosamente gettata in terra), avevano il blackberry (non so se è scritto bene, me ne scuso eventualmente), fra le altre cose hanno parlato anche di programmi visti su sky. Ah, dimenticavo: so che abitano in affitto e hanno due cani che, ovviamente, vivono con loro.
Non potevo tapparmi le orecchie per non sentire e non ho potuto fare a meno di notare quanto non sapessero impiegare il denaro. Perchè se non hai i soldi per arrivare a fine mese, puoi fare a meno di tante cose, magari fumare meno, magari tenere un cane in meno, magari comprare un cellulare normale, magari fare a meno anche dei canali satellitari, magari anche di mangiare a quel bar, portandosi due fette di pane da casa.
Il fatto è che è molto meglio dire di non arrivare a fine mese, piutottsto che rinunciare a qualcosa, compreso il superfluo.
Dimenticavo:
Buon viaggio a Roma.
E doei-doei a Bianca.
Mi sembra del tutto condivisibile.
Cose viste, osservate, sentite tante volte.
Certo, ognuno del suo denaro ne fa ciò che vuole ma lamentarsi è un insulto a chi davvero non ce la fa.
E sono sempre di più, compresi quelli che fino a poco tempo fa facevano parte del ceto medio.
Attendiamo il 6 ottobre (eheh) e un salutone a te Roberto.
Dui,
Bianca
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